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  1. #61
    Nana Rossa L'avatar di Lorenzogibson
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    Re: Oculari integrativi per Dobson 150/1200

    Citazione Originariamente Scritto da Angeloma Visualizza Messaggio
    Vien però da chiedersi se chi metta il proprio marchio su un oculare (o un telescopio) non richeda al produttore che il prodotto non rispetti determinate specifiche e standard di qualità; per questo motivo, si prospetta la possibilità che oggetti apparentemente identici non abbiano in realtà prestazioni diverse ed è già successo.
    Come può anche essere che la differenza del prezzo richiesto non giustifichi tali differenze.

    Tutto sommato, se il prezzo è appetibile, vale la pena "rischiare": quasi di certo, si avrà comunque un oggetto decoroso a fronte della spesa.
    Si è possibile, ma credo sia improbabile che un grosso produttore faccia oculari dello stesso modello , ma con specifiche differenti. Comunque da una ricerca ho scoperto il sito di uno dei più grandi produttori :
    http://www.barsta.com/show_hdr.php?x...8EFOR71&xpos=8

    Se sfogliate il catalogo accessori, potete trovare tanti oculari che avete già visto con vari marchi differenti.
    solo per curiosità

  2. #62
    SuperNova L'avatar di Angelo_C
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    Re: Oculari integrativi per Dobson 150/1200

    Non èsolo questione di specifiche differenti ma anche di un disciplinare di controllo qualità piu stringente.

    Uno stesso oculare "tipo" planetary, può essere richiesto ad'una ditta OEM seguendo una certa specifica progettuale (e questo è appunto la "forma" base) ma il committente primario potrebbe avere un coating proprietario ed esclusivo (vedi baader) od altri particolari brevettati e appunto un disciplinare di controllo qualità piu stringente (caustica dell'oculare non oltre un certo diametro, tolleranze dimensionali di barilotti e filettature prefissate, ecc) che può portare ad'una certa percentuale di scarto, queste cose tutte insieme comportano un certo prezzo.

    Poi arriva il committente secondario che è alla ricerca appunto di un oculare "tipo" planetary ma di costo non oltre un certo limite, la stessa ditta OEM (per non mandare al macero tutti gli "scarti" del committente primario) gli propone il progetto che ha già in produzione, però con coating standard e con un disciplinare di controllo qualità meno stringente, quindi sottopongono a controllo i precedenti lotti scartati e si verifica l'aderenza al nuovo disciplinare e questo si può proporre a prezzo inferiore al precedente (in quanto prodotto parzialmente ammortizzato e con meno spese di controllo).

    Può capitare che i "fondi" (i prodotti che non hanno superatro nemmeno quest'ultimo disciplinare) vengano acquistati da un terzo committente (ad esempio tipo seben et simila) ad un prezzo di realizzo (sono prodotti di fatto già praticamente ammortizzati), contando sul fatto che anche se all'acquirente arrivasse un pezzo difettato (ovvero oltre il limite della decenza) gli costerebbe meno la sostituzione in solido (senza fare domande ) che fare un ulteriore controllo qualità.


    Tutto questo pippotto, per dire che sì, oculari apparentemente identici (infatti sono lo stesso progetto) possono avere prezzi molto diversi e qualità molto diverse, un esempio paradigmatico è stato il celeberrimo Scopos della baader, venduto intorno ai 600 € da detta casa con il loro esclusivo coating "phanton coating", estremamente curato meccanicamente che ha furoreggiato per qualche anno fino a completo esaurimento, riproposto pari pari da altre due (o tre) case (senza il coating proprietario baader ed altri particolari) a 450 €, a 400 €, 320 € fino a 260/280 €.
    Ultima modifica di Angelo_C; 12-04-2018 alle 11:17

  3. #63
    Nana Rossa L'avatar di Lorenzogibson
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    Re: Oculari integrativi per Dobson 150/1200

