La macchia nera di Urano

Grazie a Hubble un team di astronomi scopre nell’atmosfera di Urano la presenza di una macchia scura, un gigantesco ciclone vasto quasi 3000 chilometri.


Macchia nera Urano

Urano e la sua macchia

L’immagine è stata acquisita alla fine di agosto, ma è solamente in questi giorni che il team guidato da Lawrence Sromovsky (University of Wisconsin) ha diffuso il risultato dell’ennesima performance di Hubble. E’ proprio grazie alla Advanced Camera for Surveys che equipaggia il telescopio spaziale, infatti, che i ricercatori sono riusciti a scorgere questa nuova caratteristica atmosferica su Urano. Si tratta indubbiamente di una formazione di tutto rispetto: fatti due conti, infatti, la macchia scura ripresa dal team di Sromovsky misura 1700 per 3000 chilometri.

Benchè non siano così frequenti come quelle osservate su Nettuno, le macchie atmosferiche di Urano non sono una novità. Anche nelle immagini ultraviolette del Voyager nel 1986 comparivano macchie scure, come pure in alcune osservazioni compiute da telescopi al suolo nel 1993. Dal 1994 al 2006, però, più nulla. E questo nonostante l’acuto occhio di Hubble prendesse di mira il pianeta praticamente ogni anno. Segno, dunque, che la macchia appena scoperta deve essersi formata molto di recente.

Da un po’ di tempo a questa parte, infatti, l’atmosfera di Urano mostra chiari segnali di risveglio. Secondo i ricercatori sarebbe una conseguenza dell’avvicinarsi – dicembre 2007 – dell’equinozio, allorchè il Sole risplenderà direttamente sopra l’equatore del pianeta. Non dimentichiamo a tal proposito che l’incredibile inclinazione dell’asse di rotazione di Urano lo fa praticamente rotolare lungo la sua orbita e questo rende il cambio di stagione particolarmente drammatico.

La stessa posizione geografica della macchia confermerebbe l’idea dei ricercatori. Si colloca infatti a una latitudine di 27 gradi nell’emisfero nord di Urano, una zona che sta cominciando ora a sentire il tepore solare dopo molti anni di fredda oscurità. Più che logico, pertanto, interpretarla come l’innesco di un gigantesco vortice atmosferico.

Si può star certi che d’ora in poi l’evoluzione di questa nube scura verrà tenuta d’occhio con estrema attenzione. Potrebbe rivelarsi una chiave preziosa per saperne di più sul funzionamento delle stagioni di Urano.

Fonte: http://www.coelum.com

Informazioni su Stefano Simoni 645 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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2 Commenti

  1. :razz:Tanti auguri per tutto quello che state,:roll: facendo siete veramente bravi!!!