Modelli 3D con i mattoncini LEGO – Tre belle fotocamere retrò

In questa puntata vi mostrerò tre modelli di fotocamere retrò degli anni ’70 e ’80, realizzati con mattoncini LEGO di dimensioni ridotte e che vedremo come sempre con il mio programma 3D interattivo


Sfogliando le proposte di siti con gli occhi a mandorla si possono trovare, ad un costo contenutissimo, dei modelli davvero ben fatti e molto simpatici di fotocamere retrò realizzati con i mattoncini LEGO.

Forse alcuni di questi modelli potrebbero essere sconosciuti ai più giovani di voi mentre nei più anzianotti risveglieranno ricordi, magari solo perché in alcuni casi si trattava solamente di oggetti dei propri desideri dato il loro costo elevato.

In questo caso in particolare i tre modelli che presento oggi non si trovano né nel (costoso) catalogo della casa madre danese (e neanche tra le IDEAS), né nel sito dei MOC (My Own Creations) dal quale di solito attingo la maggior parte dei modelli che poi vi propongo, per permettervi di studiarli per mezzo del mio programma di visualizzazione 3D interattiva.

Parlavo del mercato orientale: i tre modelli di oggi (ed altrettanti di una prossima puntata) vengono forniti ognuno nella sua scatola oppure in una bustona, contenenti a sua volta un insieme di buste numerate, insieme al manuale cartaceo contenente le istruzioni di montaggio.

La cosa più importante è che in questo caso le parti componenti sono di scala ridotta rispetto ai pezzi originali della LEGO: dato il costo molto basso, ho subito acquistato i sei modelli che sto proponendo alla vostra attenzione e che hanno trovato posto nella mia libreria sempre più piena, di certo non sfigurando rispetto ad altri fratelli maggiori.

confronto tra i pezzi normali e quelli ridotti

Proprio in previsione della loro presentazione in questi articoli, ho subito provveduto a scannerizzare (fotografandole) le pagine dei vari manuali, ottenendo così altrettanti pdf da leggere tramite tablet, invece di utilizzare i manuali cartacei, che tra l’altro richiedono l’uso di mollette per tenerli fermi!

Prima di passare all’analisi delle tre fotocamere, ricordo che in questa pagina del sito potrete trovare l’elenco di tutti i modelli 3D fin qui presentati: questo elenco viene poi aggiornato in modo automatico quando pubblico altri articoli di questa categoria.

Il modello MOC della mitica Hasselblad

Era un sogno per tutti gli appassionati di fotografia: si teneva nel palmo della mano, si puntava il soggetto guardando dall’alto nel mirino, si scattava col pulsante posto davanti (con un bel tatlonc in risposta da parte dello specchio) e poi si avanzava la pellicola 6×6 girando l’apposita manovella posteriore.

La fotocamera aveva come dimensioni 18 x 11 x 11 cm (11 cm in altezza col mirino chiuso, quasi il doppio se aperto e pronto per inquadrare il soggetto) e pesava la bellezza di 1510 grammi!

Non conosco nemmeno la sigla completa: per me e per tanti fotografi di qualche anno fa era “l’Hasselblad” : basta la parola

Il modello cinese

Immagino che per motivi legati a diritti d’autore, il modello cinese ha un nome che ricorda solo lontanamente l’originale al quale vengono cambiate alcune lettere, “HPSUENBLMD“, secondo un banalissimo algoritmo di cifratura del nome, che lascio a voi individuare…

Come detto prima il modello è realizzato con 787 mattoncini di formato ridotto e le dimensioni ottenute (misurando il mio modello irl, in real life) sono quasi uguali all’originale: 20 x 12 x 13 cm, e questo probabilmente spiega la scelta di utilizzare mattoncini di formato più piccolo.

davvero bella!

Infatti, una volta creato il modello digitale grazie alle istruzioni e con mattoncini di scala 1:1, le dimensioni ovviamente salgono a 26 x 16 x 17 cm , quindi il modello sarebbe molto più grande dell’originale.

A chi si domanda come ho fatto a conoscere queste ultime dimensioni senza costruire fisicamente il modello, beh, è facile: uno dei tanti programmi di editing grafico per la creazione di modelli digitali fornisce alla fine le dimensioni dell’oggetto costruito. Si tratta del programma LeoCAD, che io però non uso per costruire i modelli digitali, dato che conosco meglio MLCad, ma al quale fornisco solo il file mpd finale per ottenere le dimensioni che cito tutte le volte nei miei articoli.

