Appuntamento al prossimo febbraio

Ce ne siamo accorti solo in ritardo. Ma il prossimo anno lo spettacolo sarà assicurato. Gli asteroidi vogliono proprio far parlare di loro in questo periodo


50 metri sono pochi, ma abbastanza per sollevare un piccolo allarme. Il 22 febbraio scorso è stato scoperto l’asteroide 2012 DA14, solo dopo che era passato a circa sette volte la distanza della Luna. Ci siamo persi un incontro ravvicinato? Nessun problema. Il prossimo anno, sempre a febbraio, il 15, tornerà a farci visita e in modo più spettacolare: passerà a soli 24 000 km, al di sotto di molti satelliti artificiali.

Non dovrebbero esserci sorprese poco piacevoli, ma la distanza permetterà di vederlo con un buon binocolo.

L’orbita è molto strana e ciò spiega la difficoltà dell’osservazione e il ritardo nell’individuazione. E’ stato scoperto vicino a Granada, in Spagna, nel cielo mattutino e ad alta inclinazione. In effetti, la sua traiettoria non è tra le più comuni. Il periodo orbitale è di 366 giorni, uno in più del nostro. Questo fatto implica che esso sia più interno e più esterno rispetto alla Terra due volte l’anno. Fa, insomma, di tutto per sfuggire alle osservazioni! Sarà molto interessante studiare gli effetti del sistema Terra-Luna su questo piccolo oggetto. Le sue caratteristiche orbitali ne fanno un candidato ideale per un futuro impatto.

E questo è solo uno dei circa mezzo milione di fratelli di pari dimensioni che circolano nelle vicinanze del nostro pianeta. Con buone probabilità un oggetto simile brucerebbe completamente nell’atmosfera, ma molto dipende dalla composizione chimica e dall’angolo e velocità di impatto. Se finisse in mare… è meglio non pensare agli effetti di maremoto…

Non per niente, l’Agenzia Spaziale Europea sta pianificando la costruzione di un telescopio di un metro di diametro con un $campo$ tale da coprire l’intero cielo in una sola notte. Una sentinella sempre all’erta. In questo modo si scongiurerebbero molte visite del tutto impreviste e si potrebbe prevedere il luogo d’impatto e far partire l’allarme nelle zone a rischio. Ma le sorprese a piccoli diametri restano sempre possibili. A volte, non resta che sperare nella fortuna…

2012da14.jpg

L’estrema somiglianza dell’orbita di 2012 DA14 e della Terra. L’inclinazione tra le due è di circa dieci gradi. Un vicino di casa simpatico, ma -speriamo- mai troppo scomodo…

I commenti di questo post sono in sola lettura poichè precedenti al restyling del 2012. Iscriviti al Forum di Astronomia.com ed entra a far parte della nostra community. Ti aspettiamo! : )

17 Commenti

  1. Certo che un telescopio in grado di controllare tutta la volta celeste in una sola notte sarebbe utile per prevenire eventuali brutte sorprese dell’ultima ora.
    A tal proposito mi sovviene la risposta che nel film Armageddon, il responsabile della NASA dava al papavero in alta uniforme di turno, che gli chiedeva di come fosse stato possibile che un asteroide grande come il Texas fosse sfuggito alle osservazioni; la risposta suonava più o meno così: 🙂

    Guido

  2. “Con tutto il rispetto signore, ma il cosmo ha un buco di c… enorme!”
    😎
    (Ehmm… evidentente il testo compreso nei caratteri non viene visualizzato, scusate lo spam)

  3. Scusa Enzo, sarebbe possibile veramente prendere misure adatte per sgombrare il luogo di impatto? Ci sarebbe veramente il tempo?
    Penso sia logico che questi asteroidi così pericolosamente vicini siano di queste dimensioni o poco più, altrimenti, se fossero come il Texas (vedi appunto il film) , si individuerebbero facilmente a queste distanze, o mi sbaglio Enzo?
    Penso anche che se non bruci in atmosfera lo possa fare in buona parte riducendo notevolmente gli effetti, o sbaglio anche quì? Forse dipende anche dalla composizione?

