La prima conferma di un esopianeta roccioso

La più lunga serie di misurazioni di HARPS mai effettuata ha fornito per la prima volta una evidenza diretta nella natura rocciosa di CoRoT-7b, il più piccolo e più veloce esopianeta finora scoperto.


Rappresentazione artistica di CoRoT-7b

Rappresentazione artistica

di CoRoT-7b

Le stime indicano una massa pari a cinque volte quella terrestre, con un raggio circa doppio. Di conseguenza, la densità dovrebbe essere all’incirca simile a quella del nostro pianeta. Inoltre, nello stesso sistema planetario esisterebbe un’altra “super-Terra” di questo tipo.

Nel febbraio del 2009, la scoperta del satellite CoRoT di un piccolo esopianeta intorno a una stella per altri versi non particolarmente degna di nota, la TYC 4799-1733-1, fu annunciata un anno dopo la sua rilevazione e dopo molti mesi di pazienti misurazioni con diversi telescopi a Terra, tra cui alcuni dell’ESO.

La stella, ora nota come CoRoT-7, è localizzata nella costellazione dell’Unicorno, a una distanza di circa 500 anni luce da noi. Leggermente, più piccola e più fredda del Sole, CoRoT-7 è anche ritenuta più giovane, in virtù dei suoi 1,5 miliardi di anni. Ogni 20,4 ore il pianeta eclissa per un’ora una piccola frazione della luce della stella, pari a circa una parte su 3000. Il pianeta, denominato CoRoT-7b, è a una distanza di soli 2,5 milioni di chilometri di distanza dalla sua stella, pari a 1/23 di quella che separa Mercurio dal Sole.

Le misurazioni iniziali, tuttavia, non avrebbero potuto fornire la massa del pianeta, per la quale occorrono stime molto precise della velocità della stella, che viene leggermente alterata dall’interazione gravitazionale con la massa in orbita.
Con CoRoT-7b il problema è che questi sottili segnali sono confusi in una serie di variazioni del’attività della stella, simili alle macchie solari. Perciò il segnale principale è collegato alla rotazione della stella, che effettua una rotazione completa in 23 giorni.

Per arrivare al risultato, gli astronomi hanno dovuto sfruttare il migliore dispositivo per la caccia agli esopianeti del mondo, lo spettrografo High Accuracy Radial velocity Planet Searcher (HARPS), montato sul telescopio da 3,6 metri dell’osservatorio di La Silla, in Cile.

“Anche se HARPS detiene sicuramente il primato di sensibilità nella rivelazione dei piccoli esopianeti le misurazioni di CoRoT-7b hanno necessitato di più di 70 ore di osservazione”, ha commentato François Bouchy, dell’Institut d’Astrophysique di Parigi, coautore dell’articolo in attesa di pubblicazione sulla rivista “Astronomy and Astrophysics” (D. Queloz et al, “The CoRoT-7 planetary system: two orbiting Super-Earths”, volume 506-1, 22 ottobre 2009).

Fonte articolo: http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1340040

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Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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8 Commenti

  1. Che storia! Anche se a 2.5 milioni di Km dal sole…farà calduccio!!! Comunque mi sa che non è 23 volte ma un 23 esimo della distanza di Mercurio dal nostro sole…

  2. certo… così vicino alla stella… chissà che ambientino! Mi sto chiedendo come un ipotetico abitante di CoRoT – 7b vede grande il suo sole.

  3. Scusate la domanda, ma avevo letto, non ricordo dove, che un corpo celeste più vicino al sole di Mercurio poteva essere distrutto dalla forza gravitazionale della stella (effetto marea?); poiché quel pianeta è molto più vicino e anche molto più grande di Mercurio, anche se la stella è più piccola del nostro sole, rischia lo sgretolamento?

  4. Ciao Enea,

    penso che quello a cui tu ti stia riferendo sia il Limite di Roche, ovvero la distaza da una stella o da un pianeta al di sotto del quale un corpo celeste (pianeta o satellite) non può orbitare perchè verrebbe distrutto giustamente dalle forze mareali come dicevi tu. Non so sinceramente come si calcoli ma sul web sicuramente si trovano molte info a riguardo, come per esempio qui. E’ quindi un limite che dipende da caso a caso, in quanto dipende da diversi fattori, non può esser ridotto in modo assoluto alla distanza Mercurio-Sole…

  5. salve a tutti, è la prima volta ke vengo in un sito come questo anche se la mia passione più grande è guardare e osservare tutto ciò quello che c’è e non c’è lassù a noi…
    Leggevo quest’articolo interessantissimo e pensando mi facevo tante altre domande che non c’entrano nulla con l argomento del tipo, ogni pianeta ha la sua orbita,e giustamente più è lontana dal sole e più è lungo il suo giro comleto,questo significa che noi ogni hanno potremmo scoprire sempre più nuovi pianeti o stelle??? ❓

  6. Se la massa è “pari a cinque volte quella terrestre, con un raggio circa doppio”, ma “la densità dovrebbe essere all’incirca simile a quella del nostro pianeta”, la gravità sulla superficie è superiore a quella terrestre, giusto?
    E comunque lassù sul quel pianeta fa decisamente troppo caldo…