Anno bisestile: differenze tra le versioni

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(Definizione)
(definiz Romani, e cronologia Papa Gregorio, tra fonti pubbliche e varie)
 
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==Definizione==
 
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Anno di 366 giorni introdotto per recuperare la differenza di 0,25 giorni (6 ore) fra l’[[anno civile]] e l’[[anno solare]]. Comporta l’aggiunta, all’[[anno civile]], di un giorno ogni 4 anni.
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Il nome “bisestile” deriva dal fatto che i Romani inserivano questo giorno in più prima delle calende di marzo (24 febbraio) e lo chiamavano “bis sexto kalendas Martias”.<br />
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Nato nel 46 ac. la Storia ci insegna venne inaugurato da Giulio Caesar (nominato Calendario Giuliano) -
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Assunto che 1 anno dura 365 giorni + 1 parte, si inserisce la differenza per recuperare le ore di scarto.<br />
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In questo casi ogni 4 anni, per recuperare la differenza di 0,25 giorni (6 ore) fra l’[[anno civile]] e l’[[anno solare]]. Comporta l’aggiunta, all’[[anno civile]], di un giorno ogni 4 anni.<br />
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Più tardi, quando si incominciò a contare i giorni del mese partendo dal primo e poi con numeri successivi, il giorno “bis sexto” di febbraio divenne il 29. Il giorno in più non pareggiava però esattamente i conti con l’anno solare, e nel 1582 Papa Gregorio XIII decise di far saltare i giorni dal 4 al 15 ottobre per riportare l’equinozio di primavera al 21 marzo.

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Definizione

Il nome “bisestile” deriva dal fatto che i Romani inserivano questo giorno in più prima delle calende di marzo (24 febbraio) e lo chiamavano “bis sexto kalendas Martias”.

Nato nel 46 ac. la Storia ci insegna venne inaugurato da Giulio Caesar (nominato Calendario Giuliano) - Assunto che 1 anno dura 365 giorni + 1 parte, si inserisce la differenza per recuperare le ore di scarto.
In questo casi ogni 4 anni, per recuperare la differenza di 0,25 giorni (6 ore) fra l’anno civile e l’anno solare. Comporta l’aggiunta, all’anno civile, di un giorno ogni 4 anni.

Più tardi, quando si incominciò a contare i giorni del mese partendo dal primo e poi con numeri successivi, il giorno “bis sexto” di febbraio divenne il 29. Il giorno in più non pareggiava però esattamente i conti con l’anno solare, e nel 1582 Papa Gregorio XIII decise di far saltare i giorni dal 4 al 15 ottobre per riportare l’equinozio di primavera al 21 marzo.

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  • Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 18 lug 2015 alle 19:22 da Luciano. Il testo attuale è basato su contributi di Antonio Giarrusso.