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    4 stelle per un pianeta

    4 stelle per un pianeta
    Lo studio, pubblicato su Astronomical Journal, cerca di capire la correlazione tra la presenza di pianeti molto massicci e sistemi stellari multipli. ARI30, a 136 anni luce da noi, nella costellazione dell'Ariete, è il secondo sistema stellare quadruplo ad oggi conosciuto, ma l'ipotesi che non siano una rarità aumenta con l'avanzamento tecnologico
    di Francesco Rea


    Ari30-1000x773.jpg
    Rappresentazione artistica del sistema ARI 30. La stella primaria è una nana rossa. Art by Karen Teramura, UH IfA.


    Che il nostro sistema solare sia una specie di rarità resa meno tale solo dal gran numero di stelle che esistono nell’universo, lo si evince mano mano che gruppi di astronomi rilevano sempre nuove realtà, che ci sarebbe quasi da chiedersi (ma poi in fondo è quella la domanda) come possono comporsi e trovare un equilibrio.


    E’ questo di fatto il quesito che si sono posti i ricercatori autori di una recente ricerca, pubblicata su Astronomical Journal, che si è avvalsa del Palomar Observatory utilizzando due nuove tecnologie adattive ottiche che compensano gli effetti di sfocatura dell’atmosfera terrestre: il sistema di ottica adattiva Robo-AO robotico, sviluppato sotto la guida di Christoph Baranec della University of Hawaii presso l’Istituto di Manoa per Astronomia, e l’estrema sistema di ottica adattiva PALM-3000, sviluppato da un team di Caltech e Jet Propulsion Laboratory della NASA (JPL), che comprendeva anche Baranec.


    L’obiottivo era approfondire le conoscenze sulle influenze di più stelle su pianeti extrasolari: e per farlo hanno preso in esame un pianeta in un sistema a quattro stelle, il secondo ad oggi conosciuto.


    Il sistema, denominato 30 Ari, si trova a 136 anni luce di distanza nella costellazione dell’Ariete. Il pianeta del sistema è un gigante gassoso 10 volte la massa di Giove, che orbita intorno alla sua stella primaria, una piccola nana rossa, ogni 335 giorni, quasi un anno terrestre. Il sistema era già conosciuto ma si riteneva composto di tre stelle: «Circa il 4% delle stelle simili al nostro sole si trovano in sistemi quadrupli, un dato maggiore delle stime precedenti, che è stato reso possibile grazie al miglioramento delle tecniche di osservazione» ha detto il co-autore Andrei Tokovinin del Cerro Tololo Inter-American Observatory in Cile.


    La quarta stella appena scoperta, la cui distanza dal pianeta è 23 volte la distanza Terra-Sole, non sembra aver influenzato l’orbita del pianeta. E perché questo non sia successo al momento non è chiaro, tanto che il team di ricercatori ha in programma ulteriori osservazioni per capire meglio l’orbita della stella appena scoperta e le sue complicate dinamiche “familiari”.


    Ma al di là degli aspetti scientifici indubbiamente prioritaria, cosa si vedrebbe nel cielo del pianeta gassoso ci potrebbe regalarci un pizzico di più di quel fascino già ineguagliabile che il nostro cielo ci dona ogni qualvolta la notte, senza nubi e in montagna, mettendo in mostra i miliardi di stelle della Via Lattea. Sicuramente ci apparirebbe bizzarro: un sole, due stelle tanto vicine e brillanti da essere visibili anche di giorno, e una di queste stelle che di notte, o al telescopio, si mostra per quello che è, un sistema binario, due stelle che orbitano una con l’altra.


    Superata la fascinazione di come potrebbe apparire ai nostri occhi il sistema Ari 30, resta l’obiettivo scientifico che l’autore principale Lewis Roberts del NASA-JPL e i suoi colleghi cercano di ottenere, comprendere gli effetti che più stelle possono avere sulla formazione e lo sviluppo dei pianeti. I risultati suggeriscono che i compagni stellari possano influenzare il destino dei pianeti cambiando le loro orbite e spingendoli a crescere.


    Ad esempio si spiegherebbe perché Giove caldi (hot Jupiter) possano avere orbite strette rispetto alla stella primaria, perché influenzati gravitazionalmente da compagni stellari: «Questo risultato rafforza il collegamento tra sistemi stellari multipli e la presenza di pianeti massicci», ha concluso Roberts.

    Articolo originale QUI.

  2. #2
    Staff • Autore L'avatar di Pierluigi Panunzi
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    Re: 4 stelle per un pianeta

    bellissimo!!! scoperta eccezionale!!!

    ho fatto volentieri un giretto dalle parti di Celestia, che ovviamente conosce solo 30 Ari A (da me battezzata Trentaria, doppia spettroscopica) e 30 Ari B (che battezzo Trentarib , che finora era nota per il pianeta 30 Ari Bb, che chiamerò Aribb)...

    curiosissimo di vedere com'è la situazione lassù, a 136 al da noi, sono atterrato su Aribb
    intanto ruota attorno al suo "sole" Trentarib ad 1.2 unità astronomiche (poco più della Terra dal Sole) con un periodo orbitale di 335 giorni (poco meno di un anno)
    Trentarib è grande praticamente un decimo in più del Sole, di classe F4 e brilla ad una magnitudine di -27 come la nostra nana gialla di classe G2.

    vediamo ora la doppia Trentaria la cui primaria è di classe F , con un diametro 1.6 volte quello del Sole...
    qui cascano parecchi asini...
    intanto la sua distanza da Trentarib è di 3.2 al, che non è tantissimo ma nemmeno poco : alfa Centauri è a 4.2 anni luce da noi ed è una bella stella brillante (potessimo vederla alle nostre latitudini!)
    la sua magnitudine è -1.7, decisamente più luminosa della nostra Sirio, ma non più di tanto...

    la sua compagna spettroscopica (con un periodo di 1.1 giorni, e sottolineo giorni, non anni!) purtroppo non si vede in Celestia, da sempre allergica alle stelle doppie, comunque potrebbe contribuire alla luminosità combinata della sua compagna.

    altro discorso è per la neo scoperta (che potrei chiamare Aribbabbà, tanto per creare confusione) sulla quale Celestia non sa nulla, ma che possiamo ipotizzare come un altro sole un po' più debole, anche per la sua distanza di 23 UA, praticamente quella di Saturno dal Sole...

    ricapitoliamo: da Aribb dunque abbiamo un paesaggio tipo Tatooine con 2 soli, uno splendente ed un altro a spanne un bel po' più debole... ma non certo un paesaggio con quattro soli!!
    gli altri due sono ben lontani e con una magnitudine tipo Sirio, non si dovrebbero nemmeno vedere di giorno!!


    tutto questo con i dati a mia disposizione: se ho sbagliato, mi farà piacere sapere dove e cosa ho sbagliato...
    ricordiamoci che 3.2 anni luce non sono pochi nemmeno lassù...

    PS chissà.. forse qualcuno ha già creato il nuovo sistema stellare come add-on di Celestia... nel caso mi riaffaccio!

    dimenticavo: 30 Ari è in totale una stellina di sesta magnitudine, a malapena visibile ad occhio nudo in montagna al buio totale e con un occhio allenato che sappia dove cercarla...
    Ultima modifica di Pierluigi Panunzi; 08-03-2015 alle 19:04
    Telescopio detto Monster : SkyMaster 25012 (riflettore da 10"), montatura equatoriale EQ6 motorizzata
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