Integral stana il ferro galattico

Le osservazioni dell’emissione gamma prodotta dal decadimento di un isotopo del ferro compiute con Integral permettono finalmente di provare la sua presenza nella Via Lattea.


Integral

Le stelle sono delle immense fucine nucleari. Più sono massicce e più le reazioni di fusione che stanno alla base della loro produzione energetica coinvolgono e sintetizzano elementi chimici sempre più pesanti. Le stelle più grandi riescono anche a raggiungere il limite estremo che questo meccanismo prevede: la produzione del ferro. Più in là non si può andare, dato che le eventuali reazioni non produrrebbero più un eccesso di energia e dunque non sarebbero più convenienti per il bilancio energetico stellare.

Quando poi una stella, non più sostenuta dalle reazioni termonucleari, collassa su se stessa ed esplode con violenza come supernova, quei materiali vengono disseminati tutt’intorno arricchendo il mezzo interstellare. Tra questi, stando ai modelli evolutivi correnti, dovrebbero esserci anche alcuni isotopi radioattivi, il cui decadimento produce emissione gamma di specifica energia e dunque in teoria si dovrebbe poter rilevare la loro presenza nel mezzo interstellare.

Finora, per esempio, è stato possibile individuare l’isotopo 26 dell’alluminio (liberato dalle stelle soprattutto durante gli stadi evolutivi antecedenti all’esplosione di supernova), mentre vi sono sempre state grosse difficoltà a confermare la presenza del ferro 60. Questo isotopo del ferro, caratterizzato da un tempo di dimezzamento di circa 1,5 milioni di anni, emette fotoni gamma a due energie ben note agli scienziati (1173 e 1333 keV), ma finora la sua rilevazione è sempre stata piuttosto problematica. Solamente un paio d’anni fa, utilizzando i dati raccolti nel corso di un anno dallo spettrometro SPI collocato a bordo dell’osservatorio europeo INTEGRAL, un team di ricercatori era riuscito a pubblicare la prima rilevazione dell’emissione gamma del ferro 60.

E’ di questi giorni l’annuncio della prossima pubblicazione su Astronomy & Astrophysics di un nuovo e più approfondito studio sulla ricerca dell’emissione gamma dell’elusivo isotopo del ferro. I dati utilizzati dai ricercatori, manco a dirlo, sono sempre quelli raccolti da INTEGRAL e dal suo fantastico spettrometro, ma questa volta l’arco temporale delle osservazioni si è esteso su un periodo di ben due anni e mezzo. A tutt’oggi si tratta della più significativa rilevazione della presenza del ferro 60 nella nostra galassia ottenuta attraverso la sua emissione gamma.

Ancora una volta, dunque, lo spettrometro SPI e i suoi 19 rilevatori esagonali in cristalli di germanio si sono mostrati perfettamente all’altezza del compito richiesto.

Fonte: Coelum

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