Ogu
26-03-2016, 19:55
Decido all’ultimo momento la trasferta infrasettimanale ai Piani dell’Avaro, lo scorso giovedi 10 Marzo, per il solo motivo che il successivo week-end sarà prevista pioggia o brutto tempo. Riesco a essere sui Piani alle 17 a inizio tramonto: il cielo è trasparente e libero da foschie, ancora una volta noto l’ombra della Terra che riga l’orizzonte ovest con la sua tipica tonalità violacea. C’è molta neve e ghiaccio, mi posiziono sul bordo strada a poche curve dal rifugio soprastante.
Qualche luce che si accende, poi si spegne, qualche auto che ritorna giù al paese, e lentamente si fa sera.
Nel frattempo dispiego il telone cerato in uno spiazzo sgombro da neve: c’è umidità nell’aria. Monto il dobson con calma e ho già le mani congelate: meglio che mi imbacucchi ancora un po’!
La Luna di poco più di 1gg è una bellissima falce con una evidente luce cinerea blu metallica, distinguo a occhio nudo la macchia scura dell’Oceanus Procellarum sul bordo Sud Ovest, in contrasto con le terrae circostanti.
Sto collimando quando un’auto arriva e si posiziona accanto: curiosi? Imboscati? Polizia?? Mi saluta come un vecchio amico da sempre conosciuto. Sono colto di sorpresa! Ci metto un po’ a collegare le info, il mio neurone lavora prossimo allo zero assoluto :D tant’è che mi balena in mente un’idea che non mi pare vera: “Scusa ma sei Gitt?”. “Sì, ciao!”. Non contengo l’abbraccio!!!
Solo per questo incontro inaspettato nell’ultimo posto del mondo e in una notte qualsiasi dell’anno ringrazio il giorno in cui alzai per la prima volta gli occhi al cielo, e ancora di più la volta in cui scoprii l’esistenza di questo fantastico forum!!!
Per me potrebbero bastare queste poche e sconfusionate righe per terminare qua il report, ancora prima di iniziare a trascriverlo :D
Per chi vorrà seguirmi nella lettura delle prossime note, aggiungo qualche informazione della serata e il programma che mi ero prefissato, tenendo conto in quale stato d’animo e con quale gioia abbia proseguito l’osservazione, nonostante il meteo sfavorevole.
Inizio le osservazioni alle 20. Il tramonto limpido lascia il passo a velature che già sopraggiungono da Est e offuscano il cielo a partire dalle 21, accompagnate da folate di vento improvvise. La mia NELM stimata negli attimi in cui il cielo si liberava da velature è stata di 5,3, ma per la maggior parte del tempo il cielo è stato praticamente latteo di mag 4 –tipico cielo semi-urbano. L’IL a SE, S e SO ha fatto il resto.
Il seeing è risultato variabile da buono 4-5/10 peggiorato a mediocre 6/10: su Giove ho stimato 3 della scala Antoniadi, Pulcherrima non sono riuscito a risolverla. Vento da lieve brezza a occasionali raffiche al suolo. Medio jeat stream.
Il motivo dell’uscita è stato il primo test del nuovo atlante Interstellarum Deep Sky Atlas (gli stessi dell’utilissimo ReiseAtlas di cui non posso più fare a meno).
A differenza dello Sky Atlas 2000.0 e dell’Uranometria, questo atlante ha il vantaggio di indicare la visibilità degli oggetti indicati con diversi grassetti e suddivisi in 3 categorie: visibili in telescopi da 4’, 10’ e 12’. Grazie a questa semplicissima suddivisione, incrociando le note del mio diario, mi sono accorto di quanti oggetti letteralmente mi sfuggivano da sotto il naso semplicemente perché non sapevo della loro esistenza, o quante volte ho penato per scorgere galassiette ai limiti della visibilità quando al loro fianco erano presenti galassie ben più visibili e particolari. In più sono indicati oggetti di cataloghi veramente poco noti, tra tutti ammassi aperti e neb. planetarie. Inoltre (cosa che per me ha un fascino particolare) è un vero gioiellino di grafica editoriale :D
Inizio subito con Orione, che si trova poco oltre il transito al meridiano in zona per ora libera da velature. Gli obiettivi sono un trio di AA di crescente profondità, a partire dal bellissimo NGC 2169.
