Chi ancora si ricordava delle domeniche a piedi, delle targhe alterne e di cose del genere, lo faceva con un sorriso. Sembravano ormai giochi da bambini, interventi scherzosi e patetici. Oggi era tutto ben diverso. Dopo anni e anni di verità e menzogne finalmente la situazione del petrolio si era chiarita: stava proprio finendo. Se si fosse andati al ritmo di solo qualche decennio prima, si sarebbe esaurito in non più di 20 anni. Nel frattempo ben poco si era ottenuto, pur cercando di rimpiazzarlo. I tentativi si erano finalmente svolti con serietà, ma i veri problemi erano apparsi in fretta. Le pale eoliche potevano essere un palliativo locale, estremamente dispendioso, accettabile solo se fiancheggiato da risorse ben superiori. Ma non potevano certo prendere sulle loro “spalle” il peso di tutta o molta dell’energia richiesta.
Analogo discorso valeva per i pannelli solari. Per essere in grado di diventare la fonte energetica di punta avrebbero dovuto cessare di utilizzare il silicio. Esso era abbondantissimo sulla superficie terrestre, ma la sua resa bassissima. Niente di grave se utilizzato per singole abitazioni, villaggi, qualche industria, ma senza speranza se doveva fronteggiare le esigenze globali. Facendo i conti si era trovato che l’intero globo terrestre avrebbe dovuto trasformarsi in un gigantesco pannello … e non sarebbe nemmeno bastato. Metterli nello spazio vicino? Neanche a parlarne. Si era dimostrato in modo inconfutabile che le micro-onde necessarie per trasmettere l’energia a terra avrebbero distrutto più della metà della popolazione in pochi anni. Forse, teoricamente, si sarebbe potuto utilizzare qualcosa di meglio che il silicio, qualcosa che avesse avuto una resa veramente efficace. In realtà c’era, l’indio, ma purtroppo la quantità estraibile era talmente esigua che si sarebbe esaurita nel giro di 15 anni.
Restava la buona, vecchia e odiata energia atomica. Si, ormai era nettamente la più sicura e la meno cara, ma l’uranio ed i suoi “colleghi” radioattivi non crescevano negli orti di casa. Erano sostanze rare. Se si ci fosse gettati nelle loro braccia, si sarebbero esauriti al più in 30 anni.
Rimaneva la grande speranza su cui tutti puntavano ormai con fede incrollabile: la fusione fredda. Sembrava perfetta, a buon mercato, senza problemi di scorie e di scorte. L’acqua degli oceani era lì per essere utilizzata e per fornire tutto l’idrogeno necessario. Bastava puntare tutto su quella possibilità e sperare in una conclusione rapida delle ricerche. E si riuscì anche in fretta. Ma … c’era un ma, che lentamente apparve in tutta la sua tragicità. Non bastava l’acqua, ci volevano anche dei catalizzatori per innescare le reazioni. E questi non potevano essere fatti di silicio o di qualche altro materiale comune sulla faccia terrestre. Eh no! Purtroppo ci voleva il platino o al limite qualcosa di ancora più prezioso. Si fecero in fretta i conti e si capì che per colpa della sua rarità la fusione fredda avrebbe potuto essere sfruttata per non più di 40 anni.
Qualcuno pensò di andare a prendere tutti questi materiali preziosi (uranio, platino, indio, ecc.) nello spazio vicino: sicuramente gli asteroidi ne avevano una quantità enorme ed a portata di mano. E si potevano raggiungere facilmente. Purtroppo così era vero parecchi decenni prima, ma non più adesso. L’energia a disposizione sul pianeta sarebbe dovuta essere usata tutta per le missioni minerarie spaziali e non sarebbe nemmeno bastata per quelle preliminari. Restava un’unica soluzione: risparmiare fino all’ultima goccia ciò che la Natura ci aveva ancora lasciato. Bisognava veramente centellinare il petrolio e farlo durare a lungo, molto a lungo. Idem con il nucleare, l’eolico, il solare, ecc. Si doveva essere delle formichine e comportarsi come esploratori dispersi in un deserto con una sola borraccia d’acqua. Una goccia ciascuno in attesa di un miracolo od almeno di un miraggio. Non fu facile mettere in atto questa manovra di risparmio energetico. Le nazioni più potenti non avevano nessuna voglia di regredire. Non sarebbe forse stato più giusto che chi già viveva negli stenti facesse un altro “passettino” indietro? In fondo il sacrificio di dimenticarsi del tutto le automobili, la luce elettrica, il riscaldamento e via dicendo era meno pesante per chi era già abituato a soffrire fame e sete. Per loro sarebbe cambiato ben poco.
