Discussione: L'Energia Oscura potrebbe non esistere
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Oggi, 10:20 #1
L'Energia Oscura potrebbe non esistere
Apro questa discussione basata sul mio penultimo lavoro che cerco di sintetizzare al massimo.
Secondo una recente pubblicazione (https://doi.org/10.4236/jhepgc.2025.114092), basata su una teoria non ortodossa, chiamata 4DEU (4-Dimensional Electromagnetic Universe – teoria dell’Universo Elettromagnetico Quadridimensionale (https://amzn.eu/d/e2jG9TG), l’energia oscura non esiste nella realtà.
Per capire perché, bisogna prima ricordare da dove nasce l’idea dell’energia oscura.
**Perché la cosmologia standard ha introdotto l’energia oscura?**
Nel modello ΛCDM (comunemente chiamato “teoria del Big Bang”), l’espansione dell’Universo viene misurata tramite il **parametro di Hubble**.
Oggi usiamo H₀, mentre a epoche cosmiche diverse si usa H(z), ottenuto dallo spostamento verso il rosso *z* delle galassie.
Il comportamento osservato di H(z) — ricavato da supernove e altre sonde cosmologiche — risulta **più alto del previsto** a bassi redshift (z).
Questo è stato interpretato come un’accelerazione dell’espansione.
Per far tornare i conti, nell’equazione standard che descrive H(z) nella teoria del Big Bang sono stati introdotti **due componenti aggiuntive**:
* **Λ (energia oscura)** → per spiegare l’apparente accelerazione,
* **Ωₘ (densita di materia oscura)** → per spiegare la gravità osservata su grandi scale.
La relazione standard di ΛCDM è:
H(z) = H(0) · √[ Ωₘ(1+z)³ + Ω_Λ + Ωᵣ(1+z)⁴ ]
Senza Λ e senza materia oscura, questa formula non riproduce l’accelerazione osservata.
Da allora, l’energia oscura è diventata il 70% dell’intero contenuto dell’Universo… ma:
a) non è mai stata osservata direttamente,
b) non se ne conosce la natura fisica,
c) esistono enormi discrepanze nelle misure del parametro H₀ (la famosa “Hubble tension”).
**La proposta alternativa 4DEU**
Secondo un lavoro pubblicato nel 2025, esiste una prospettiva diversa: e se l’accelerazione non fosse reale, ma solo un’illusione geometrica?
Nella 4DEU l’Universo non è descritto come nello schema tradizionale (3+1) in cui il “tempo” è soltanto una coordinata astratta: **qui la quarta dimensione è una vera dimensione spaziale fisica**, mentre ciò che percepiamo come “tempo che scorre” è semplicemente l’effetto della sua continua espansione.
**Percepiamo il tempo in questo modo perché viviamo nella parte tridimensionale dell’Universo reale quadridimensionale: la quarta dimensione spaziale non possiamo vederla come spazio, e quindi la registriamo soltanto come tempo che scorre.**
Noi viviamo sulla superficie tridimensionale dell’univreso reale 4D, e il “raggio” di questa ipersfera — la quarta dimensione — si espande a velocità costante (c).
L’apparente accelerazione che misuriamo sarebbe quindi una **proiezione geometrica** della crescita 4D vista dall’interno della sua superficie 3D (dove viviamo).
Risultato principale: la relazione lineare
H(z) = H₀(1+z)
Quindi, applicando la geometria 4D, emerge una previsione semplice e sorprendente: H(z) = H₀(1+z).
Questa relazione non richiede né energia oscura né parametri aggiuntivi.
Il lavoro confronta questa previsione con dati **modello-indipendenti** (*model-independent*), cioè misure che non assumono un modello cosmologico per essere ricavate.
I dati modello-indipendenti:
- sono ottenuti da **misure dirette** (supernove, cosmic chronometers),
-non usano ΛCDM come ipotesi di partenza,
- e quindi possono essere confrontati in modo equo sia con ΛCDM sia con qualunque teoria alternativa, **inclusa la 4DEU**.
Il risultato: la relazione lineare della 4DEU si adatta molto bene, cioè in modo statisticamente significativo, ai dati. In altre parole, la relazione H(z)=H₀(1+z) riproduce i dati senza Necessità di alcuna energia oscura o altra componente esotica.
**Dal lavoro emerge anche una possibile soluzione alla “Hubble tension”**
La *cosiddetta "tensione di Hubble"* è il disaccordo tra due modi indipendenti di misurare la velocità di espansione dell’Universo (il valore di H₀). Guardando l’Universo “vicino”, con supernove e galassie locali, si ottiene un valore più alto (≈ 73). Guardando invece l’Universo primordiale attraverso la radiazione cosmica di fondo (CMB), si ottiene un valore più basso (≈ 67).
Poiché entrambe le misure sono molto precise ma tra loro incompatibili, questa discrepanza è diventata uno dei problemi più discussi della cosmologia moderna.
Nel lavoro citato, il confronto con i valori osservativi porta a questi risultati:
- Usando il valore **Planck, **cioè il dato derivato dalla CMB,** (H₀ ≃ 67 km/s/Mpc)**, la compatibilità statistica è **altissima**.
- Usando il valore **SH0ES**, cioè quello derivato dal'Universo Vicino"** (≈ 73 km/s/Mpc)**, la compatibilità **crolla**.
- Il rapporto di verosimiglianza è **219:1 a favore del valore Planck**.
In altre parole, nell’ambito della 4DEU, la tensione di Hubble scompare perché l’espansione “accelerata” non è reale — è un **effetto prospettico generato dalla geometria 4D**, non una nuova forma di energia.Ultima modifica di dommag63; Oggi alle 11:16
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