
Osservazione di Geminidi
“E’ la pioggia delle Geminidi”, dice Bill Cooke, a capo del Meteoroid Environment Office della NASA ad Huntville, Alabama. “Iniziamo ad osservare dalla sera del 13 dicembre attorno alle ore 21:00”, suggerisce. “Lo spettacolo inizierà molto timidamente ma crescerà nel corso della notte. Prima dell’alba del giorno seguente, si potrebbero osservare una o due meteore al minuto.”
La causa delle Geminidi è un oggetto molto misterioso chiamato 3200 Phaethon. Attualmente lo consideriamo un asteroide, ma “Nessuno può decidere con certezza cosa esso sia”, prosegue Cooke.
Il mistero iniziò nel diciannovesimo secolo. Prima della metà del 1800, infatti, non c’era nessuna Geminide, o per lo meno non abbastanza da attrarre attenzione. Le prime Geminidi apparvero improvvisamente nel 1862, sotto lo sguardo attonito degli osservatori che videro dozzine di meteore sfrecciare nel cielo provenienti dalla costellazione dei Gemelli (da cui lo sciame prende il nome, Geminidi).
Per più di un secolo gli astronomi cercarono invano la cometa responsabile di tali fenomeni. Finalmente, nel 1983, il satellite IRAS della NASA localizzò qualcosa. Si trattava di un oggetto largo diversi chilometri che si muoveva sulla stessa orbita dei meteoroidi in questione. Gli scienziati lo chiamarono 3200 Phaethon.
C’è solo un dettaglio: gli sciami meteorici provengono da residui cometari, ma 3200 Phaethon sembra avere tutte le caratteristiche di un asteroide. E’ composto da materiale roccioso (non da ghiaccio, come le comete) e non possiede pertanto la classica coda. Ufficialmente 3200 Phaethon è catalogato come un PHA, ovvero un asteroide potenzialmente pericoloso la cui orbita dista “solo” 3 milioni di chilometri da quella terrestre.
Ma se 3200 Phaethon è realmente un asteroide, come può essere l’artefice delle Geminidi? “Potrebbe esserci stato un impatto contro un altro asteroide”, azzarda Cooke. “Una collisione del genere potrebbe aver creato una nube di poveri e rocce che seguono Phaethon nella sua orbita”.
Alcuni astronomi, studiando le Geminidi più luminose, sono arrivati alla conclusione che il cuore dei detriti debba essere roccioso. La densità di materia varia da 1 a 3 g/cm3 (grammi per centimetro cubo). Molto più densa rispetto alle scaglie di polvere cometaria (0.3 g/cm3). Si avvicina, pertanto, di parecchio alla densità della roccia (3 g/cm3).
Abbiamo quindi a che fare con uno “sciame asteroidale”? Cooke non sembra convinto. Dopo tutto 3200 Phaethon potrebbe essere “una cometa estinta”, dice. L’eccentricità dell’orbita porta l’oggetto più vicino al Sole di quanto non sia il pianeta Mercurio. Le temperature solari estreme potrebbero, in passato, aver consumato tutto il ghiaccio di Phaethon, lasciando scoperto il suo nucleo roccioso che “solo all’apparenza somiglia ad un asteroide”.
Per il momento, nessuno è in grado di dare una risposta definitiva. E’ un mistero da assaporare sotto le stelle, le stelle infuocate di Giovedì 14 dicembre.