Buona notte

Sono caduto in una fase contorta ed ermetica. Abbiate pazienza e cercate di tirarci fuori qualcosa di logico, se lo ritenete necessario …


Ad Alex piaceva dormire. Ma più che dormire gli piaceva sognare. E lo sapeva fare con vera maestria. Perfino lui aveva difficoltà a capire se era veramente un sogno o la realtà. Ma le cose erano più complicate in quanto Alex sognava di addormentarsi e poi di sognare. Come cadeva nel sonno e cominciava la sua esistenza onirica, sentiva improvvisamente una stanchezza incredibile (il che in fondo sarebbe stato anche normale) e non vedeva l’ora di andare a dormire. Si coricava nel sogno e cominciava a sognare. Ma anche quel sonno del sogno era terribilmente reale e le sue forze erano sempre al lumicino. Pochi minuti ed ecco che era nuovamente a letto e cadeva nuovamente in un sogno vivido e concreto. Non è difficile immaginare cosa succedeva in quel sogno del sonno del sogno del sonno del sogno del sonno di Alex. Si addormentava e cominciava a sognare. Ed ogni volta il sogno sembrava più realistico del sonno del sogno precedente. Ovviamente Alex non riusciva a tenere conto dei sonni e dei sogni che faceva. Anche perché erano tutti estremamente simili gli uni agli altri, e più andava avanti e più gli sembravano reali. In fondo era proprio così: Il nuovo sonno era sempre più riposante di quello precedente ed il sogno relativo sempre più chiaro e nitido.

Alex aveva solo 18 anni e forse doveva ancora capire come gestire la sua sfera emotiva ed onirica. Quando si svegliava, per poi riaddormentarsi quasi immediatamente, non riusciva ancora a comprendere il quale sei suoi innumerevoli sonni si trovava. Forse non si rendeva nemmeno conto di quale era il vero Alex. Praticamente ad ogni risveglio seguiva sempre una ricaduta nelle braccia di Morfeo. Ma tutto ciò non lo rendeva per niente agitato o nervoso: in fondo era solo un sogno … Si, ma quale?

Poi le cose iniziarono a cambiare, prima leggermente poi sempre più drasticamente. I risvegli si fecero sempre più lunghi. Anche se non riusciva ovviamente a collocare nella lunga trafila quale Alex fosse sveglio, spesso e volentieri si alzava e cominciava a fare qualcosa. Magari solo mangiare un panino o compiere un giro attorno alla casa. Poi si accorse che aveva anche cominciato a lavorare, anche se molto spesso, davanti alla sua scrivania, veniva preso da sonnolenza e ricominciava a sognare.

Passò ancora un po’ di tempo e poi i momenti di veglia superarono quelli di sonno. Ma non era nemmeno giusto dire così: in realtà era solo l’argomento del sogno che cambiava. Non era più un sogno di sonno, ma un sogno di azione. Il problema era però che malgrado dormisse ormai pochissimo i sogni continuavano a essere molteplici e contemporanei. E questo non era certo comprensibile. Se si svegliava nel sogno di Alex “quarto”, ad esempio, quest’ultimo non avrebbe più potuto iniziare a sognare nel suo sonno, in quanto era sveglio. Il risveglio di uno solo dei suoi “sognatori” avrebbe dovuto bloccare la catena. Ed invece no … Probabilmente i sogni si erano sdoppiati e vi era sempre un percorso più o meno tortuoso che permetteva ad un sogno di farlo piombare in un riposante sonno, e via dicendo. Accidenti che caos.

Anche Alex cominciò, nei momenti di veglia, a sentirsi confuso e spaesato. Chissà perché, ma si sentiva uno, nessuno, centomila (dove aveva già letto quella frase?). Poi nuovo cambiamento: un po’ alla volta le azioni che compiva nei vari sogni dei suoi sonni cominciarono ad assomigliarsi molto ed infine a sovrapporsi sempre più perfettamente. Tutti i sogni erano uguali adesso, ma Alex non riusciva a capire se erano ancora tanti od era uno solo. Tuttavia, le cose avevano preso una strada meno complicata, perfettamente gestibile. Fece carriera nel suo lavoro, ebbe una moglie, dei figli, dei nipotini, riuscì anche a dormire senza sognare o a sognare senza dormire. Non riuscì però mai a capire se la vita era il sogno o il sogno era la vita.

