Discussione: telescopi, cosa c'è da sapere. Rifrattori
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17-05-2012, 10:44 #1
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telescopi, cosa c'è da sapere. Rifrattori
Telescopio rifrattore:
il telescopio rifrattore è lo strumento che più si avvicina all’immaginario collettivo di “telescopio”.
Si distinguono sostanzialmente di due tipi:
il “Galileiano”: è un sistema ottico semplice, composto da una lente anteriore, che funge da obiettivo ed è positiva e da una lente posteriore, che funge da oculare negativo. La lunghezza focale dell'obiettivo deve essere pari a quella dell'oculare sommata alla distanza. I vantaggi sono nella praticità dell'ausilio utilizzato con la limitazione ad un basso numero di ingrandimenti.
telescopio galilei.jpg
( telescopio originale realmente usato da G.Galilei)
Il “Kepleriano”: si differenzia da quello Galileiano per la presenza di due lenti entrambe positive, distanziate da una distanza pari alla somma delle due lunghezze focali. Con questo ausilio si aumenta notevolmente l'ingrandimento e la percezione periferica, anche se l'immagine viene capovolta. La lunghezza dell'ausilio risulta quindi maggiore rispetto al telescopio galileiano, per la presenza di un prisma raddrizzatore dell'immagine
Il telescopio rifrattore è formato da un “tubo” di metallo che funge anche da “lunghezza focale” e da 2 o 3 lenti spaziate tra esse (i più performanti e moderni sono composti da 3 lenti), in tale modo l’immagine viene focalizzata in un singolo punto, la dove si innesterà l’oculare.
Per la sua particolare costruzione fisica, meccanica e ottica, il rifrattore è lo strumento astronomico che rende le immagini più contrastate e nitide tra le varie configurazioni ottiche, ma di conseguenza è quello che ha i costi di produzione più alti, dato che risulta molto più complesso lavorare le lenti anziché gli specchi (come a differenza si usano su telescopi newton e simili), questo è il motivo per cui, nell’ ambito amatoriale, difficilmente si trovano in commercio rifrattori oltre i 150mm di apertura, un secondo aspetto della lavorazione delle lenti sono i pesi che rendono questa tipologia di strumenti (oltre un certo diametro) difficoltosi da manovrare.
rifratt.gif
( dettaglio ottico costruttivo del telescopio rifrattore)
Un difetto che si riscontra nei rifrattori, è il residuo cromatico, dovuto proprio dalla impossibilità di lavorare le lenti in modo perfetto, per ovviare a questo problema si allontana la spaziatura tra le lenti, mentre i rifrattori più moderni montano appunto una lente in più e in ED (vetro a bassa dispersione), questi strumenti prendono il nome di APOCROMATICI, sono strumenti superiori meccanicamente ed otticamente.
L’ottica del rifrattore APO è formata (sostanzialmente) da 2 lenti differenti per curvatura e materiale. Una lente del “doppietto” è spesso realizzata usando un vetro a bassa dispersione (ED), alcuni obiettivi APO utilizzano addirittura 3 o più lenti. I telescopi APO sono generalmente adatti all’osservazione di tutti gli oggetti celesti offrendo immagini sia visuali che fotografiche di altissima qualità; essi sono limitati solo dall’apertura spesso modesta dato i costi molto elevati. Esistono anche APO più vocati all’astrofotografia e si distinguono dai primi per il rapporto focale più elevato ( solitamente un f.4/6 anzichè i “soliti” f.7/10) e per la presenza di uno spianatore di campo che garantisce un campo inquadrato quasi perfettamente piano.
Dettaglio costruttivo del telescopio rifrattore Apocromatico:
rifrattore APO.jpg
Il rifrattore è uno strumento particolarmente adatto per l’osservazione degli oggetti del sistema solare, Luna, pianeti e le principali stelle doppie, proprio in virtù del fatto che i rifrattori hanno un’incisione maggiore di dettagli, e per natura (per limitare il cromatismo) hanno un rapporto focale che si aggira tra f.10 e f.15.
PRO: dettagli incisi degli oggetti osservati-
CONTRO: prezzi relativamente alti nel rapporto diametro/prezzi – cromatismo residuo percepibile – ingombro dello strumento (difficile usarlo su balconi) - in determinate zone del cielo la difficoltà di trovare una posizione “comoda” per l’osservazione –
Sotto: telescopio rifrattore
rifrattore.jpg
Sotto telescopio rifrattore Apocromatico:
Skywatcher_80_ED_APO.gif
N.B. le immagini sono tratte liberamente da google immagini
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17-05-2012, 12:34 #2
Re: telescopi, cosa c'è da sapere
bravo complimenti per l'articolo
"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana...ma non sono sicuro della prima!" (Albert Einstein)
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17-05-2012, 13:40 #3
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Re: telescopi, cosa c'è da sapere
ottima spiegazione!
Telescopio detto Monster : SkyMaster 25012 (riflettore da 10"), montatura equatoriale EQ6 motorizzata
Fotocamera Nikon Z50 mirrorless con sensore in formato DX, adattatore FTZ
tele MTO 500mm, Nikkor 18-50mm,Tamron 70-300mm, tele JINTU 420-800mm
Fotocamera Nikon Coolpix P900 (focale 2000mm ottico, zoom 4x digitale), filtro Hoya NDPro 100k
Montatura equatoriale eq1 motorizzata
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17-05-2012, 15:00 #4
Re: telescopi, cosa c'è da sapere
Complimenti
ottimo testo, e....... attendo il seguito sui riflettori.