Bellissimo racconto Enzo! Quella della vita dell’uomo sulla terra è un’avventura che dura da circa tre milioni di anni! e io penso che come si evolverà ancora non si sappia, si può solo presumere, come tutte le altre cose che si presumono. I dinosauri hanno dominato questo pianeta prima che arrivasse l’uomo per un periodo molto lungo, ma poi si sono estinti pure loro.
che tristezza!!
@stefano,
beh…una tristezza relativa…in fondo è uno scherzo! O dici che è triste perchè è solo uno scherzo?
Luigino, non si sà, ma di selezione naturale non è rimasta molta, soprattutto nei Paesi più sviluppati: sopravviviamo tutti. Di conseguenza l’evoluzione si può considerare ferma, in questo momento, se non giunta al capolinea.
Non vuol dire che resteremo così in eterno, chiariamo: potrebbe esserci un altro tipo di evoluzione (anzi forse sta già avvenendo): quella tecnologica, applicata all’essere umano. C’è chi parla di “postumanismo” o di “transumanismo”. Già oggi, in fondo, il nostro senso del tempo si trova sul polso
Ma l’essere umano ha sempre superato i suoi limiti artificialmente: ci copriamo meglio di qualunque pelliccia, la nostra voce va più lontano di qualunque barrito, vediamo più lontano/piccolo e frequenze elettromagnetiche di qualunque occhio, siamo più pericolosi di qualunque artiglio o zanna, corriamo più veloci di qualunque zampa (anche se i polmoni non sono sempre contenti), voliamo più veloci di qualunque uccello (anche se con molta meno grazia…) e andiamo dove mai nessun altro animale è mai giunto prima: nello spazio (anche se per ora è solo il “cortile di casa”, anzi l’uscio). Alcuni di noi hanno femori, braccia, valvole cardiache e altro artificiali, impianti cocleari, lenti a contatto (sì, anche i capelli e taglia di reggiseno
). Da qualche tempo poi girano gli RFID. O magari la “singolarità tecnologica”, se mai verrà, ci renderà obsoleti e sarà più intelligente e saggia dei suoi creatori. Chissà? Tutto può essere: ci son cose di oggi che erano fantascienza fino a pochi decenni fa. O magari, al contrario, regrediremo in un nuovo medioevo oscurantista.
Di certo le fonti energetiche non sono eterne. Però se spegnessero il Sole come nel racconto, sarebbe una bella fregatura, visto che quasi tutta la biosfera, direttamente o indirettamente, va ad energia solare!
Poi farà freddino… E le civiltà di Freeman Dyson come faranno? 
Certo che avere un’immensa bomba nucleare che può ancora ustionarci a 150 milioni di km di distanza e un calderone ribollente sotto i piedi e preoccuparci di non riuscire a produrre abbastanza energia (bruciando fra i materiali più rari del cosmo), mi fa pensare che siamo più primitivi di quello che pensiamo.
@n.b.,
la tua ultima frase è profondamente vera e dovrebbe far pensare molto alla nostra “primitività”. Forse ce ne accorgermo finalmente solo quando ci mancherà la “bomba”? Lei ce la mette tutta, ma noi sembriamo del tutto ciechi e ingrati. Addirittura attribuiamo a noi stessi i cambiamenti climatici e molte altre cose senza nemmeno mettere in conto il possibile contributo della fonte vera della vita. Mamma mia che egoismo che ha questo piccolo essere “pensante”!!! Almeno gli uomini delle caverne lo divinizzavano e lo adoravano. Noi al limite lo usiamo per abbronzarci d’estate ….
buona domenica!!!
Bellissimo racconto Enzo, su uno degli argomenti a me più caro…
Vero che l’uomo a volte sia estremamente presuntuso ed egoista però non è nemmeno giusto giudicarlo sempre così negativamente, specialmente per l’argomento in questione.
E’ vero, abbiamo un’immensa bomba nucleare a 150 milioni di Km e un calderone sotto i piedi…ma proprio perchè a 150 milioni km o a centinaia di km sotto la superficie terrestre che per noi “esseri di un metro e 70” sia così complicato sfruttarli! Io personalmente ammiro tantissimo quei pochi etti di materia grigia che ci hanno permesso di sfruttare (con tecnologie impensabili) il calore generato da quei “materiali più rari del cosmo” per produrre energia elettrica da sfruttare a proprio piacimento.