Ma veniamo al modello da visualizzare in 3D con il mio programma: basta cliccare la figura seguente

con il che si aprirà un’altra pagina del browser dove visualizzeremo il modello a nostro piacimento, come facciamo in tutti gli articoli di questa categoria.

Vediamo di svelare il segreto del nome strano del modello: scriviamo il nome vero e cambiamo una lettera sì e una no, per tre volte e poi per una quarta volta:

Nulla di particolare, come detto, ma al livello degli enigmi di romanzi tipo “Il codice da Vinci ” di Dan Brown.

Un altro modello mitico, della Rolleiflex

Anche in questo caso si tratta di una fotocamera molto in voga, concettualmente simile alla precedente, con pellicola 6×6, ma con un doppio obiettivo dove quello di sopra serviva per inquadrare l’oggetto tramite il mirino a pozzetto apribile in alto: stavolta scattando la foto non c’era alcuno specchio che si alzava, ma si apriva solamente il diaframma per impressionare la pellicola.

Come si vede la fotocamera aveva uno sviluppo esclusivamente verticale (11 x 11 x 15 cm, con il mirino chiuso ed un peso di 1235 grammi) ma ancora una volta si teneva nel palmo della mano sinistra e con la destra si scattava e successivamente si avanzava la pellicola con la grande manovella: erano davvero altri tempi! Ma senz’altro molto suggestivi!

Il modello con gli obiettivi a mandorla

Anche in questo caso la realizzazione del modello avviene con 622 mattoncini di dimensione ridotta il che comporta un modellino finale

di ampiezza molto simile all’originale (11 x 14 x 19 cm).

Il nome del modello stavolta è “RULLEINVUX“, ottenuto dall’originale cambiando anche stavolta 4 lettere secondo questo banalissimo schema

Per vedere in 3D il modellino digitale basta cliccare questa immagine

con il che si aprirà un’altra pagina del browser, con la possibilità di osservare il modello interattivamente.

Ed ora un altro nome mitico a me molto caro: Nikon

In questo caso il modellino 3D è denominato “Nekan FY2A” che dovrebbe ispirarsi ad uno dei tantissimi modelli della famosissima casa fotografica giapponese, di cui ad esempio vi mostro il modello F2 degli anni ’70, che aveva come dimensioni 15 x 6.5 x 9 cm con un peso di 730 grammi

Il nome “NEKAN” stavolta è da collegare alla Nikon, seguendo questo complicatissimo schema che prevede la sostituzione di due delle 5 lettere

Ad avvalorare l’ipotesi che si tratti proprio della Nikon è anche il fatto che il nome dell’obiettivo da 50mm montato sul modello riporta il nome “NIKKOR“.

qui è aperto lo sportello del vano porta pellicole

Il modello è costituito da 627 mattoncini di dimensioni ridotte ed una volta costruito ha dimensioni pari a 12 x 8 x 8.5 cm , decisamente contenute e pochissimo più piccole rispetto alla fotocamera che ho presentato come esempio.

Cliccando l’immagine seguente

come sempre si aprirà una seconda pagina del browser dove potete studiare i dettagli del modello 3D grazie al mio programma di visualizzazione 3D interattivo.

Conclusione

Il tempo vola: ho visto solo adesso che ho comprato questi mini-modelli (che mini non sono, lo sono le parti componenti) giusto a maggio dell’anno scorso…

La costruzione ha richiesto abbastanza tempo, sia per la quantità di modelli, sia perché i pezzi ridotti sono più difficili da manipolare, sia perché volevo godermi il più possibile il montaggio dei miei modelli…

Poi in alcuni passaggi bisogna fare abbastanza attenzione nel capire come disporre i pezzi e questo l’ho verificato soprattutto costruendo poi digitalmente i modelli, facendo in alcuni casi i classici salti mortali per combinare le parti in 3D.

Ad esempio il corpo macchina della Nekan ha un nucleo centrale dritto, normale, a cui poi si agganciano davanti e dietro delle parti da inserire dopo averle ruotate…

Comunque sia, trovo che la magia di questi mattoncini è proprio la pratica e la pazienza necessaria per gestirli, domarli…

Infine il costo esiguo è stata la classica ciliegina sulla torta!

Appuntamento alla prossima puntata dove vedremo altri tre modelli cinesi di apparecchiature fotografiche.

 


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Informazioni su Pierluigi Panunzi 544 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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