Delle sonde Proba-3 dell’ESA e del loro lancio, ho parlato in questo mio articolo di news del 7 dicembre 2024 descrivendo in dettaglio scopi e caratteristiche di questa missione spaziale davvero innovativa: invito ovviamente a ri-leggere questa news, così come ho fatto pure io!
Riassumendo quanto avevo scritto, la coppia di sonde percorre un’orbita terrestre fortemente eccentrica e le due parti si posizionano a 150m di distanza, con la precisione di 1 mm, in direzione del Sole: una parte è formata da un disco (coronografo), che dirige la propria ombra sulla seconda sonda, dotata di un magnifico telescopio da 1.4m che effettua la ripresa delle immagini.
Si tratta di una tecnologia dimostrativa per testare la possibilità che due sonde procedano in formazione automaticamente, per giunta creando in ogni orbita un’eclissi di Sole della durata di 6 ore.

Questo articolo di UniverseToday propone le prime immagini da parte dell’ESA e le informazioni relative ai primi esperimenti in orbita effettuati a marzo: lascio la parola a Mattew Williams, a mio parere abbastanza invidioso, visto che stavolta la NASA non ha proposto nulla di così innovativo!
La nuova missione dell’ESA permette di osservare un’eclissi di Sole ogni giorno
Una volta allineate, la parte Coronagraph proietta la sua ombra nel telescopio della parte Occulter, permettendo allo strumento ASPIICS (Association of Spacecrafts for Polarimetric and Imaging Investigation of the Corona of the Sun ), di riprendere immagini importantissime per una migliore conoscenza del vento solare e delle CME (Coronal Mass Ejections): queste ultime come noto sono grandi emissioni di particelle cariche che sono una minaccia per le comunicazioni a Terra, per i sistemi di navigazione (GPS), le griglie di energia e le missioni spaziali in orbita terrestre e nel Sistema Solare.

Le prime osservazioni da parte delle due sonde offrono un assaggio di quanto può fornire la missione: Dietmar Pilz, Direttore del reparto Technology, Engineering and Quality dell’ESA, afferma che “molte delle tecnologie, che permettono alle sonde Proba-3 di viaggiare in formazione, sono state sviluppate dal General Support Technology Programme dell’ESA ed è stupendo vedere queste ottime immagini che convalidano le nostre tecnologie di volo in quella che è la prima missione mondiale di volo in formazione”.
Tra i vari misteri sui quali la sonda investigherà c’è quello del perché la corona solare raggiunga temperature superiori a milioni di °C, di gran lunga superiori a quelle della superficie: la sonda Proba-3 potrà studiare nel dettaglio la corona in prossimità della superficie solare, con un maggiore dettaglio rispetto alle altre missioni spaziali, potendo studiare caratteristiche più deboli finora impossibili da osservare a causa della forte luce che raggiunge il sensore.
Altra possibilità è la misura dell’energia emessa dal Sole, grazie all’apparecchio DARA (Digital Absolute RAdiometer), mentre l’apparecchio 3DEES (3D Energetic Electron Spectrometer) misurerà la presenza di elettroni nella fascia di radiazioni della Terra, calcolando la direzione di origine ed i livelli di energia.
Andrei Zhukov, Principal Investigator per l’ ASPIICS presso il ROB (Royal Observatory of Belgium), ha detto “Sono stato davvero ammirato nel vedere le prime immagini, ottenute al primo colpo. Ora stiamo lavorando per estendere a 6 ore il tempo di cattura. Ogni immagine viene costruita a partire da tre, ottenute con differente tempo di esposizione del sensore alla luce solare: la combinazione di queste tre immagini ci fornisce il pieno aspetto della corona durante eclissi artificiali, paragonabili a quelle ottenibili durante un’eclissi naturale. La differenza è che noi possiamo creare la nostra eclissi ogni 19.6 ore, mentre le eclissi naturali si verificano solo una o due volte l’anno. Ancora meglio, un’eclissi naturale totale dura solo qualche minuto, mentre Proba-3 ne può gestire fino ad una durata di 6 ore.”
Il Mission Manager della Proba-3, Damien Galano, aggiunge tra l’altro che “la formazione di volo viene ottenuta in modo autonomo, ma sempre sotto la supervisione del team di controllo a terra, pronto ad intervenire in caso di stretta necessità, correggendo potenziali deviazioni di rotta. Il nostro obiettivo principale è raggiungere la completa autonomia, quando la nostra confidenza sul sistema sarà tale da non doverlo monitorare continuamente da Terra”.
Modellini della LEGO
Infine in quest’altro articolo avevo proposto il modellino LEGO delle due sonde, realizzato da un appassionato, corredando il tutto con il mio visualizzatore 3D interattivo del modello stesso e con considerazioni riguardo la collocazione delle due sondine (una volta realizzate) nella nostra libreria!
Infatti, anche se i due modelli sono piccoli, per metterli ad una distanza tale da rispettare le loro proporzioni e i 150m di separazione, dovremmo avere una libreria o uno scaffale di almeno 4m di lunghezza, ma senza niente in mezzo!
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