Che poi l’uomo sia estrememente stupido è una sacrosanta verità, ma per svariati altri motivi.
Buona Domenica anche a te Enzo e a tutti voi!
Caro Lampo, primitivo e stupido non sono assolutamente la stessa cosa, né sinonimi. 10’000 anni fa, come 100, sulla Luna o anche solo in orbita non ci arrivavamo se non nei nostri sogni, eppure eravamo alti lo stesso 1,70 e non eravamo più stupidi di oggi
Anzi, col “poco” che scaviamo oggi, con l’energia geotermica si fa già qualcosa. Dal sito dell’enel:
Non siamo nati padroni del fuoco, né dell’atomo, eppure abbiamo imparato a sfruttarli un poco, così come abbiamo imparato a fare altre cose che prima erano impensabili. Non sottovalutarla così tanto quella materia grigia
«Enel è leader al mondo nella geotermia con in esercizio 32 gruppi di produzione geotermica, per una potenza di 810,5 megawatt (711 megawatt di potenza efficiente). In particolare, 27 sono in esercizio nell’area di Larderello-Travale/Radicondoli-Montieri, con una potenza installata di 722,5 megawatt e i rimanenti cinque nell’area del Monte Amiata, con una potenza installata di 88 megawatt. La produzione elettrica annua netta supera ormai i cinque miliardi di chilowattora, che costituiscono il 10% della produzione geotermoelettrica mondiale e ben il 25% del fabbisogno elettrico della regione Toscana.»
Eh sì, sono proprio materiali rari: no vita, no petrolio e altri combustibili fossili (un altro prodotto indiretto dell’energia solare). Esaurito il petrolio, potremmo sempre raccattare idrogeno e metano qui e là, ma non avremo più il petrolio per fare altre cose e nulla esclude che, fra quelle, potremmo scoprire un’applicazione in cui l’uso del petrolio sarebbe vitale, ma noi l’avremo furbamente bruciato (questo invece sì che rischia di diventare stupido o potenzialmente miope). Uno dei problemi dell’umantà, oltre al delirio antropocentrico, è la scarsa lungimiranza che ha sempre costellato la sua storia.
@Lampo,
il racconto non è poi così negativo per l’uomo: in fondo alla fine si ravvede… Purtroppo i problemi energetici possono colpire chiunque, anche chi dovrebbe essere al sicuro … E’ fantascienza, anche se un po’ …malvagia. Non voleva dare segnali forti o essere moralista. Comunque tra le righe c’è sempre qualcosa ….
Enzo, sei veramente eccezionale! come del resto tutto lo staff do astronomia.com. che alle 0554 del mattino è disponibile per dialogare con uno qualunque come me di temi che sono molto attuali ed importanti. E’ poco tempo che io accedo al web, chiedo scusa se mi sono intromesso, io mi comporto come in qualunque ambiente mi trovo, dove c’è una discussione, io dico sempre la mia opinione, magari qualche volta può anche essere inappropriata.
