Sì certo, grazie della correzione! Vixen VISAC 200 o VMC200L come scritto sopra. In alternativa il classico SCT, C8 o Meade 8.
Visualizzazione Stampabile
Sì certo, grazie della correzione! Vixen VISAC 200 o VMC200L come scritto sopra. In alternativa il classico SCT, C8 o Meade 8.
Come primo strumento starei comunque sul mak127 e investirei i soldi su una buona montatura che mi resterebbe in caso di aggiornamento del telescopio. Parlando di nuovo il mak costa sui 400-450€, una heq5-pro gira sui 1500-1700€, con quello che avanzi dal tuo budget di 2500€ compri una buona diagonale e magari un oculare.
Con heq5-pro un domani potrai montare un 8 pollici, SCT o Visac e VMC.
Parlo per esperienza diretta, se guardi la mia strumentazione.
Il VMC200L è un gran bello strumento ma ci sono ben tre parti su cui intervenire per collimarlo e io di collimazione ne voglio sentir parlare il meno possibile; sul mak "classico" si collima solo il primario e se sono fortunato e arriva già collimato di fabbrica sto a posto per un bel pezzo, anche considerato che non lo muoverò di casa. Restando sulle marche prestigiose piuttosto un mewlon 180, che c'è assai meno da collimare, ma nuovo supera i 2000 e poi sotto uno strumento così non vuoi metterci una montatura di pari blasone? E qui il budget si supera non di poco. Lo scaiuocher sarà anche un cinesone ma gioco sul rapporto qualità/prezzo.
io, se dovessi prendere un mak 180 (rarissima rivendibilità!) prenderei un c8, molto più versatile in ogni campo!
Il VISAC 200 o il VMC200L sono strumenti di assoluto livello che però, a mio avviso, richiedono un po' di esperienza, dedizione e un minimo di pazienza per un set up che ne possa far emergere le notevoli qualità. Personalmente spero di prenderne uno tra qualche anno.
E già, rispetto a uno SCT 8" ha circa 2 kg in più di vetro da portare in temperatura; però se ben acclimatato (e collimato ovviamente), ha un minimo di contrasto un più e una immagine più "tagliente" rispetto allo SCT, nonostante i due cm in meno (provati fianco a fianco), tutto ciò a parità di ingrandimenti.
Del mak 180 della Skywatcher ne ho sempre sentito parlare in termini strepitosi su luna e pianeti, ma tra questo ed il C8 l'anno scorso ho scelto quest'ultimo in quanto di uso più universale e, pur finendo quasi sempre alla fine per osservare Sole, Luna & pianeti, mi andava anche di gettare un'occhiata anche agli oggetti del profondo cielo (a Giu@gno col C8 M57 immersa in un mare di stelline era una visione molto bella); qui concordo con etruscastro. @Angelo_C. Non riesco a capire come il mak da 180 mm sia migliore del C8, se quest'ultimo ha un'ostruzione di 0,34 penso che anche il mak in questione non scherzi.
I mak hanno un’ostruzione intorno al 29% quindi la differenza e minima.
Ci sono comunque discussioni già svolte:
https://www.astronomia.com/forum/sho...-C8-vs-Mak-180
La differenza d'immagine tra SCT e Mak è soprattutto sul controllo dell'aberrazione sferica.
Lo SCT per correggere la sferica (ha primario e secondario sferici) si affida alla sua lastra correttrice, questa ha una curvatura del 4° ordine (bella complicata) ed è calcolata per una specifica distanza (di progetto) tra primario e secondario, ovvero quella che da come risultante la focale nominale.
Questo vuol dire che per distanze primario-secondario diverse da quella di progetto (ad esempio quando si avvicinano gli specchi tra loro, per estrarre il fuoco, si aumenta gradatamente anche la focale risultante), la sferica non è più perfettamente corretta e più ci si allontana dalla condizione di progetto e più peggiora la correzione sferica.
Nel mak si utilizza un menisco (bello spesso) con curvatura sferica omologa a quella del primario (e del secondario nel caso del Gregory, che ha la parte interna del menisco alluminata), che mantiene la correzione sferica anche per distanze primario-secondario diverse da quella di progetto, ovvero (come nello SCT) quella che da come risultante la focale nominale dello strumento.
Quindi in hi-res dove gli alti ingrandimenti fanno vedere i "guai" provocati da una sferica non ben corretta, il Mak è sempre* in condizioni "aberrometriche" ottimali, mentre lo SCT no, per questo le immagini di uno strumento da 180 mm solitamente (non sempre) sono più "taglienti" di uno strumento da 203 mm.
(*): effettivamente anche nel Mak se la distanza tra pimario e secondario si riduce troppo, la correzione sferica va riducendosi, ma di una quantità molto inferiore rispetto a quella di uno SCT, quindi a meno che non si debba estrarre moltissimo il fuoco da un Mak, difficilmente la cosa diventa percepibile (forse in fotografia si).