NGC 2169 “37 Cluster”
A 64x è un piccolo e luminoso ammasso aperto, e già una piacevole sorpresa: appaiono infatti da subito le due concentrazioni stellari a disegnare il numero “37” con stelline luminose e ravvicinate. È anche abbastanza concentrato (me lo aspettavo decisamente più ampio): stimo dimensioni 6’X3’.
115x: migliore visione. Le due concentrazioni sono nettamente separate tra loro di circa 2’. Nel numero “3” conto 12 stelline con un ampio range di mag. Tra tutte spicca una stellina bianca (Struve 848) di circa 8 mag, che si rivela una bella stretta doppia [sep. 2,5”] con la secondaria bianca di 9 mag
[Scopro in seguito trattarsi di una doppia molto nota dai doppisti, con una terza compagna che però non sapevo di dover cercare].
Il numero “7” conta 6 stelline disposte a Y, con al centro una stellina bianco pallida di 9 mag e al vertice NO una larga coppia di stelline gialla e rossa [credo si tratti di Struve 448, ma non sono sicuro].
Mi sposto 5° verso NE, oltrepassando la cascatella di stelle denominata Elosser 3 (asterisma, formato da una fila di stelle di circa 9 mag per 1° di estensione N/S) e incontro Skiff 5, un modesto AA. È di media concentrazione stellare sopra un’area a forma di goccia. Percepisco una media densità debole e quasi “nebulare”, sulla quale risolvo solo poche decine di deboli stelline a partire dalla 11 mag.
115x: conto 15 stelline per lo più disposte tutt’attorno al perimetro dell’ammasso, il cui interno appare ancora omogeneo e di impressione nebulosa, anziché granulosa.
1° verso E, in campo povero di stelle, ricerco il terzo target, aumentando leggermente la difficoltà. FSR 929 è un AA piccolo e molto debole.
Riesco a distinguere difficilmente a 115x solo 4 stelline di 12-13mag ravvicinate a mo’ di corona, in distolta noto la tenue granulazione a vaga forma di cuneo, molto diafana e più densa al vertice di NO. L’interesse aumenta ricercando a meno di 5’ sul fianco NE la piccola planetaria J 900. La confermo solo con blink dell’OIII.
115x: di aspetto quasi stellare (ma non puntiforme), si dispone in un triangolo con altre 2 stelline che ne aiutano l’identificazione. Stimo di 12 mag, di tonalità grigio-cenere. Comunque ha un buon contrasto nonostante la bassa lum. sup.
[Mi affascinano sempre le “strane coppie” come questa. Sicuramente dovrò ritornarci in altre occasioni per avere ulteriori riscontri.]
Le velature iniziano a compromettere le osservazioni, ma non voglio rinunciare a cercare NGC 1999, che non sapevo neppure della sua esistenza fino al report di zanzao del mese scorso. Nonostante si trovi proprio sotto a M42, non sapevo fossero visibili altre nebulosità oltre naturalmente a M42, M43 e il complesso della Running Man. L’atlante segna di particolare interesse anche vdB 54 (1,5° a SE di M42) e per l’appunto NGC 1999.
È una nebulosa a riflessione, una densa macchietta nebulosa vagamente tondeggiante ma piccola, compatta e lattea, che ingloba al suo interno una bianca stellina a malapena distinguibile nel chiarore riflesso della nebulosa. Mi stupisco di quanto sia brillante (per il tipo di oggetto) e compatta, di forma tondeggiante [dim 2’x2’] con bordi irregolari che sfumano a mo’ di piccoli raggi.
115x: appare come composta da due nebulosità sovrapposte: una triangolare centrale e dalla densa lum. sup.; l’altra di fondo tondeggiante molto più debole, sfumata con piccole raggiere. La stellina appare legg. decentrata.