In merito al problema energetico, che le sue problematiche attualmente si stanno evidenziando, mi viene in mente come si viveva appena una sessantina di anni fà: A pochi metri da dove io abito c’è una vecchia corte rurale, due filate di case, separate da un cortile, le case non a caso sono rivolte a sud-ovest, circa 200 gradi, questa posizione permette di essere esposte al sole, in inverno per tutta la durata del giorno. Sui lati est ed ovest, ma anche alla fila di case sud, c’erano le stalle per le mucche, o bovi, asini e cavalli. Nelle stalle al piano terra stavano gli animali, al primo piano c’erano le cascine, con le caratteristiche “mandolate” che servivano per conservare il fieno per l’inverno. Se il fieno si conserva in un locale chiuso, fermenta e le mucche quando lo mangiano muoiono. Le mandolate rimangono, anche se all’interno sono stati costruiti muri per un recupero edilizio abitativo di questi locali. Fino a sessanta anni fà, nella corte si viveva di agricoltura, ogni famiglia coltivava i suoi pezzetti di terra, accuratamente, tutta l’erba veniva segata a mano con le falci, Usavano anche i corni di vacca! sevivano per tenerci la pietra, immersa nell’acqua, usata per affilare le falci. Il letame delle stalle, ed anche il liquame delle fogne, servivano per concimare i terreni! Con il letame si faceva il mucchio del “pattume!” nel quale finivano anche gli avanzi di cucina delle famiglie. non si buttava via niente. Le case dalla corte avevano tutte le porte aperte, non c’erano impianti antifurto! Se Cecco (un abitante della corte) s’ammalava, gli altri andavano a fare il lavoro nel suo campo, perchè, lui poveraccio non poteva farlo. Un pollo o un coniglio, fatto alla cacciatora, si mangiava soltanto per le feste! in compenso, era più buono di quello che si mangia adesso. Il metano o il gasolio, non lo conosceva nessuno. Per il riscaldamento delle case c’era il “foco!” al focolare, vicino al quale la sera si riunivano più famiglie, e c’era qualcuno che racontava le novelle!, la televisione non c’era. La gente lavorava molto! non c’erano lussi, ma tutti erano allegri! nei campi lavorando molti cantavano! Cera un cielo favoloso, gli sciami meteoritici si vedevano bene. Nel fuoco si bruciavano sagginali, granturcali, cannocchioli, potature delle viti, con le quali si facevano le fascine, che servivano anche a scaldare il forno per fare il pane. C’era il detto: quando in una casa c’è il pane ed il vino!…..Nessuno pativa la fame, se a qualche famiglia mancava il grano , altri lo prestavano, poi lo restituivano al racolto. Questo stato di cose, non era di secoli fa! di appena ieri!
@Luigino,
che gran piacere dialogare con te!! Rappresenti proprio quello che cerco disperatamente a destra e a manca e che immancabilmente trovo quasi sempre con chi è stato abituato a vivere la natura od almeno a riuscire a vederla. Il tuo non è un commento è un racconto perfetto, uno stralcio di Vita vera con la V maiuscola. Io non dico di tornare a quei tempi e buttare al vento le giuste conquiste. Ma se non si sanno usare o fanno perdere di vista i valori dell’esistenza, allora sarebbe bene che sparissero. Forse nel mio racconto c’era proprio (magari nascosto anche a me) questo bisogno di semplicità raffigurato dal piccolo insignificante risparmio dell’universo… A presto e non preoccuparti dell’ora antelucana… Per me le 5 è già giorno alto …. Se posso osarmi chiedertelo: di dove sei? Toscano?
Enzo,
Mi fa piacere che ti sia piaciuto lo stralcio del vivere rurale passato, che fa parte di un racconto che stò elaborando avvalendomi delle testimonianza, di parenti anziani che hanno vissuto in quel mondo. Mi diverto a scribacchiare.
Sono di Porcari, un comune della piana di Lucca, che oggi è altamente industrializzato, tuttavia mantiene anche strutture, come le “corti,” che sono una testimonianza di un passato poi non tanto remoto. Quando parlo (a Porcari) con persone più anziane di me, queste apprezzano i vantaggi del passaggio da una società rurale, ad una industrializzata, ma allo stesso tempo, rimpiangono la serenità, l’allegria dei tempi passati, quando la gente si accontentava di poco. Oggi l’avere non basta mai! Sotto certi aspetti la vita non è poi più facile di una volta: oggi per una famiglia, perdere il lavoro è un disastro, che a volte sfocia in un dramma! Nell’espressione della gente, si vede sempre la preoccupazione, lo stres di una vita sempre di corsa, per far fronte alle esigenze della famiglia, e del lavoro, aspetti negativi che un tempo non esistevano.
@ Luigino,
ma allora siamo … colleghi !! Come vedi anch’io mi diverto a scrivere dopo tanti anni di astronomia. E’ un bellissimo modo di passare il tempo…
Enzo,
In un certo senzo si! Io non sono al tuo livello, comunque mi diverto egualmente!
