Oramai è facile arrivare sulla Luna
I viaggi verso la Luna vengono effettuati per mezzo dello Shuttle Columbia

che una volta arrivato in orbita lunare
viene avvicinato dal LEM evoluto
per poi effettuare una manovra di aggancio
che infine porta gli astronauti sull’apposita piazzola di sbarco, dove il Sole ancora una volta è troppo alto e proietta ombre troppo corte: non se n’esce…
La situazione nei pressi del sito di scavo riconquistato diventa molto difficile e pericolosa, quando un gruppetto di astronauti americani si trova al cospetto di due cosmonauti: in breve nasce un conflitto a fuoco ed uno dei due cosmonauti muore.
Anche sulla Terra la situazione peggiora…
… e ci si avvicina sempre di più ad un conflitto tra americani e i nemici sovietici.
Viene comunque approntata la navicella Apollo 75 per una missione di pace congiunta Soyuz-Apollo e solo dopo che si ha la notizia che è stata lanciata la navicella sovietica, la 75 parte con un razzo di limitata potenza, visto che doveva arrivare solamente in orbita terrestre
La parte americana della missione è capitanata dall’astronauta di colore Poole: l’Apollo 75 e la controparte Soyuz si posizionano in orbita quasi affiancate rimanendo in attesa di ordini dall’alto
ma ancora nessuna delle due parti, soprattutto i sovietici, danno il via all’attracco e alla successiva stretta di mano tra l’astronauta Poole ed il cosmonauta.
Anche la situazione all’interno della base lunare diventa molto critica, dopo l’assalto del commando sovietico per riprendersi i due cosmonauti: la cavalleria americana si aggira per i corridoi in gran segreto, per non farsi scoprire dai nemici

ma stranamente i tre fucilieri hanno acceso le luci dei caschi (nonostante l’illuminazione rossa dei corridoi) quasi a fare da bersaglio più agevole per i sovietici…
Ed infatti di lì a poco l’inevitabile scontro a fuoco comporta vittime e ferimenti.
Un segno di pace
Mentre anche la situazione internazionale sta per precipitare senza mostrare un punto di ritorno, l’astronauta Poole insiste nel voler effettuare lo stesso l’attracco dell’Apollo 75 con la Soyuz, disubbidendo agli ordini ricevuti da Houston
La mossa piace così tanto ai due presidenti nemici (sovietico e americano) che ritirano in segno di pace le varie armi dislocate nella Terra e nello spazio.
Vi ricordo che siamo nella pura fantascienza…
Una parentesi telefonica divertente
In tutto questo alternarsi di vicende potenzialmente catastrofiche, ci sono delle piccole situazioni che, osservate sotto la giusta angolazione, riescono pure ad evocare ricordi lontani e dunque far sorridere.
Ad un certo punto la responsabile del centro di controllo di Houston deve contattare di nascosto l’omologo del centro di controllo sovietico, chiamandolo per mezzo di una cabina telefonica e qualche gettone.
Vediamo dunque il significato di questi concetti antidiluviani, cabina telefonica e gettone, che forse i più giovani non conoscono nemmeno!
Siamo nei primi anni ’80 (del secolo scorso se non del millennio scorso, come suol dirsi…) e ricordo che all’epoca esistevano le chiamate urbane all’interno delle città e le terribili chiamate interurbane (con prefisso) che costavano l’ira di Dio. Tutte queste chiamate venivano effettuate con il telefono fisso, visto che i cellulari e la rete mobile erano di là da essere utilizzati.
In TV imperversava il tormentone della pubblicità della SIP in cui due innamorati lontani, al telefono si chiedevano “Ma quanto mi ami?“, mentre la mammina che ascoltava si chiedeva “Ma quanto mi costi?“.
Questo avveniva nelle case, ma se si stava in giro e si voleva telefonare, ad esempio da Milano ad un amico di Roma, ci si doveva portare dietro un sacchetto di gettoni telefonici da inserire nell’apparecchio, all’interno di una cabina telefonica

Il tutto per poter dire “ciao, come stai?” sentendo nel contempo i gettoni che ogni pochi secondi venivano improrogabilmente ingoiati senza ritorno dalla diabolica macchinetta.
Visto che stiamo in piena fantascienza, la nostra Margo cosa fa invece?
Inserisce tre monetine nell’apparecchio della cabina telefonica e compone un numero nientemeno dell’Unione Sovietica, in una chiamata intercontinentale…
Successivamente, nel corso della chiamata, inserisce appena altre due monetine e poi conclude il tutto andandosene via.
Di solito invece, terminata la comunicazione, si premeva il pulsantone rosso dell’apparecchio telefonico sperando di avere indietro qualche gettone non utilizzato, evento questo assai raro ed accompagnato dal “tloc tloc” dei gettoni rimasti che scendevano nel cassetto di raccolta…
Chissà… La nostra Margo avrà utilizzato monete da 100$?! Non è dato saperlo!!
E l’invidia resta!
Chiudo con un cliffhanger
Siamo ora arrivati alla fine della seconda stagione della serie “For all mankind” e come in tutte le serie che si rispettino la puntata termina con un particolare trailer, che prende il nome di cliffhanger.
Da queste immagini possiamo già intuire che la terza stagione promette davvero molto bene…
Avete riconosciuto la colonna sonora che accompagna il filmato?
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