    Si, mi sembra un discorso logico e ben argomentato.
    Potrebbe però essere vero solo per marchi di un certo livello, con appunto progetti e trattamenti proprietari.
    Ma se parliamo di oculari generici, semplicemente rimarchiati , ( come i vari Teknosky, omegon, astro professional e tanti altri ) io ho il sospetto che si tratti sempre degli stessi identici oggetti, senza nessun tipo di controllo qualità.
    Le mega fabbriche cinesi credo siano completamente automatizzate, se vi è un controllo di qualche tipo , esso è all'interno di una catena produttiva, modificarla sarebbe sconveniente sia per il produttore sia per il cliente. Per questo azzardo l'ipotesi ( certo non ne ho le prove ), che gli accessori che si trovano in commercio con molti marchi ( tranne forse i più blasonati ) , siano tutti esattamente uguali a quelli che si trovano in rete alla metà o un terzo del prezzo, ma non marchiati.
    La differenza di prezzo , a mio vedere, potrebbe semplicemente essere giustificata da una logica commerciale di profitto, perfettamente lecita.
    Ultima modifica di Lorenzogibson; 12-04-2018 alle 12:35 Motivo: Correzione sintattica

  4. #64
    SuperNova L'avatar di Angelo_C
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    Re: Oculari integrativi per Dobson 150/1200

    Visto che hai fatto dei nomi di brand, posso dirti già che tecnosky lo puoi togliere dal novero dei venditori di cianfrusaglie, conosco Giuliano personalmente ed è il primo a richiedere un discreto controllo qualità dei prodotti sotto il suo marchio.

    Precisato questo, le megafabbriche cinesi, non progettano telescopi, oculari ed accessori vari che poi cercano di vendere ai "rimarchiatori", le fabbriche OEM che io sappia hanno sempre lavorato su commesse precise e questo semplicemente perché hanno la capacità industriale, ma non un settore di ricerca ed innovazione, sono dei semplici "meccanici", io ingegnere con le mie capacità faccio il progetto, poi lo dò ai meccanici e loro creano il pezzo.

    In pratica un certo brand (che puo essere anche una ditta individuale formata da una, due o tre persone con inventiva, capacità tecnica ed ingegneristica in un certo ambito), hanno un'idea (che sia un oculare o altro), la buttano giù col CAD, ci fanno sù dei calcoli (ottici, geometrici, strutturali, ecc), assemblano un prototipo (con prove ed affinamenti successivi), fino a qui le spese sono di ricerca, verifica, prototipazione e brevetti vari, ma questi signori non hanno la capacità industriale per produrre in serie la cosa, quindi si rivolgono a una di queste fabbriche, che producono in base al LORO progetto, alle LORO specifiche e con le verifiche del LORO disciplinare. Poi contrattualmente ci sono varie soluzioni, se la produzione del prodotto è in "esclusiva totale" (ovvero se ne hanno brevettato tutto anche il colore) il costo al dettaglio sarà particolarmente alto, perché si dovrà pagare alla fabbrica (ad esempio) una produzione di 10000 esemplari, con il proventi (sempre ad esempio) della vendita di soli 5000 esemplari perché gli altri 5000 non hanno superato il controllo qualità e non potendo essere rivenduti finiranno in discarica, prezzo che rimarrà sostenuto fin quando non si ammortizzeranno anche i costi di ricerca e sviluppo.

    Oppure per risparmiare una quota del conquibus da dare alla fabbrica OEM per produrre il prodotto, si effettuano brevetti condizionati su alcune parti di questo, permettendo a questi di rivendere l'eccedenza (i quali elementi non hanno superato il "primo" controllo qualità) assemblando solo le parti "concesse in licenza", in questo caso la fabbrica allora cerca un rimarchiatore e propone il prodotto, ciò permette al primo brand di vendere i sui 5000 prodotti a un prezzo un po minore, perché tra i proventi non ci sono solo questi ma anche quelli derivanti dalla "licenza" data alla fabbrica, quest'ultima giadagnerà dalla produzione "principale" ma anche dalla vendita di un tot di prodotti (che non finiranno piu in discarica).

    Insomma la cosa fondamentale è che queste fabbriche producono quasi esclusivamente conto terzi, non hanno alcun settore di ricerca e sviluppo (se non quello relativo all'ottimizzazione produttiva), di conseguenza c'è sempre un brand "originale" che ha investito in ricerca e sviluppo per un dato prodotto il quale ha dato il progetto a detta fabbrica.

    Al massimo se queste fabbriche ne hanno richiesta, potrebbero produrre in proprio qualche prodotto i cui brevetti non sono piu in essere, come possono essere i reversed kellner (brevetto del 1975), l'erfle (brevetto del 1917) o i super plössl (brevetto del 1955), ecc, come accade per i vari oculari a corredo sui telescopi entry-level o quelli a basso costo di di seben & Co.
    Ultima modifica di Angelo_C; 12-04-2018 alle 22:49

  5. #65
    Nana Rossa L'avatar di Lorenzogibson
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    Re: Oculari integrativi per Dobson 150/1200

    Grazie Angelo per la risposta, da come scrivi si vede che conosci il settore molto meglio di me, quindi non insisto nel mio azzardare ipotesi, e ripeto non posso dimostrare nulla di ciò che dico.