@Luigini (questa volta ti batto di sicuro!! come ora intendo…),

guarda che io non mi sento certo uno scrittore… Anzi, al liceo avevo generalmente 6/6+ nei temi. Però, avendo studiato tanti anni fa penso di avere imparato abbastanza bene l’analisi del periodo, l’ortografia, la forma. Quello che una volta era la prassi normale, oggi -nelle nuove scuole- forse è diventata una rarità…mah. Comunque ho tante cose da volere esprimere a chi è così pronto, reattivo, volenteroso come gli amici di questo sito. Quando vedo ragazzini delle medie che si interessano, discutono, con sincera volontà di apprendere (ma non solo ragazzi) ti viene una forza che non pensavi di avere. tanti dicono che essere in pensione è uno shock, un momento difficile. per me è stato un inizio in piena regola: tra interessi per il vino, l’arte (e tu accidenti l’hai a portata di mano!!), la buona vecchia astronomia, l’ironia e la presa in giro, non ho più un momento di tempo e mi sento più bambino di tanti anni fa…. Sai a quest’ora è facile esprimersi…
Enzo,
Tu al liceo avevi 6, o 6+ io il liceo non l’ho fatto, dopo la scuola media, ho fatto soltanto un anno, poi volendo evadere in cerca di avventure, mi sono arruolalto nella Marina Militare come volontario, dove praticamente sono cresciuto (avevo 16 anni) è stata un’esperienza tutto sommato assai positiva (per me) perchè conoscendo tante persone, e vivendoci a stretto contatto, (una nave può essere meno lunga di 100metri) s’impara a vivere. Per imparare a scrivere, concordo con te bisogna leggere molto, io ho letto abbastanza. Anch’io sono in penzione e non mi annoio per niente. Mi piace fare il vino, è una lunga tradizione di famiglia, in fondo è una cosa semplice, basta imparare a gestire le viti. Ti saluto, oggi non piove e vado a potare le viti.
@Luigino,
ma tu fai il vino!!! Accidenti…ma io sono un appassionato di vini e scrivo anche su siti “vinosi”, ma in un modo tutto particolare. Lo fai per te solo o per vendere. e cosa fai? La cosa mi interessa….
Ho solo poche viti, per produrre vino a scopo commerciale ci vuole una attrezzatura costosa! Anche fare una piantagione grande di viti, ci vuole un piccolo capitale! non vanno in produzione prima di tre anni! ci vuole molto lavoro, Una persona soltanto non potrebbe gestire. Il piccolo produttore che vendeva poche damigiane di vino è sparito! Perchè non può competere con il mercato. Al super mercato una busta di vini costa 70 centesimi! e magari a chi lo beve piace di più di quello che produceva un coltivatore tradizionale. Io faccio una piccola quantità di vino, ne do a mia sorella, ed altri parenti. Comunque qualche bottiglia da regalare ad un amico, c’è sempre.
vado spesso in Toscana (troppo bella per non passarci almeno una volta l’anno per noi “zotici” abitanti del Piemonte. Scherzo ovviamente …). Là però è indubbio che si respiri ancora cultura. chissà che non venga a recuperarmi la bottiglia….
@Enzo e Luigino (ovvero l’astronomo e il contadino)
Scusate l’intrusione ma mi toccava.
Mi piace proprio il Vostro dialogo a distanza! Vedo molte affinità fra di Voi,e questo mi piacce moolto: l’amore per le cose semplici e l’amore per la vita .E anche se diversi nei mestieri …siete simili nel sentire la vita e tutte due pensionati!!
Vostra
….e a volte la realtà è più magica della fantasia!
grazie ancora!!
Finalmente Ivonne!!!
Dove eri finita?? Non si tradisce così… A parte gli scherzi, che dici del racconto (temo che non ti piaccia molto e che sia un po’ cattivo…).
E Daria dov’è finita!!!!!
Ho poi grande curiosità e interesse per i commenti che vorrai fare sulla provocazione degli “alieni” ….
sono sempre qui, non temere, solo che lascio spazio e intervengo dove posso intervenire. Ma Vi seguo sempre con interesse e affetto, naturalmente.
Buon tutto tutto!!
PS
mi piacciono le new entry!
Enzo,
Se fai un salto a Lucca, avvertimi, le bottiglie te le metto da parte! Se vuoi che ti prepari un raccontino, di come faccio il vino, te lo posso fare, non ho segreti, però devo dirti che non è tutta farina del mio sacco, mi avvalgo della consulenza gratuita di un mio cugino, che è un agronomo affermato, laureato alla “Normale” di Pisa, per fare un buon vino, anche le vecchie tradizioni vanno un poco riviste! Sono i tempi che cambiano. In Piemonte ho dei parenti, la sorella di mia moglie abita a Saluggia, quando mi viene a trovare, gli do sempre delle bottiglie di vino!
Luigino,
guarda che ci conto e io le promesse le mantengo!! Aspetto senz’altro il tuo raccontino e poi ti faccio avere quelli che sto scrivndo con un vignaiolo di barolo in langa. penso che siano nelle tue corde… Viva l’astromia ed il vino!!!!