[Di questa nebulosa è famosa una immagine dell’Hubble, nella quale risalta il globulo oscuro a ridosso della regione centrale, chiamato Parsamian 34. O’Meara suggerisce il soprannome di “13th Pearl”, ma questa Perla Nera centrale proprio non sono riuscito a vederla.]
Passo a osservare alcuni oggetti facili nei Gemelli, con un cielo velato di 4 mag.
NGC 2420
È un bellissimo AA, la tipica spolverata di zucchero decisamente molto ricco nonostante il cielo grigio e velato. Elongato N/S, ha un fondo granuloso sul quale sono sovrapposte decine di deboli astri. Aumenta di densità verso il centro. A 115x pare di riconoscere deboli strutture lineari interne, che disegnano una forma a croce. Stimo una dimensione massima di 8’x5’.
NGC 2371-72 “Double Bubble Nebula”
Prima volta che osservo questa piccola planetaria, a circa 2,5° a SO di Castore.
Compare in distolta come una piccola sagoma elongata N/S, molto spettrale e grigiata. Se l’identificazione appare abbastanza agevole, altro discorso riuscire a confermare i particolari. Pare avere un rinforzo di nebulosità posta all’estremità SO [NGC 2371], vista come un leggero globulo.
165x: guadagna di contrasto, ma il cielo è molto grigio. Ha forma bilobata come un 8 allungato per circa 1,5’: è evidente la strozzatura tra i due lobi, questi dalla forma quadrangolare e di diversa densità.
A SO è NGC 2371, il più nebuloso e compatto a forma di pallone da rugby, disposto trasversalmente in direzione E/O. Ho la sensazione che inglobi una stellina sul lato Ovest, dato che questa parte risulta molto più densa rispetto al lato opposto (???).
L’altro lobo di NE è NGC 2372. Appare più aperto ed elongato, diafano, con il bordo Ovest più marcato e con una probabile struttura lineare interna (forse qualche gioco di contrasti?).
La visione rimane molto al limite. Ritorno un paio di volte a riosservarla e ogni volta le dedico molti minuti, ma i particolari sono molto sfuggenti. [nessun cenno riguardo alla nana bianca, che in effetti viene stimata di 14,8 mag]
---prima parte---
Qualche luce che si accende, poi si spegne, qualche auto che ritorna giù al paese, e lentamente si fa sera.
Nel frattempo dispiego il telone cerato in uno spiazzo sgombro da neve: c’è umidità nell’aria. Monto il dobson con calma e ho già le mani congelate: meglio che mi imbacucchi ancora un po’!
La Luna di poco più di 1gg è una bellissima falce con una evidente luce cinerea blu metallica, distinguo a occhio nudo la macchia scura dell’Oceanus Procellarum sul bordo Sud Ovest, in contrasto con le terrae circostanti.
Sto collimando quando un’auto arriva e si posiziona accanto: curiosi? Imboscati? Polizia?? Mi saluta come un vecchio amico da sempre conosciuto. Sono colto di sorpresa! Ci metto un po’ a collegare le info, il mio neurone lavora prossimo allo zero assoluto :D tant’è che mi balena in mente un’idea che non mi pare vera: “Scusa ma sei Gitt?”. “Sì, ciao!”. Non contengo l’abbraccio!!!
Solo per questo incontro inaspettato nell’ultimo posto del mondo e in una notte qualsiasi dell’anno ringrazio il giorno in cui alzai per la prima volta gli occhi al cielo, e ancora di più la volta in cui scoprii l’esistenza di questo fantastico forum!!!
Per me potrebbero bastare queste poche e sconfusionate righe per terminare qua il report, ancora prima di iniziare a trascriverlo :D
Per chi vorrà seguirmi nella lettura delle prossime note, aggiungo qualche informazione della serata e il programma che mi ero prefissato, tenendo conto in quale stato d’animo e con quale gioia abbia proseguito l’osservazione, nonostante il meteo sfavorevole.
