I “piselli verdi”: un successo degli astronomi non professionisti

Un tipo particolare di galassie, dette “pisello verde”, si è dimostrato un tassello importante nella storia evolutiva dell’Universo. Il merito va soprattutto al contributo entusiasta di dilettanti che lo hanno scoperto ed evidenziato attraverso il progetto dello Zoo Galattico.


Scoperte nel 2007 da investigatori dilettanti, le galassie “Pisello Verde” sono state il risultato più importante ottenuto dal progetto on-line chiamato “Galaxy Zoo”. Esso consisteva nel rendere pubbliche le numerosissime immagini di galassie riprese dalla Sloan Digital Sky Survey (SDSS) e invitare gli appassionati di astronomia a cercare di classificarle nei vari tipi conosciuti. Nel giro di 24 ore il sito ricevette ben 70000 classificazioni! Interessantissima fu soprattutto la scoperta di un tipo strano di galassie, non riconducibile a quelli già noti, che mostrava dimensioni molto piccole e un colore verde. Proprio gli amatori hanno coniato il loro simpatico nomignolo.

Una bella serie di galassie del tipo ‘pisello verde’

Una bella serie di galassie del tipo “pisello verde”

Esse apparivano estremamente compatte, con un’intensa attività di formazione stellare e tutte di età compresa tra 1,5 e 5 miliardi di anni. In altre parole sembravano rappresentare un breve ma fondamentale stadio della loro evoluzione. Oggi finalmente si sono dimostrate in tutta la loro importanza. Sono ammassi stellari estremamente compatti con una scarsissima presenza di elementi metallici (in parole astronomiche ciò vuol dire composte essenzialmente da idrogeno ed elio), in quanto questi sono stati diluiti da correnti di gas provenienti dai bordi delle galassie e dai venti prodotti da imponenti supernove. Una fase estremamente particolare nella storia delle grandi strutture dell’Universo.

Ma questo non è stato il solo successo amatoriale. Nel 2007, mentre svolgeva la sua opera di classificazione, una professoressa di scuola olandese di nome Hanny van Arkel individuò uno stranissimo oggetto a cui fu dato il nome appunto di “oggetto Hanny” (Hanny’s Woorwerp). Solo nel 2010 si è scoperto che esso rappresenta un buco nero supermassiccio prossimo a una galassia vicina che emette forti radiazioni e forma una specie di bolla di gas di colore blu. Su questa scoperta è stata perfino pubblicata una storia a fumetti dal titolo: “Hanny e il mistero dell’oggetto”

A sinistra un’immagine dell’oggetto di Hanny e a destra la copertina del libro a fumetti

A sinistra un’immagine dell’oggetto di Hanny e a destra la copertina del libro a fumetti

La nuova fase del Galactic Zoo sta ora utilizzando i dati dello Space Telescope per un’analisi ancora più approfondita degli innumerevoli oggetti ripresi in tanti anni di osservazione.

Forza ragazzi! Sotto a chi tocca…

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10 Commenti

  1. Curiosa la presenza di un buco nero supermassiccio “vicino” ad una galassia e non “al centro” di una galassia ……
    C’è già qualche spiegazione, o è ancora un mistero?

  2. Sto’ scoprendo una grande varietà di oggetti cosmici o raggruppamenti di essi, è meraviglioso.
    Spero che ci illustrerai presto di altri oggetti da “zoo galattico” caro Enzo.

  3. Molto interessante!
    Seguo un po anche io i progetti Zooniverse, per contribuire in piccola parte a classificare gli oggetti!!!
    Ora è partito anche “Galaxy Zoo Mergers”, ed è possibile classificare galassie in collisione.

  4. @Red Hanuman,
    direi di no, non è il primo caso e magari si trovano in ammassi globulari o in stelle esterne al disco. D’altra parte queste esplosioni energetiche fanno a gara con la luminsotà di un’intera galassia.
    @Montesi Luca,
    tu hai ragione. Puoi trovare molte notizie sul nostro sito, ma tra non molto inizieremo anche una rubrica apposta per questo tipo di domande generali. Seguici e vedrai che sarai accontentato!

  5. @enzo,
    Grazie per la risposta! Pensavo che i buchi neri supermassicci potessero raggiungere la massa richiesta solo nel centro di una galassia…..
    A questo punto, mi piacerebbe sapere quel’è il limite di massa oltre il quale si parla di ” buco nero supermassiccio”……

  6. caro Red Hanuman,
    mi devo parzialmente correggere: i nuovi studi sull’oggetto di “Hanny” pensano che non sia più direttamente un buco nero legato a un quasar che non si individua nell’ottico, ma i resti di un getto emesso direttamente dal buco nero centrale della galassia vicina. In realtà la definizione di buco nero supermassiccio non andava molto bene per un oggetto “stellare”. Come dici giustamente tu, per supermassicci si intendono quelli galattici, migliaia o milioni di volte più massicci del Sole e costruitisi per agglomerazione di materia durante il tempo. Anche a me stonava un po’… e cercando meglio sui più recenti studi le cose si sono chiarite.
    Chiedo scusa per la confusione che ho creato… 😳

  7. @enzo: No problem, figurati. Errare humanum est …..
    Ti ringrazio, anzi, per avermi schiarito le idee!
    E, ancora, grazie a te ed al tuo staff per l’ottimo lavoro.
    Solitamente, intervenire su un sito mi annoia, ma questo non è certamente il vostro caso!