Un nuovo metodo per misurare i piccoli asteroidi

Grazie a una tecnica molto innovativa sviluppata da un team di astronomi italiani e francesi è ora possibile misurare anche da Terra, con un livello di dettaglio mai raggiunto finora, dimensioni e forma di asteroidi piccoli e lontani.


E’ con vero piacere che presento questa news! Dopo aver lavorato per quasi quarant’anni presso l’Osservatorio Astronomico di Torino, aver fondato e sviluppato una delle scuole di ricerca sui corpi minori del Sistema Solare tra le più importanti al mondo, vedo con grande soddisfazione ed anche un po’ d’orgoglio che la direzione da me indicata sta avendo un successo meraviglioso. Dopo aver praticamente cambiato la “faccia” delle famiglie di asteroidi negli anni ’90 ora il “mio” osservatorio ha dato il via ad un sistema di misura remota veramente geniale. E sono particolarmente contento perché due dei ricercatori coinvolti si sono formati proprio nella mia “scuola”, Alberto Cellino e Marco Delbo, a cui vanno ovviamente le mie più sentite congratulazioni! Scusate questa esternazione, ma io penso che la cosa più importante per uno scienziato non sia tanto la sua opera diretta, ma la capacità di creare una serie di collaboratori giovani e capaci che sappiano proseguire e migliorare la strada intrapresa. Riporto pari pari il comunicato stampa pubblicato dall’INAF (Istituto Nazionale di astrofisica). Un BRAVO di cuore ai validissimi “asteroidisti” torinesi !! Ed un piccolo bravo anche a me (penso me lo permettiate …)

“Barbara”, una gigantesca nocciolina americana nello spazio

Grazie a una tecnica molto innovativa sviluppata da un team di astronomi italiani e francesi è ora possibile misurare anche da Terra, con un livello di dettaglio mai raggiunto finora, dimensioni e forma di asteroidi piccoli e lontani. Il procedimento utilizza il Very Large Telescope Interferometer, VLTI, il sofisticatissimo sistema di 4 telescopi europei da 8 metri sulle Ande cilene. I primi oggetti osservati sono stati gli asteroidi Barbara, di cui si conoscono ora dimensioni e forma con precisione, e Gaspra. Di quest’ultimo si conoscevano già con precisione le dimensioni e quindi è stato utilizzato come riprova della bontà del metodo sviluppato. Con la nuova tecnica conosceremo meglio le caratteristiche degli asteroidi di piccola taglia, avendo così preziose informazioni su questi corpi, formatisi miliardi di anni fa, agli albori del Sistema solare.

Barbara e Gaspra sono asteroidi delle dimensioni di poche decine di chilometri e distanti da noi, al momento delle osservazioni di cui parliamo, ben 180 e 130 milioni di chilometri, rispettivamente. Dei granelli di polvere persi nel cosmo, come dire, identificati dagli astronomi, in modo assai poco poetico, anche con i numeri 234 e 951. Eppure ora ne possiamo misurare dimensioni e forma con un dettaglio strabiliante. Queste misure sono state ottenute grazie alla tecnica cosiddetta interferometrica da un gruppo di ricercatori italiani e francesi, sfruttando le caratteristiche del Very Large Telescope Interferometer, VLTI, dell’ESO in Cile. Questo è un sistema di quattro telescopi da 8 metri di diametro che lavorano in parallelo, aumentando in questo modo la capacità di catturare dettagli anche minimi a distanze elevatissime. Questo nuovo metodo apre la possibilità di studiare le caratteristiche di molti piccoli asteroidi finora mai osservati così accuratamente.

Un nuovo metodo per misurare i piccoli asteroidi

Una rappresentazione artistica dell’asteroide Barbara

“Conoscere con precisione dimensioni e forme degli asteroidi è un elemento determinante per capire come, agli albori del nostro Sistema solare, polveri e ciottoli cosmici si sono aggregati per formare corpi celesti di grandi dimensioni e come poi collisioni e altre interazioni li abbiano modellati così come li osserviamo oggi” commenta Marco Delbo, ora dell’Observatoire de la Cote d’Azur ma per anni all’Osservatorio di Torino dell’INAF, che ha guidato il team italo-francese.

I ricercatori hanno collaudato la nuova tecnica osservativa puntando il Very Large Telescope Interferometer su Barbara, un piccolo asteroide di cui Alberto Cellino dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Torino aveva già segnalato la peculiarità. Le immagini prodotte, di un dettaglio mai raggiunto prima, mettono in evidenza una struttura composta apparentemente da due corpi principali, del diametro di 37 e 21 chilometri, distanti tra loro almeno 24 chilometri. “Le due parti sembrano essere a contatto, rendendo Barbara simile a una gigantesca nocciolina americana, ma potrebbero anche essere tra loro separate” continua Delbo. E se Barbara fosse realmente un asteroide doppio, il risultato ottenuto sarebbe ancora più importante. Combinando infatti queste informazioni con quelle della sua orbita, gli astronomi potrebbero calcolarne la densità, ottenendo preziose informazioni sulla sua composizione.

“Per risolvere completamente il problema della forma di Barbara saranno necessarie ulteriori osservazioni con i telescopi del VLTI: il risultato di questa tecnica è quello di avere un’acutezza visiva equivalente a quella di un singolo telescopio con uno specchio di diametro pari alla distanza che separa i due telescopi, ossia, nel nostro caso, 47 metri” dice Sebastiano Ligori dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Torino, uno degli astronomi che hanno ideato l’innovativa tecnica.

Per informazioni:
Sebastiano Ligori, INAF-Osservatorio Astronomico di Torino
E-mail: ligori@oato.inaf.it, tel. 011 8101964, cell. 348 7103135

Questo comunicato viene diffuso allo stesso tempo della press release dello European Southern Observatory, ESO

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2 Commenti

  1. Mi associo alle congratulazioni, ai due ricercatori autori del lavoro (Marco lo conosco bene, ho lavorato con lui in un paio di occasioni, settore NEA), e certamente anche a lei. Concordo: oltre ai riconoscimenti per il proprio lavoro, ha importanza l’aver tracciato una via verso il futuro. E’ un po’ come vedere i propri figli crescere e diventare brave persone.