Inizio le osservazioni alle 20. Il tramonto limpido lascia il passo a velature che già sopraggiungono da Est e offuscano il cielo a partire dalle 21, accompagnate da folate di vento improvvise. La mia NELM stimata negli attimi in cui il cielo si liberava da velature è stata di 5,3, ma per la maggior parte del tempo il cielo è stato praticamente latteo di mag 4 –tipico cielo semi-urbano. L’IL a SE, S e SO ha fatto il resto.
Il seeing è risultato variabile da buono 4-5/10 peggiorato a mediocre 6/10: su Giove ho stimato 3 della scala Antoniadi, Pulcherrima non sono riuscito a risolverla. Vento da lieve brezza a occasionali raffiche al suolo. Medio jeat stream.
Il motivo dell’uscita è stato il primo test del nuovo atlante Interstellarum Deep Sky Atlas (gli stessi dell’utilissimo ReiseAtlas di cui non posso più fare a meno).
A differenza dello Sky Atlas 2000.0 e dell’Uranometria, questo atlante ha il vantaggio di indicare la visibilità degli oggetti indicati con diversi grassetti e suddivisi in 3 categorie: visibili in telescopi da 4’, 10’ e 12’. Grazie a questa semplicissima suddivisione, incrociando le note del mio diario, mi sono accorto di quanti oggetti letteralmente mi sfuggivano da sotto il naso semplicemente perché non sapevo della loro esistenza, o quante volte ho penato per scorgere galassiette ai limiti della visibilità quando al loro fianco erano presenti galassie ben più visibili e particolari. In più sono indicati oggetti di cataloghi veramente poco noti, tra tutti ammassi aperti e neb. planetarie. Inoltre (cosa che per me ha un fascino particolare) è un vero gioiellino di grafica editoriale :D
Inizio subito con Orione, che si trova poco oltre il transito al meridiano in zona per ora libera da velature. Gli obiettivi sono un trio di AA di crescente profondità, a partire dal bellissimo NGC 2169.
NGC 2169 “37 Cluster”
A 64x è un piccolo e luminoso ammasso aperto, e già una piacevole sorpresa: appaiono infatti da subito le due concentrazioni stellari a disegnare il numero “37” con stelline luminose e ravvicinate. È anche abbastanza concentrato (me lo aspettavo decisamente più ampio): stimo dimensioni 6’X3’.
115x: migliore visione. Le due concentrazioni sono nettamente separate tra loro di circa 2’. Nel numero “3” conto 12 stelline con un ampio range di mag. Tra tutte spicca una stellina bianca (Struve 848) di circa 8 mag, che si rivela una bella stretta doppia [sep. 2,5”] con la secondaria bianca di 9 mag
[Scopro in seguito trattarsi di una doppia molto nota dai doppisti, con una terza compagna che però non sapevo di dover cercare].
Il numero “7” conta 6 stelline disposte a Y, con al centro una stellina bianco pallida di 9 mag e al vertice NO una larga coppia di stelline gialla e rossa [credo si tratti di Struve 448, ma non sono sicuro].
Mi sposto 5° verso NE, oltrepassando la cascatella di stelle denominata Elosser 3 (asterisma, formato da una fila di stelle di circa 9 mag per 1° di estensione N/S) e incontro Skiff 5, un modesto AA. È di media concentrazione stellare sopra un’area a forma di goccia. Percepisco una media densità debole e quasi “nebulare”, sulla quale risolvo solo poche decine di deboli stelline a partire dalla 11 mag.
115x: conto 15 stelline per lo più disposte tutt’attorno al perimetro dell’ammasso, il cui interno appare ancora omogeneo e di impressione nebulosa, anziché granulosa.
1° verso E, in campo povero di stelle, ricerco il terzo target, aumentando leggermente la difficoltà. FSR 929 è un AA piccolo e molto debole.