  4. caro Mario,
    asteroidi delle dimensioni del Texas non ne esistono in possibile rotta di collisione. Il più grande è Eros con i suoi 20-30 km. Oggi si conoscono quasi tutti gli oggetti superiori al chilometro per i quali sarebbe quindi, teoricamente, possibile poter intervenire in anticipo di anni.
    Tra i 100 metri e il chilometro se ne conoscono ancora troppo pochi e potrebbero anche essere osservati solo pochi giorni prima, dipendendo molto dal tipo di orbita. Essi sono ancora in grado di portare distruzioni su scala continentale. C’è solo da sperare di scoprirli durante un passaggio non pericoloso e poi stabilirne l’orbita… Il telescopio sopra citato aiuterebbe in questo senso. Ma sono in cantiere altri telescopi per potere scoprire TUTTI gli oggetti superiori ai cento metri.
    Quelli più piccoli sono estremamente elusivi e difficilmente prevedibili con i mezzi attuali. E sono veramente tanti. Si scoprono solo all’ultimo momento e la loro orbita è difficilmente prevedibile per ottenere passaggi futuri in quanto subiscono perturbazioni gravitazionali da parte della Terra molto importanti (fossero più lontani non si scoprirebbero facilmente…). la maggior parte “potrebbe” bruciarsi nell’atmosfera e procurare pochi danni o medi (tipo Tunguska…che non è pochissimo). Quelli più densi, contenente metalli, potrebbero giungere al suolo. Se, sulla Terra, problemi relativi locali (cratere dell’ordine del chilometro), se, sul mare, ben più gravi. E’ ben difficile calcolare il punto d’impatto se scoperti pochi giorni prima e quindi, nel caso dell’oceano, si dovrebbero far sgombrare tutte le coste. Un po’ come per i maremoti normali, ma con un avviso un po’ più lungo…
    poi ci sono molte vie di mezzo…

  5. Sbaglio o ultimamente le notizie di asteroidi che passano ‘molto’ vicini alla Terra stanno aumentando considerevolmente di numero.
    Ho io poca memoria o prima ne se ne parlava o non venivano scoperti.

  6. @walter
    credo che stiamo migliorando la nostra osservazione e riusciamo a beccarli meglio di prima

  7. Riflessione: ma per la Terra queste sono solo punture di spillo e gli unici problemi riguardano la biosfera o anche il pianeta subisce conseguenze da impatti con oggetti così piccoli? Comunque 24 mila chilometri son proprio poco, ci svernicia.

  8. caro Mario B.,
    ancora meno che punture di spillo… Nessun impatto con oggetti di pochi chilometri può in realtà “toccare” le caratteristiche fisiche del pianeta, a parte modificare per un certo periodo di mesi e/o anni la strttura atomsferica (polvere e blocco dei raggi solari). Men che meno l’asse di rotazione, il campo magnetico e l’orbita. Ci vuole un impatto con un “marte” per creare una Luna…ricordi?

  9. a proposito di possibili impatti ho appena sentito sul notiziario di astronomia urania che la luna avrebbe subito uno scontro contro un asteroide 3 milardi di anni fa e creato quindi un campo magnetico che si è registrato nel polo sud della luna.

  10. caro peppe,
    la Luna ha subito moltissimi impatti con oggetti massicci e i segni si vedono. Solitamente sono questi oggetti che portano un campo magnetico fossile, dato che sulla Luna l’effetto dinamo non può funzionare…

  11. caro enzo,
    l’effetto dinamo non funziona perchè è troppo piccola? magari perchè non ha un calore interno?

  12. la seconda che hai detto… o almeno così si pensa… non dovrebbe avere una massa liquida in rotazione e poi girerebbe troppo piano…

  13. Meno male che lo abbiamo scoperto in ritardo!! Altrimenti sai che macello sui media allarmisti… 🙂

  14. caro 3p,
    rileggi l’articolo 😛
    c’è scritto: “binocolo”. Tuttavia, è ancora presto per avere una magnitudine esatta… aspettiamo il prossimo anno….

  15. ho appena scoperto che si può scrivere sia “allerta” sia “all’erta”.. cosa si può imparare da un sito di astronomia.. 😀

  16. caro matteo,
    a volte scappa qualcosa… a te mai? Comunque se Stefano ha tempo può correggere…