Discussione: Terraformazione, la prossima frontiera
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16-05-2015, 11:54 #41
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Re: Terraformazione, la prossima frontiera
E dai, era solo una battuta di spirito, tanto per dire che che sui temi esposti c'è concordanza d'idee.
Passare nell'arco di 50 anni dalle schede perforate agli schermi tattili e ai comandi vocali non significa che da domani comincerà la colonizzazione del Sistema Solare...
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16-05-2015, 19:02 #42
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Re: Terraformazione, la prossima frontiera
perfetto!
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18-05-2015, 14:46 #43
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Re: Terraformazione, la prossima frontiera
Rimanendo attinente al tema dell'articolo, secondo me il problema più grosso sarebbe non tanto quello di avere condizioni climatiche adatte al supporto di una biosfera "terrestre" (che già non è una passeggiata), quanto piuttosto l'"impiantamento" di una biosfera stabile e sostenibile. Quella terrestre ha avuto a disposizione miliardi di anni di evoluzione, e ciononostante non ha raggiunto un vero e proprio equilibrio stabile, ma piuttosto si sono sviluppati sistemi di auto-regolazione che tendono ad annullare o per lo meno dilazionare nel tempo determinati cambiamenti (che possono essere dovuti a cause sia endogene che esogene), e consentire ai vari ecosistemi di adattarsi... o lasciare il posto ad altri.
Ho come l'impressione che, complici romanzi film e serie TV di fantascienza di qualità medio-bassa, si pensi che basti esportare qualche decina di specie di flora e di fauna accuratamente selezionate per sostenere la vita umana su altri mondi. Se questo può essere sufficiente per andare avanti qualche anno all'interno di cupole pressurizzate sperimentali, non sono convinto che si possa applicare su larga scala.
Per come la vedo io, se anche l'uomo tecno-dipendente di oggi avesse i mezzi e le risorse per giocare con Marte e provare a farlo diventare una brutta copia della Terra, non sarebbe in grado di evitare l'alternarsi di crescite incontrollate e carestie che ne seguirebbero, dimostrando che non avrebbe imparato nulla dal passato.
Allora, adesso chi è il pessimista?
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18-05-2015, 16:06 #44
Re: Terraformazione, la prossima frontiera
Mi distraggo un attimo e mi perdo questa bellissima discussione
Mi pare di ricordare un bel romanzo di Heinlein (?) sul "terraforming" e la soluzione era mista. Si adattavano sia i pianeti sia gli uomini, si cercava una giusta via di mezzo a seconda delle situazioni. Per esempio per un pianeta completamente coperto d'acqua si trasformava l'uomo in anfibio. E' bello parlarne, ma secondo me il problema principe è sempre la difficoltà da superare per i viaggi spaziali. Se si potesse vivere su Marte e non sulla terra, chi deciderebbe quali persone (poche centinaia immagino!) salvare.
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19-05-2015, 00:24 #45
Re: Terraformazione, la prossima frontiera
Gaetano, bella l'idea della soluzione mista! Ecco, abbiamo trovato un ottimista
. Riguardo chi salvare, io direi che se si è stati capaci di terraformare un pianeta, la tecnologia sarà tale da poter trasportarvi un numero altissimo di terrestri. In fondo, i trasferimenti non dovrebbero essere così repentini.
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19-05-2015, 00:26 #46
Re: Terraformazione, la prossima frontiera
Ragazzi, mi piacerebbe sapere da Enrico e da tutti voi cosa ne pensate del progetto Mars One, quello che a partire dal 2026 (credo) dovrebbe portare astronauti su Marte, 4 alla volta, per un viaggio senza ritorno...
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19-05-2015, 04:45 #47
Re: Terraformazione, la prossima frontiera
Francesca effettivamente volevo parlarne ma mi hai anticipato
. Sostanzialmente la missione Mars One sarà con buona probabilità un suicidio ma è possibile che fallisca del tutto ancor prima di essere avviata alla fase finale. Le previsioni sulla base del progetto attuale ci dicono che i coloni moriranno entro 70 giorni, per soffocamento, fame o incenerimento. Di fatto Mars One ha già posticipato la data di lancio prevista per il 2024 al 2027 a causa di una mancata approvazione progettuale per il robot di esplorazione il cui lancio era previsto per il 2018.
Ci sono molti fattori da prendere in considerazione, di natura anche molto diversa fra loro.
1) Gli astronauti non avranno con loro provvigioni per iniziare la vita su Marte, il che significa che dovranno arrangiarsi coltivando piantagioni. La superficie richiesta per coltivare e sostenere il fabbisogno alimentare degli astronauti è molto più grande di quella che sarà di fatto disponibile con l'attuale progetto (almeno un fattore 4). Questo provocherebbe grossi deficit nella produzione alimentare e di conseguenza l'impossibilità di sostenere la colonia.
