
Non è certo una novità che le stelle di neutroni possano essere particolarmente nervose. L’ultima conferma la si è avuta dalle rilevazioni dell’osservatorio orbitante Rossi X-ray Timing Explorer (RXTE), che hanno mostrato come una delle stelle di neutroni pulsanti più giovani che si conosca possa fare le bizze e talvolta rilasci impulsi di radiazione X così intensi da obbligare i teorici a ripensare le fasi iniziali del ciclo evolutivo di questi esotici oggetti celesti.
“Noi ci aspettavamo di osservare un certo tipo di stella di neutroni – commenta Fotis Gavril (Goddard Space Flight Center) – ed ecco che proprio sotto i nostri occhi si è trasformata in qualcosa d’altro. Crediamo proprio si possa trattare del sospirato anello mancante che collega diverse tipologie di pulsar.” Gavril è il primo autore di uno studio pubblicato a fine febbraio su Science Express dedicato a PSR J1846-0258, la giovane pulsar associata al residuo di supernova Kes 75 nella costellazione dell’Aquila.
I ricercatori hanno preso in esame le osservazioni compiute in passato da RXTE e hanno voluto vederci chiaro su questa stella di neutroni che, almeno finora, sia per la sua velocità di rotazione che per lo spettro, era da tutti considerata una normalissima pulsar. L’archivio di RXTE, però, riservava qualche sorpresa a Gavril e collaboratori. Il 31 maggio 2006, infatti, erano stati registrati ben quattro lampi X tipici delle magnetar e un altro si era verificato il 27 luglio di quello stesso anno. Impulsi molto brevi (tutti inferiori a due decimi di secondo), ma di una potenza incredibile.
“Nessuno – sottolinea Marjorie Gonzalez (University of British Columbia), appartenente al team di Gavril – aveva finora mai osservato una pulsar regolare produrre i lampi tipici di una magnetar. E nessuno neppure se lo aspettava, perchè si riteneva che le giovani pulsar non possedessero energia magnetica in quantità sufficiente da poter innescare lampi così intensi.”
Un apporto decisivo è venuto dalle rilevazioni effettuate nell’ottobre 2000 e nel giugno 2006 dall’osservatorio Chandra. L’osservatorio orbitante non solo ha confermato che quegli impulsi X provenivano proprio dalla pulsar dell’Aquila, ma ha anche mostrato che in quelle occasioni lo spettro della pulsar cambiava, diventava più simile a quello tipico delle magnetar. E’ pur vero che, studiando il rallentamento del suo moto di rotazione, si sapeva di essere in presenza di una pulsar con un campo magnetico intenso, ma tale intensità era pur sempre da 10 a 100 volte inferiore a quella che caratterizza il campo magnetico di una magnetar.
Ora si tratterà di scoprire se PSR J1846-0258 possa essere considerato un caso particolare, a metà strada tra le pulsar normali e le magnetar, oppure se sia riuscita a mascherare molto bene il suo reale campo magnetico. E se così fosse, verrebbe subito da chiedersi quante possano essere le giovani stelle di neutroni che ci hanno ingannato finora.
Fonte: Coelum
Salve,
mi è sembrato di capire che questa pulsar periodicamente si comporti come un magnetar. E’ possibile che possa essere un oggetto doppio e che quando il magnetar è visibile si ricevano i suoi tipici impulsi?
Silvio