L’indomani, durante la loro consueta passeggiata, guardarono tutti con occhi diversi e sospettosi. Quel ragazzo che lavorava dal panettiere era davvero così alto? E perché il ciabattino salutava in modo così freddo e distaccato. Avevano però una forte paura di farsi coinvolgere dalla suggestione e di non essere lucidi come avrebbero voluto. Poi si videro di nuovo: erano proprio loro e molto vicini, a non più di dieci metri. Si misero ad urlare e i loro sosia si voltarono. Anche le controfigure sembrarono sorprese e si infilarono velocemente in un vicolo, scomparendo alla vista. Forse Leopoldo aveva proprio ragione. Che fare? Andare alla polizia? Nemmeno a parlarne. Non avrebbero mai creduto a due poveri vecchi rimbambiti. Parlarne con il medico. E perché? Ormai erano completamente sicuri di non essere pazzi. Nel famoso romanzo c’era l’eroe di turno, ma loro non si vedevano proprio in quei panni.
Forse potevano parlarne con quel giovane inventore che abitava nella soffitta sopra il loro appartamento. Non che fosse un vero scienziato, viveva di espedienti e dell’eredità del nonno. Non aveva nemmeno studiato molto, ma aveva delle strane intuizioni. Sicuramente un po’ fuori di testa, era però sempre gentile e comprensivo. A volte diceva che avrebbe inventato sicuramente qualcosa per loro, prima o poi. Maria e Leopoldo lo ringraziavano e gli rispondevano che c’era ben poco da inventare: l’unica cosa che avrebbero veramente voluto era tornare ad essere giovani e questo era purtroppo impossibile. Decisero comunque di andarlo a trovare l’indomani stesso con una qualche scusa e poi sperare di trovare il coraggio di confidargli il segreto. Lui probabilmente non li avrebbe presi in giro.
Con quell’idea in testa tornarono verso casa andando quasi a sbattere contro i loro sosia. Si, erano di nuovo lì davanti, ma sembravano più tristi. Nuovamente non riuscirono a fermarli, ma qualcosa gli diceva che non erano gli stessi visti poco prima. Oddio! La cosa stava diventando mostruosa. Iniziarono a parlare ad alta voce e questo attrasse l’attenzione di quei due vecchietti che guardavano la vetrina. Impossibile! Ancora una coppia di sosia. Ma quanti erano? Che incubo stavano vivendo? Scapparono letteralmente e salirono dal giovane della soffitta. Fortunatamente era in casa. Stava trafficando con una delle sue solite trappole elettroniche, che sembravano ammassi di ferraglia senza senso. Non per niente nessuno gliele brevettava mai.
Il ragazzo fu relativamente sorpreso da quell’irruzione e li fece accomodare. I due amici erano troppo spaventati per iniziare con dei convenevoli e svuotarono subito il sacco. L’inventore li ascoltò per tutto il tempo con occhi molto attenti. Non sembrava che li prendesse per pazzi, anzi sembrava che il racconto lo interessasse veramente. Cercò di tranquillizzarli, dicendo che tra poco tempo tutto sarebbe passato. Era solo un momento di transizione legata all’età. L’importante era stare calmi e poco alla volta le cose si sarebbero sistemate. Aveva un bel sorriso e Leopoldo e Maria ebbero un po’ di conforto, anche se continuavano a non capirci niente. Tornarono a casa in preda ai soliti dubbi, anche se aver condiviso il segreto con qualcuno gli aveva dato un minimo di fiducia e speranza.
Il giovane inventore si rimise al lavoro sulla sua macchina. Tutto procedeva bene. Erano stati i secondi ad arrivare dopo il primo salto ed era riuscito a schiacciare il pulsante verde senza farsene accorgere. Questa volta aveva allungato leggermente l’intervallo di tempo. Con i prossimi avrebbe ancora incrementato il periodo e poi finalmente era pronto a fargli fare il grande balzo. Si, quei due vecchietti gli erano proprio simpatici e desiderava con tutte le sue forze che potessero veramente ritornare a vivere nel passato come spesso gli confidavano. Tra non molto li avrebbe mandati finalmente parecchi anni indietro. Tutte le prove, che agivano solo su pochi giorni, stavano dando esisto positivo. L’unico problema con la sua macchina era che quando i due amici tornavano indietro nel tempo non prendevano il posto di loro stessi, ma creavano una nuova coppia, che non aveva gli stessi ricordi e che viveva una vita leggermente diversa. Meno male che c’era stata l’eredità del nonno, se no come avrebbe fatto ad affittare tutti quegli alloggi per i suoi “due” pensionati.
Era inevitabile che nei giorni di prova sorgesse un po’ di caos: parecchie coppie stavano vivendo contemporaneamente ed era facile che si incontrassero. Poco male, ancora poco tempo ed all’ultima avrebbe fatto fare il grande balzo. A quel punto sarebbero esistite solo due coppie che sicuramente non si erano mai incontrate (se no glielo avrebbero confidato già molto tempo prima). Lui aveva una visione della fisica tutta particolare: aveva letto qualcosa qua e là, ma le idee gli venivano in sonno, senza uno schema logico. Faceva le cose, ma non ne capiva veramente il significato. Tuttavia, all’inizio, gli era parso impossibile generare nuovi corpi ogni volta. Come era possibile: la massa e l’energia dovevano conservarsi, questo era un concetto che aveva sicuramente letto su qualche libro. E lui stava creando nuove masse ogni volta …
La posta del giorno dopo gli dimostrò che non era andato contro nessuna legge fisica: la bolletta della luce era stratosferica. Accidenti! quanta energia si “mangiava” ogni coppia in più …
Dunque, non solo un salto temporale ma una duplicazione vera e propria? Ottenuta tramite “condensazione” d’energia?
E poi la domanda più importante: ma l’inventore faceva anche da affittacamere? Non sarà che era tutto un espediente per moltiplicare il guadagno? Mica male, come idea… 😉
Veramente bello e appassionante!! La figura dell’inventore…mi sembra che rappresenti la Forza Universale, che ci permette di vivere più vite…questo spiegherebbe i deja-vu 🙂
Complimenti!
Grande!
Una storia molto avvincente e ben scritta!
L’importante è che il nostro giovane amico faccia i suoi esperimenti con persone simpatiche altrimenti sai che incubo!
grande Baol!!!
Ottimo racconto! Mi ha davvero colpito, soprattutto nel finale! Simpaticissimo il modo in cui viene spiegata la conservazione dell’energia …povero(in tutti i sensi, direi) inventore! 😆