    Voglio solo precisare che non ho detto che i marchi da me citati come rimarchiatori ( Astro professional, Teknosky, ecc. ), vendano cianfrusaglie, anzi, sostenevo che siano ottimi prodotti, indipendentemente dal marchio. O dall'assenza di esso.

    Ribadisco, sono convinto al 100% che queste aziende da me citate vendano ottimi prodotti.

  6. #66
    SuperNova L'avatar di Angelo_C
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    Re: Oculari integrativi per Dobson 150/1200

    Citazione Originariamente Scritto da Lorenzogibson Visualizza Messaggio
    Ma se parliamo di oculari generici, semplicemente rimarchiati , ( come i vari Teknosky, omegon, astro professional e tanti altri ) io ho il sospetto che si tratti sempre degli stessi identici oggetti, senza nessun tipo di controllo qualità.
    Ho usato un termine "forte" come cianfrusaglie solo in riferimento a quanto sù riportato (che ho "fixato"), ovvero relativi fondi di produzione senza alcun controllo di qualità, perché parlandoci chiaro, quando il controllo qualità non esiste (se non quello dell'utente finale, che in caso di prodotto non conforme deve provvedere alla sostituzione), l'unico termine che (secondo il mio giudizio) trovo appropriato è appunto cianfrusaglie; perché il tasso di difettosità in questi casi è particolarmente elevato, ma tra il prezzo bassissimo (quindi si pensa «L'ho pagato niente, quindi me lo aspettavo»), le garanzie date da mediatori come paypal, amazon et simila e la politica di cambio/rimborso immediato fatto (giustamente) da tali distributori (senza contare che discreta parte del target di acquirenti non ha le competenze per verificare siffatti prodotti nel caso siano "sottoperformanti"), la percezione generale è comunque di un qualcosa che funziona, ma è tutta questione di aspettativa, se a una fiat gli scricchiola il cruscotto, dici "sì vabbè è una fiat", se invece il problema lo facesse una mini JCW vai in assistenza incavolato come un iena.

    Quindi d'accordo che ci sono case come il gruppo seben (di cui se non sbaglio credo faccia parte anche omegon) che vendono i cosiddetti "fondi di produzione", e che lo fanno per precisa strategia di marketing, occupando la nicchia della grande distribuzione a bassissimo costo e a "basso valore tecnologico aggiunto" (i quali probabilmente non hanno mai depositato un loro brevetto) e che se ci fai caso pur avendo il loro sito, vendono soprattutto su amazon, alibabà, ebay e portali simili, ma questi sono ben diversi da case di produttori/distributori come baader, telescope service, tecnosky ed altri, proprio in virtù della diversa strategia di marketing (infatti quest'ultimi brandizzano/distribuiscono prodotti o di "produzione originale" o al massimo di "seconda produzione" a disciplinare semplificato) e che quindi hanno un controllo qualità piu o meno stringente, ma comunque lo hanno.
    Anche loro hanno i loro bei pezzi difettosi che sfuggono al controllo qualità e noi ogni volta che succede ne parliamo compiutamente sui forums, ma se si facessero due statistiche, calcolando le contestazioni aperte su (ad esempio) amazon per un certo prodotto (sempre ad esempio) seben, rispetto ai topic aperti nei vari forums nazionali relativo ad un dato prodotto (sempre ad esempio) venduto da tecnosky, troveresti che la difettosità dei primi è in percentuali a doppia cifra, mentre la defettosità dei secondi si aggirerebbe sullo "zero virgola...".

  7. #67
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    Re: Oculari integrativi per Dobson 150/1200

    Tornando in topic, ho trovato questo oculare in offerta, mi sembra interessante, stavo per acquistarlo io stesso, prima di decidere per l'uwa 15mm 80° del quale ho già postato il link.
    La mia decisione è stata motivata dal fatto che il 15 costava la metà, però va detto che questo 16 sulla carta ha caratteristiche migliori. Ecco il link

    https://www.astroshop.it/oculari/ast...-1-25-/p,54981

    La nostra missione ora è di consigliare haasgard79 per il meglio, e non avremo pace fino a che non ci comunicherà le sue decisioni

  8. #68
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    Re: Oculari integrativi per Dobson 150/1200

    Mai provati quindi non saprei dare giudizi, però una cosa va detta, un newton f/8 come quello di haasgard è molto "tollerante" con gli oculari (un po come lo sono anche gli SCT), nel senso che le eventuali distorsioni e/o aberrazioni proprie dell'oculare, saranno meno visibili su un simile strumento rispetto ad esempio ad un newton f/4,5 (il tipico dobson di grande diametro), quindi la scelta sarà comunque meno "critica".