Riesco a distinguere difficilmente a 115x solo 4 stelline di 12-13mag ravvicinate a mo’ di corona, in distolta noto la tenue granulazione a vaga forma di cuneo, molto diafana e più densa al vertice di NO. L’interesse aumenta ricercando a meno di 5’ sul fianco NE la piccola planetaria J 900. La confermo solo con blink dell’OIII.
115x: di aspetto quasi stellare (ma non puntiforme), si dispone in un triangolo con altre 2 stelline che ne aiutano l’identificazione. Stimo di 12 mag, di tonalità grigio-cenere. Comunque ha un buon contrasto nonostante la bassa lum. sup.
[Mi affascinano sempre le “strane coppie” come questa. Sicuramente dovrò ritornarci in altre occasioni per avere ulteriori riscontri.]
Le velature iniziano a compromettere le osservazioni, ma non voglio rinunciare a cercare NGC 1999, che non sapevo neppure della sua esistenza fino al report di zanzao del mese scorso. Nonostante si trovi proprio sotto a M42, non sapevo fossero visibili altre nebulosità oltre naturalmente a M42, M43 e il complesso della Running Man. L’atlante segna di particolare interesse anche vdB 54 (1,5° a SE di M42) e per l’appunto NGC 1999.
È una nebulosa a riflessione, una densa macchietta nebulosa vagamente tondeggiante ma piccola, compatta e lattea, che ingloba al suo interno una bianca stellina a malapena distinguibile nel chiarore riflesso della nebulosa. Mi stupisco di quanto sia brillante (per il tipo di oggetto) e compatta, di forma tondeggiante [dim 2’x2’] con bordi irregolari che sfumano a mo’ di piccoli raggi.
115x: appare come composta da due nebulosità sovrapposte: una triangolare centrale e dalla densa lum. sup.; l’altra di fondo tondeggiante molto più debole, sfumata con piccole raggiere. La stellina appare legg. decentrata.
[Di questa nebulosa è famosa una immagine dell’Hubble, nella quale risalta il globulo oscuro a ridosso della regione centrale, chiamato Parsamian 34. O’Meara suggerisce il soprannome di “13th Pearl”, ma questa Perla Nera centrale proprio non sono riuscito a vederla.]
Passo a osservare alcuni oggetti facili nei Gemelli, con un cielo velato di 4 mag.
NGC 2420
È un bellissimo AA, la tipica spolverata di zucchero decisamente molto ricco nonostante il cielo grigio e velato. Elongato N/S, ha un fondo granuloso sul quale sono sovrapposte decine di deboli astri. Aumenta di densità verso il centro. A 115x pare di riconoscere deboli strutture lineari interne, che disegnano una forma a croce. Stimo una dimensione massima di 8’x5’.
NGC 2371-72 “Double Bubble Nebula”
Prima volta che osservo questa piccola planetaria, a circa 2,5° a SO di Castore.
Compare in distolta come una piccola sagoma elongata N/S, molto spettrale e grigiata. Se l’identificazione appare abbastanza agevole, altro discorso riuscire a confermare i particolari. Pare avere un rinforzo di nebulosità posta all’estremità SO [NGC 2371], vista come un leggero globulo.
165x: guadagna di contrasto, ma il cielo è molto grigio. Ha forma bilobata come un 8 allungato per circa 1,5’: è evidente la strozzatura tra i due lobi, questi dalla forma quadrangolare e di diversa densità.
A SO è NGC 2371, il più nebuloso e compatto a forma di pallone da rugby, disposto trasversalmente in direzione E/O. Ho la sensazione che inglobi una stellina sul lato Ovest, dato che questa parte risulta molto più densa rispetto al lato opposto (???).
L’altro lobo di NE è NGC 2372. Appare più aperto ed elongato, diafano, con il bordo Ovest più marcato e con una probabile struttura lineare interna (forse qualche gioco di contrasti?).
La visione rimane molto al limite. Ritorno un paio di volte a riosservarla e ogni volta le dedico molti minuti, ma i particolari sono molto sfuggenti. [nessun cenno riguardo alla nana bianca, che in effetti viene stimata di 14,8 mag]
---prima parte---