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18-05-2012, 17:29 #5
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Re: telescopi, cosa c'è da sapere
Il telescopio riflettore
Il telescopio riflettore, o più comunemente chiamato newtoniano, prende il nome dal suo inventore, sir. I.Newton.
La particolarità di questa conformazione ottica è rappresentata, a differenza dei telescopi rifrattori, da un “tubo” di metallo aperto e dall’uso, anziché di lenti difficili da lavorare e costose, da uno specchio primario (generalmente parabolico) e da uno secondario che occorre per focalizzare l’immagine negli oculari.
Il telescopio newtoniano forse è il più usato dalla comunità astrofila dovuta al contenimento dei costi di fabbricazione e dall’universalità dell’ uso , dal momento che “tecnicamente” è più semplice lavorare specchi anziché lenti, questo comporta per l’acquirente la possibilità di dotarsi di telescopi di diametro “generoso” ad un prezzo relativamente contenuto.
La configurazione ottica a riflessione è usata su vari tipi di telescopio , dal newtoniano al dobson, al Schmitd Cassegrain ai Maksutov, ai Ritchey Chretyen, configurazioni che ne parleremo più avanti.
Il riflettore è usato tanto quanto dai visualisti (astrofili che si dedicano esclusivamente all’osservazione ad occhio nudo) che dagli astrofotografi, dato che il telescopio in questione ha un rapporto focale generalmente basso ( di consuetudine f.5) che lo rende particolarmente “luminoso” per le esposizioni delle varie reflex, webcam, ccd……
PRO: prezzi contenuti rapportati al diametro di apertura- universalità dell’uso, si va dall’osservazione planetaria all’osservazione di oggetti estesi e soprattutto deep sky- possibilità per l’uso fotografico-rapidità di acclimatamento dello strumento
CONTRO: facilità di scollimazione della lente, quindi attenzione nel trasporto (anche se riallineare gli specchi è più semplice di quello che si pensa)- scomodità di osservazione negli oculari in determinate porzioni del cielo (se lo strumento è montato su equatoriale!) talvolta occorre munirsi di banchetti o scalette- tubo monolitico (si và dai 500/650mm ai 1000/1200mm di focale) quindi sconsigliato per osservazioni in luoghi stretti ed angusti (balconi)
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20-05-2012, 09:01 #6
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Re: telescopi, cosa c'è da sapere
DOBSON
Il telescopio dobsoniano, o più semplicemente dobson, è sicuramente la configurazione ottica e meccanica più usata dagli astrofili visualisti, l’estrema semplicità di utilizzo e il basso rapporto diametro/costo lo portano ad essere lo strumento più commercializzato nell’ambito amatoriale.
Il principio ottico del dobson è lo stesso di quello citato per il “riflettore”, è composto da pochissimi pezzi quindi estremamente “veloce” per il montaggio/smontaggio.
Lo strumento è composto da un “tubo” metallico che funge anche da lunghezza focale, che può essere, o monolitico, cioè composto da un'unica struttura fissa o truss ,quindi il tubo può essere “collassabile”( o chiuso in parte su se stesso per semplificare e migliorare la trasportabilità soprattutto su strumenti di diametro e lunghezza focale importanti), e da una base dove va collocato il tubo ottico, per i movimenti.
Il dobson è quanto di più semplice possa chiedere l’astrofilo neofita, il tubo si muove nei movimenti alto/basso - destra/sinistra*, facile ed intuitivo senza stazionare alla polare o altri parametri che verrebbero chiesti in altri tipi di montatura (coordinate geografiche, data e ora nelle montature computerizzate).
Data l’estrema semplicità nella concezione dello strumento, si può investire l’eventuale budget a disposizione per l’acquisto, solo ed esclusivamente sul diametro degli specchi che, ricordiamo, è il parametro fondamentale da considerare per l’acquisto di un telescopio.
PRO: rapporto diametro/costi altamente vantaggioso- la possibilità, con un budget non eccessivo, di dotarsi di diametri “interessanti” anche per i neofiti- estrema semplicità di utilizzo- rapporto focale generalmente basso (f.5)-
CONTRO: pesi ed ingombri non indifferenti anche con strumenti “truss”- tempo per acclimatare gli specchi (soprattutto per diametri generosi, da 10” ai 16”), collimazione degli specchi da fare praticamente ogni serata osservativa e, delle volte anche più di una volta a sera
• Da ricordare che in quasi tutte le configurazioni ottiche dei telescopi le immagini vengono “specchiate”, muovendo lo strumento in alto le immagini andranno in basso, e muovendo lo strumento a sinistra si vedranno le immagini andare a destra!
allego foto di un dobson "esagerato":
Allegato 158
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20-05-2012, 15:33 #7
Re: telescopi, cosa c'è da sapere
Ciao, potresti mettere una discussione apposta per ogni tipo di telescopio, così per chi cerca informazioni da fuori è più facile trovare il riferimento ed è possibile aggiungere altre informazioni in seguito per ciascun tipo...
Fai le diverse discussioni - o sezioni - e ci copi quello che hai già scritto.
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20-05-2012, 18:54 #8
Re: telescopi, cosa c'è da sapere
Beh comodo da portare in macchina...che bestia di Dobson!
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20-05-2012, 19:12 #9
Re: telescopi, cosa c'è da sapere
figurati la collimazione degli specchi...
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21-05-2012, 07:26 #10
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Re: telescopi, cosa c'è da sapere
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