350 antenne per ET

Inaugurate le prime 42 delle 350 antenne del progetto ATA, il sistema di radiotelescopi che, oltre a studiare galassie e supernovae, cercherà i segnali di intelligenze extraterrestri.


ET

Una volta raggiunta la sua configurazione definitiva, si parla di tre anni di attesa, l’Allen Telescope Array (ATA) sarà il primo sistema di radiotelescopi in grado di dedicarsi contemporaneamente sia alla ricerca astrofisica che alla delicata ricerca e analisi dei segnali radio che potrebbero essere stati inviati nello spazio da qualche civiltà extraterrestre. Si ritiene che per quest’ultimo compito ATA riuscirà nei prossimi venticinque anni a raccogliere 1000 volte più informazioni di quelle accumulate finora dal progetto SETI. Detto questo, è facile comprendere come mai i ricercatori che si occupano di andare a caccia dei messaggi di ET siano impazienti di poter contare su tutte le 350 parabole che costituiscono il sistema.

Nei giorni scorsi presso Hat Creek (California) sono state inaugurate le prime 42 antenne del progetto e per l’occasione sono stati diffuse le prime immagini acquisite da ATA: due mappe radio della galassia di Andromeda (M31) e della galassia Pinwheel (M33). Si è trattato di un primo fugace assaggio delle potenzialità del sistema, in grado, a differenza degli altri radiotelescopi, di tenere sott’occhio ampie porzioni di cielo e dunque di assicurare la realizzazione di survey celesti in minor tempo.

Il progetto non si è orientato verso mastodontici rilevatori, bensì verso parabole più piccole – le antenne di ATA hanno diametro di 6 metri – riducendo in tal modo i costi di costruzione. Questo però non significa che alle spalle non vi sia un accurato e meticoloso lavoro di progettazione. E’ vero che le antenne vengono realizzate sfruttando le tecnologie oggi abitualmente impiegate nel mondo delle telecomunicazioni, ma ad esse si è affiancato un dettagliato studio su come gestire al meglio i segnali ricevuti. Persino la stessa forma dei paraboloidi è stata accuratamente studiata e ottimizzata per ottenere la migliore raccolta dei segnali provenienti dallo spazio.

Il progetto prende il nome dal filantropo Paul G. Allen, il cofondatore di Microsoft, che ha elargito una cospicua somma nel 2001 – qualcosa come 25 milioni di dollari – e che ovviamente non ha mancato di presenziare all’inaugurazione della prima parte di ATA.

Magari anche da questa parte dell’Atlantico ci fosse qualche Paperone che decidesse di regalare all’astronomia un bel $campo$ di antenne…

Fonte: Coelum

Informazioni su Stefano Simoni 645 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.