    Questo post contiene 1 auto-link(s) ad AstroWiki. Collabora con noi!

  9. #69
    Nana Rossa L'avatar di Lorenzogibson
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    Re: Oculari integrativi per Dobson 150/1200

    @Angelo_C ok, capisco l'intenzione che avevi scrivendo la parola cianfrusaglie. Anch'io , dicendo " senza alcun controllo di qualità" sicuramente non sono stato preciso: ogni fabbrica ha un controllo qualità, come ho specificato in seguito, credo che una grossa fabbrica abbia un controllo fisso ed automatizzato all'interno della catena produttiva.

    È però evidente che una fabbrica come ad esempio la Barsta , che ho linkato, ha tutti gli accessori a catalogo.
    Un qualsiasi importatore, può ordinarli, farci stampigliare il proprio marchio, e venderli nel proprio paese, seguendo le regole del commercio.
    Ed è altresì vero che gli standard qualitativi delle odierne fabbriche cinesi hanno raggiunto un ottimo livello, e non ci vedrei niente di male nel rivendere un prodotto bello e pronto, di qualità dignitosa, e ad un prezzo concorrenziale.

    E credo che proprio per tenere basso il prezzo, certe fabbriche limitino i controlli di qualità ad uno standard unico, accettabile per tutti, eliminando le spese che comporterebbero ulteriori diversificazioni.

    Questo anche per il piacere personale che provo nel poter discutere con persone preparate e intelligenti, come voi che frequentate questo forum.

  10. #70
    SuperNova L'avatar di Angelo_C
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    Re: Oculari integrativi per Dobson 150/1200

    Si, come ho detto, spesso capita che la fabbrica oem dopo aver prodotto per il proprietario del brevetto l'oggetto, "acquista" (il piu delle volte stornando il costo di produzione dello stesso) da questo la licenza di costruzione parziale (ovvero senza alcune specifiche che lo caratterizzano, che sono "esclusiva" del committente principale), in tal modo tale fabbrica assume nel proprio portafogli diversi prodotti che può mettere a catalogo ed offrire agli interessati, con costi variabili in base alla quantità richiesta e dopo aver valutato il disciplinare di controllo qualità inviato dal potenziale distributore interessato.

    Per fare un esempio, anni fà i componenti di un altro forum di astrofili tentarono un "gruppo di acquisto" per dei telescopi tipo Scopos, quindi contattarono la Long Perng (la quale produceva lo Scopos per baader e successivamente per altri brand, come tutti ormai sanno), risposero con un completo preziario basato sul numero di esemplari richiesti (illustrando in cosa differivano dagli "originali" baader), sul grado di difettosità (ad esempio: «se prendete 50 pezzi, vi facciamo questo prezzo, ma considerate che c'è questa percentuale "X" di difettosità e quindi se trovate un numero "Y" di tubi non conformi ve li tenete», secondo la formula "Come visti e piaciuti, e senza piu nulla a pretendere", questo era piu o meno il senso del documento), ovviamente se il numero di pezzi aumentava, il prezzo unitario diminuiva, se si voleva un grado di difettosità piu basso (aka, maggior controllo qualità) il prezzo unitario si alzava e via così, in uno scambio epistolare di offerte e controofferte.

    Questo per dirti che NON esiste "uno standard unico accettabile", anche barsta fà esattamente come long perng e tutti gli altri, offrono un certo catalogo, l'interessato su una base di un certo prezzo unitario di base (su cui poi si avvia la trattatrva), fà un'offerta richiedendo un tot di pezzi con un certo disciplinare (da quale si evincerà la quantità degli "scarti", ma anche delle modifiche "esclusive" poiché magari brevettate, che il committente vuole apporvi), la fabbrica fa una controofferta e via così di trattativa in trattativa fin quando non si giunge ad un compromesso soddisfacente per entrambi (oppure salutandosi, perché non ci si è giunti), alla "firma" si comincia con una prima prototipazione e poi con la produzione.

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