Si spense serenamente a tarda età, sprofondando in un sonno eterno …

Poi cominciò a sognare …

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18 Commenti

  1. Ora si. Va bene . Riparto 🙂
    Lo vedo messo male Alex, ma ha vissuto una vita normale quindi buon per lui e per chi gli sta vicino. Per quanto riguarda la logicità, non credo che si debbano leggere in chiave logica racconti o opere artistiche in generale. Penso piuttosto che serva il cuore, l’affettività. Io personalmente vivrei male come Alex. Sono già abbastanza confusa per conto mio e quindi mi basta ricordare un sogno per notte. 😉 A me piace da morire sognare. Il sogno secondo me ci mette in contatto con quella parte di noi più vera, ma più nascosta, quella che spesso ci spinge a comportarci in un modo piuttosto che in un altro, quella che ci fa sentire felici o tristi quando non si sa perchè. Comunque mi riserbo di riflettere sul tuo racconto perchè mi intriga. 🙂
    O.T. Ho inserito il link ad una pagina del sito che curo per la mia scuola. E’ un collegamento ad una presentazione di una storia inventata da banbini di 5 e 6 anni di anni fa. Nell’occasione vincemmo un concorso di astronomia ( vabbè eravamo l’unica scuola dell’infanzia a partecipare! 😐 Pochi ma buoni!)

  2. @Enzo
    Bello, la giusta interpretazione di come realtà e sogno, realtà e fantasia possano confondersi.
    Giusta meditazione che cerca di far capire come uno dei più grandi misteri, forse il fondamentale, è l’imposibilità di rispondere alle domande: “Chi siamo?, Da dove veniamo? Dove andiamo?”.

  3. @elisabetta
    Il tuo primo commento era stato rimosso dal $filtro$ antispam a causa della conformazione particolare dell’indirizzo. Ho pubblicato il più completo dei commenti che hai lasciato 😉

  4. e dopo la buona notte…finalmente BUONGIORNO !!!!! 🙂

    leggendo il racconto mi vedevo enzo ingarbugliato nello studio fra il sogno del sonno ed il sonno del sogno ..dei sogni nei sonni….mannaggia..sembra quasi uno scioglilingua… 😉 😆
    a mio parere il senso logico possibile che poi interpreto soprattutto per il finale del racconto è : l’infinito.
    E visto che ancora non è notte, buongiorno! 😉

  5. @ stefano
    grazie me l’ero immaginato che era giustamente per una sorta di controllo.
    @ mario
    attenzione quando realtà e fantasia si confondono e uno non sa più qual è la realtà son dolori… si chiama schizofrenia…( senza fare citazioni difficili … ” A beautiful mind” )

  6. bella idea con un finale decisamente interessante…. ma mi vien di pensare, e se i sogni invece fossero stati incubi??? 😉
    allora si che il nostro Alex sarebbe stato nei guai!! :mrgreen:

    @ Elisabetta
    confondere realtà e fantasia è molto più comune di quanto pensi, quante volte capia nella vita di ogni giorno di “interpretare” gli eventi che ci accadono secondo le nostre fantasie, o se vuoi, econdo la nostra visione del mondo? in fondo ognuno di noi vive ed interpreta la realtà secondo il proprio punto di vista, che quasi sempre non è condiviso dalla totalità degli altri esseri umani… in questo caso qual’è la realtà??? e non c’è bisogno di sconfinare nel patologico per riscontrare quanto ho detto sopra… per questo mi sento di condividere il punto di vista di Mario Fiori

    sorrisounpoconfuso 😀

  7. @ paola
    ho pensato a te dopo il mio commento. Ero ansiosa di sapere cosa pensavi. Hai ragione . Capita di interpretare gli eventi secondo le nostre fantasie, ma lo sappiamo che sono fantasie. A me invece è venuto in mente che forse questo racconto risente di certi eventi accaduti ultimamente , di donne che per ” esaurimento nervoso” ( chiamiamolo così) uccidono quello che hanno di più caro. Questo mi fa paura nel non riconoscere più la realtà. Per me è pericoloso. La visione del mondo o il modo di pensare sono un’altra cosa. Sono un modo di vedere la realtà. Un conto è vederla e interpretarla in un modo un altro è perderne il rapporto.
    Forse Alex vive bene perchè in definitiva è solo confuso , non ha perso del tutto il contatto con la realtà.
    sorrisoeraunpòchenontisentivo 😛