2) Creare condizioni abitabili in una base marziana è in effetti meno semplice di quanto si immagini. Primo fra tutti l'ossigeno. L'ossigeno creato dalla grande quantità di piante sarà anch'esso in sovrabbondanza. Non basta infatti creare ossigeno e basta, ma il problema principale è mantenerlo alla percentuale adeguata. Una produzione di ossigeno eccessiva aumenterebbe notevolmente i rischi di incendio. Allo stato attuale l'unica tecnologia per eliminare l'ossigeno è l'uso di azoto, che però è necessario per pressurizzare gli ambienti. Questo consumerebbe le risorse di azoto rapidamente portando gli astronauti a morire per asfissia nell'arco di poche settimane.
3) Esiste il grosso limite del budget finanziario, che è dichiarato intorno ai 6 miliardi di dollari. Allo stato attuale coprono a mala pena meno di 500 mila dollari, una frazione piuttosto piccola del budget richiesto. E' improbabile che racimolino il resto e anche se riuscissero, pare che il budget stimato sia di fatto molto al di sotto di quello che occorrerebbe, addirittura di un fattore 10 per l'intero arco della missione (10 differenti lanci di 4 persone ciascuno).
4) La schermatura da radiazioni in un viaggio da Terra a Marte che dura la bellezza di 6 mesi, è ancora in fase di miglioramento e neanche la NASA ha attualmente ottenuto una soluzione valida. I rischi sono estremamente elevati e ciò comporterebbe nei casi migliori la sterilizzazione di tutti gli astronauti, con l'impossibilità di procreare per il resto della vita.
5) I problemi psicologici sono inquantificabili. Per quanto allenate possano essere delle persone che tra le altre cose, hanno iniziato un percorso di formazione astronautica solo ad una età avanzata (a differenza di astronauti veri e propri che scelgono quel percorso fin dall'adolescenza), non è possibile quantificare gli enormi problemi che potranno sorgere dall'imporre un viaggio senza ritorno. Inoltre, l'equilibrio di un gruppo di astronauti diventa rapidamente molto delicato man mano che si aggiungono persone alla colonia.
Ho anche conosciuto una candidata degli ultimi 100 finalisti Mars One quando sono stato in visita all'Università di Birmingham pochi mesi fa e ve lo dico francamente ragazzi (soprattutto a dire di tutti i colleghi li che la conoscono), non stava molto bene di testa...il che è preoccupante. Questo può già dare una idea chiara del livello di selezione in corso e del tipo di persone che sono tenute in considerazione per una missione del genere.
E' probabile che assisteremo ad un macabro show televisivo, oppure che la cosa svanirà nel nulla tra il silenzio della stampa...ancora comunque è presto per dirlo. Il leader del progetto Lansdorp si mostra ovviamente molto fiducioso e sostiene che gli studi fatti fino ad ora sul loro progetto siano di fatto sbagliati. Francamente sono molto scettico in merito alla riuscita di una missione del genere, per quanto affascinante essa possa essere.Ultima modifica di Enrico Corsaro; 19-05-2015 alle 04:53
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19-05-2015, 19:34 #48
Re: Terraformazione, la prossima frontiera
Io aggiungo il mio scetticismo, ma in relazione allo scopo e quindi all'utilità di una missione del genere. Qui non si parla di arricchire le proprie conoscienze scientifiche su quel pianeta e sul sistema solare in genere, si sta pianificando la colonizzazione di un pianeta senza che al momento vi sia alcuna necessità di farlo. Se lo scopo fosse quello di raccogliere dati scientifici, potrebbero forse bastare le sonde ed i robot già inviati. Se si vuole invece prefigurare una possibile alternativa di vita nel caso in cui un qualche disastro colpisse la Terra, si porrebbe il tragico ed antipatico problema della selezione di chi avrebbe diritto a sopravvivere, dando per scontato che dieci milardi di persone (tanti saremmo quando il progetto sarà attuabile) non possono svolazzare tutti fino a Marte.
Il progetto mi pare quindi viziato fin dalle origini: non si sta parlando di stabilire una base scientifica in Antartide, da cui immagino che lo staff ogni tanto torni a godersi il calduccio di casa propria. Certo, nessuno impedisce a dei volontari di andarsi a stabilire in colonia stanziale in qualunque angolo del sistema solare. Siceramente però non mi sembra la priorità più incombente. Soprattutto tenendo conto del rapporto costi/benefici.
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19-05-2015, 19:46 #49
Re: Terraformazione, la prossima frontiera
E' sempre difficile, se non impossibile, individuare il rapporto costi/benefici nella ricerca scientifica. Un'operazione del genere, a mio avviso, va inquadrata come "ricerca scientifica". Penso all'LHC. Non si sarebbe mai potuto realizzare per i costi che si sono affrontati, eppure oltre all'Higgs e ad una migliore comprensione del Modello Standard, ha portato molti miglioramenti tecnologici.
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19-05-2015, 19:48 #50
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Re: Terraformazione, la prossima frontiera
Questa missione mi sembra controproducente: il suo probabile fallimento porterebbe ad un sicuro stop alle esplorazioni spaziali. Sono sicuro che costerebbe molto meno simulare un ambiente marziano sulla terra (gravità a parte) o anche su una stazione spaziale (così anche la forza di gravità è a posto). Così facendo, si potrebbero individuare i punti deboli della missione e porvi rimedio.
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