La supersimmetria è un po’ più lontana

L’esperimento MEG, con una misura di straordinaria precisione, riduce la probabilità che esista uno dei processi fisici più importanti e ricercati per affermare la validità delle teorie supersimmetriche.


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I fisici delle particelle forse dovranno rassegnarsi a vedere sfumare i loro sogni supersimmetrici. Se non per sempre, almeno per un bel po’. E’ il messaggio che arriva dai risultati in corso di pubblicazione sulla rivista Physical Review Letters e annunciati oggi dall’esperimento MEG, uno dei principali esperimenti di fisica delle particelle del Paul Scherrer Institute (PSI) in Svizzera.

L’obiettivo dell’esperimento è la ricerca di un segnale a lungo cercato (a cominciare dalle ricerche di Bruno Pontecorvo circa sessanta anni fa) dai fisici di tutto il mondo e decisivo per dimostrare che la Supersimmetria esiste davvero: il decadimento del muone in positrone più fotone, nel gergo dei fisici decadimento “muegamma”. I dati raccolti da MEG negli ultimi due anni escludono però l’esistenza di questo processo fino a una minima soglia di probabilità, ovvero che meno di un muone su cinquecento miliardi possa decadere in un elettrone positivo (positrone) e fotone. Si tratta del vincolo più stringente finora ottenuto sulla possibile esistenza di questo processo.

La ricerca di MEG è in qualche modo complementare a quella in corso al Cern di Ginevra, dove negli scorsi mesi LHC, esplorando regioni di energia finora inaccessibili, non ha trovato traccia degli attesi fenomeni supersimmetrici. MEG lavora ad energie decisamente più basse, in un regime però di alta intensità e precisione. Il rivelatore dell’esperimento registra 30 milioni di decadimenti al secondo, e continuerà la sua raccolta dati per raggiungere la soglia di sensibilità prevista dal progetto alla fine del 2013.

“In realtà – spiega Alessandro Baldini dell’INFN di Pisa e coordinatore della collaborazione internazionale – non esiste un’unica teoria supersimmetrica ma diversi modelli possibili, in cui le grandezze fisiche che stiamo cercando hanno valori differenti.

I risultati prodotti negli ultimi mesi da LHC insieme a quelli annunciati da MEG riducono notevolmente lo spazio dei parametri per le teorie supersimmetriche, ma naturalmente ancora non le escludono completamente. Lo sforzo di un esperimento sofisticato, di altissima precisione e con prestazioni eccellenti, come MEG, darà nei prossimi anni un contributo decisivo a chiarire la complicata partita della Supersimmetria.”

La teoria supersimmetrica (o SUSY da SUper SYmmetry) sviluppata a partire dall’inizio degli anni ’70 è un tentativo di dare un assetto unificato e per così dire più ‘ordinato’ al cosiddetto Modello Standard delle particelle elementari, risolvendo anche alcuni delle questioni insolute nelle teorie attuali.

In particolare SUSY ipotizza l’esistenza di una simmetria tra le due principali classi di particelle elementari conosciute: bosoni e fermioni. E’ attraverso i bosoni che si esprimono le forze fondamentali della Natura, mentre i fermioni costituiscono i mattoni ultimi e fondamentali della materia. Le teorie supersimmetriche affermano che per ogni particella-forza (bosone) esiste in natura una corrispondente particella materia (fermione) e viceversa e predicono quindi l’esistenza di molte nuove particelle e fenomeni, che fino ad oggi però nessuno ha mai osservato. E i fisici teorici, per quanto innamorati di una teoria ‘così semplice ed elegante da dover essere vera’, cominciano a temere di dovervi rinunciare.

Informazioni su Gabriella Bernardi 75 Articoli
Laurea in Fisica e master in divulgazione scientifica, ha lavorato presso l’Alenia Spazio di Torino (missione Rosetta), passando poi a tempo pieno alla divulgazione scientifica, soprattutto nel campo astronomico. La sua attività principale è quella di giornalista freelance per riviste e periodici, anche on-line, che alterna con altre attività in campo divulgativo come la collaborazione alla realizzazione del Planetario e Museo dell’Astronomia e dello Spazio di Pino Torinese o l’attività di animatrice in piccoli planetari e mostre. Attualmente partecipa anche al programma di informatizzazione e digitalizzazione dell’archivio di lastre fotografiche dell’Osservatorio Astronomico di Torino. Recentemente le è stato assegnato il premio giornalistico per la divulgazione scientifica “Voltolino”.

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4 Commenti

  1. Io ho capito solo “Susy”…naturalmente, ho anche fatto delle fantastiche ipotesi sull’origine etimologica dei “fermioni” ( del tipo, che potrebbero essere parenti stretti degli “immobilioni”, dei “noncimuoverioni”, dei “bradipioni” etc… 😳 ); scherzi a parte, non capisco mai perché le cose dovrebbero essere come pensiamo che siano e non come sono. “Stai con quello che c’è” mi dice sempre una mia amica counselor…

  2. Andrea,
    sinceramente anche io non ho capito un acca :mrgreen:
    Quando si entra cosi nel dettaglio, diciamo che solo gli addetti ai lavori riescono ad apprezzare a pieno queste notizie, ma tutti possiamo apprezzare che queste nuove scoperte ci aiutano ad aggiungere un tassello alla nostra conoscenza…..e poi c’e’ sempre la possibilita’ di informarsi e studiare quello che a prima vista potrebbe sembrarci…ostrogoto.
    Per i fermioni, pero’, ti posso aitare io.Risparmiandoti i dettagli chimico-fisici,…..Le particelle si dividono in due classi.Fermioni, cosi chiamate in onore di Fermi e Bosoni, in onore del fisico indiano Bose….i Fermioni si dividono poi in Leptoni ( gli elettroni ) ed i Barioni ( i quark, che vanno a costituire i protoni ed i neutroni ), mentre i Bosoni elementari, vanno a mediare le forze fondamentali…elettromagnetismo ( fotoni ), forza nucleare debole ( bosoni w / z ), forza nucleare forte ( gluoni ) e forza di gravita’ ( gravitoni )…..se vuoi approfondire….auguriiiii :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

  3. Stò cominciando a leggere qualcosa…teoria delle stringhe…meccanica quantistica…ah ecco mi pareva che ci mancassero i quanti…potremmo, banalizzando un po’ ma forse nemmeno troppo, dire che fermioni e bosoni, nonché leptoni e quark, sono tutte ridenominazioni quantistiche delle più classiche particelle atomiche quali elettroni protoni neutroni etc…se così fosse, la teoria delle stringhe è un qualcosa che cerca di mettere d’accordo la meccanica classica con la meccanica quantistica? E allora, la supersimmetria, è un – ipotetico – tassello costitutivo delle stringhe?
    Perdona, ma sto mettendo assieme Zeilinger ( che, al contrario di quanto afferma, è tutt’altro che chiaro nella sua divulgazione “pseudopopolare” ) con wikipedia, e non esco tanto bene… :mrgreen:

  4. Caro Andrea,
    scusa ma non sono in grado di portare aventi una discussione sull’argomento.Ho dato un’occhiata in giro ed, a prima vista, le cose stanno come dici tu, ma sono studi che vanno troppo il la’ rispetto alle mie conoscenze, sono un semplice farmacista!!….conosco la chimica e la fisica ma non mi sono mai addentrato cosi nello specifico su queste teorie di difficile comprensione per chi non e’ un addetto ai lavori.Le conosco perche’ mi piace sapere e scoprire, ma lascio a chi e’ piu’ affermato di me il compito di addentrarsi nello specifico.