  8. Ciao Elisabetta!
    convengo con te che la perdita della percezione della realtà nei casi che tu citi è veramente sconvolgente, ma in quel caso secondo me la percezione della realtà viene sosstituita non da una percezione alternativa bensì da una “non percezione” cioè uno stato confusionale dominato esclusivamente dalla rabbia che ha senza meno radici inconsce e che trova nella tempesta ormonale post-partum il proprio elemento scatenante…. poi naturalmente dipende dalla sensibilità individuale alle influenze ormonali e dalla strutturazione sia dell’io che del sè (un io ben strutturato riesce a tenere a bada le esplosioni aggressive dell’inconscio, così come una buona percezione del sè sostiene il contatto con la realtà…) ops spero di non essere stata troppo OT, ma mi pare che rispetto al racconto siamo + o – in tema…
    (forse più – che + 😉 )

    sorrisocontentadirisentirti 😀

  9. Con il mio intervento non intendevo entrare nel patologico, chiaramente la schizzofrenia è appunto la confusione totale della realtà; volevo andare un poco oltre e forse anche troppo scusatemi.
    Leggevo tempo fa’ un libro di un famoso scienziato (ma non ricordo il nome) sul tempo come qualcosa che forse non è nemmeno reale, sull’inesistenza reale del tempo, e leggendo il racconto di Enzo mi è tornato in mente quel libro e quel fisico che parlava di qualcosa al confine frà realtà ed irrealtà.
    Il sogno è senza dubbio un qualcosa che stà su quel confine e che resta un mistero quasi pari a le domande che mi ponevo precedentemente sul “Chi siamo? , Da dove veniamo?, Dove andiamo?” e forse ha anche qualche concatenqazione.
    Comunque perdonatemi per essermi dilungato.

  10. @ Mario fiori
    anche io ritengo molto intrigante la domanda su cosa sia effettivamente la realtà, il tempo e fino a che punto tempo, spazio, realtà siano frutto delle nostre percezioni e quindi interpretazioni, specialmente il concetto di tempo, che noi percepiamo procedere sempre in direzione del futuro, ha da sempre sollevato in me grande curiosità: a proposito di questo potresti indicarmi l’autore ed il libro di cui parlavi??

    sorrisospaziotemporalennedimensionale 😀

  11. Questo è il racconto di Enzo più inquietante che io abbia mai letto. Comunque secondo i sogni sono semplicemenyte quello che noi desideriamo sia la realtà. A volte può capitare di perdere il contatto con la realtà ma molto spesso è la realtà stessa a portarci indietro.
    @Mario
    il tempo credo che rientri nella teoria della relatività. Un minuto relatvamente alla percezione degli umani. In questo caso come qualcuno ha già detto non esiste perchè tutto è relativo. Ad esempio viaggiare nello spazio è la realtà relativa per un astronauta ma un sogno per me. Nessuna realtà è vera per tutto l’ Universo.

    😀 sorrisorelativo

  12. @ Enzo
    capisco la fase contorta…lo si legge tra le righe del racconto, ma ciò è molto umano e condiviso!!
    la fase ermetica la capisco meno, ma è un fatto soggettivo!!
    Per quanto riguarda il-i messaggi che il lungo sogno di Alex rivela, li interpreto con il grande caos di questo mondo e l’eterna lotta individuale tra luce e ombra.
    So che però alla fine Alex ce l’ha fatta, quindi la fase contorta si è raddrizzata!
    Tutto è bene ciò che finisce bene! 😉

  13. @ Mario Fiori
    “… il tempo non è altro che cambiamento, ed è appunto il cambiamento ciò che noi percepiamo, non il tempo. Di fatto il tempo non esiste…”
    é un pezzetto di recensione del libro… penso che lo cercherò nei prossimi giorni un pò perchè la fisica quantistica mi interessa molto ( per quello che ne posso capire) e un pò perchè questa idea di un’esistenza divisa in ” frame”(?) non so se mi fa paura o mi può aiutare ad avere una visione diversa del mondo.
    In effetti se il tempo è cambiamento il racconto di Enzo sembra essere calzante.
    Grazie Mario

  14. @tutti,
    grazie della interessante discussione che è sorta dal racconto. secondo me è fondamentale il finale … il sonno eterno fa iniziare un nuovo sogno. Quale? E qui c’è veramente da sbizzarrirsi…. 😯

  15. Sogno o realtà,credo non abbia nessuna importanza ,in tutte e due i casi viviamo una realtà reale dunque perchè affannarsi a riconoscerli….