Segnali luminosi

L’aspettavamo con fiducia. Eravamo certi che non ci avrebbe tradito. Eppure l’alba sempre più anticipata della fine inverno, ci nascondeva il suo vagare tra le basse costellazioni visibili a sud-est nella tarda notte…

Addio Ugo. I tuoi racconti continueranno a vivere nei nostri cuori.

Segnali luminosi

Segnali luminosi

Il Sole del sei marzo ci mandò a dormire quando, distrutti dal sonno, tentavamo l’ultima foto. Il pianeta si trovava vicinissimo alla Laguna, ma era un piccolo disco di sei secondi di diametro e di magnitudine 1.

Il 23 aprile si trovava nel Capricorno, le giornate continuavano ad allungarsi rendendo inutile il trascorrere del tempo. Il dieci di giugno era già nell’Acquario. E finalmente il “giro di boa”. Dopo il solstizio d’estate, le giornate si sono accorciate. Inizialmente in modo impercettibile ma alla fine di luglio era visibile per buona parte della notte. Marte era ormai un faro rosso tra le stelle dell’Acquario, con una magnitudine di -2 ed un disco che si avvicinava ai 20″.

Forse si è accorto di essere osservato. Ha rallentato il suo costante spostamento verso est sino a fermarsi e, come un attore di consumata esperienza, ha iniziato la sua “passerella”. La vanità lo ha portato ancora più vicino al “suo pubblico”, mentre il movimento retrogrado ne ha reso favorevole l’osservazione in orari quasi serali. Per tutto il mese di agosto abbiamo fatto ogni genere di foto e riprese con CCD. Nessuna tempesta di sabbia in corso. A fine mese finalmente raggiunge il suo massimo splendore: magnitudine -2.9 e un disco di 25″ di diametro.

La serata è stupenda, non un filo di vento, la trasparenza del cielo è eccezionale. Tutti gli strumenti del folto gruppo sono in postazione. Marco, con la sua imponente attrezzatura ha invaso quasi tutti gli spazi della grande piattaforma in cemento. Il primo segnale arriva proprio da Marco. “Accidenti mi è partito un pixel nel CCD”. Un puntino luminoso era visibile in prossimità dell’equatore del pianeta. Prende continuamente “dark frame” per eliminare il fastidioso inconveniente. Nessun risultato, il puntino è sempre li.

Marco si alza nervosamente e si avvicina al grosso rifrattore. “Fammi vedere” dice scansando in malo modo il povero Giuseppe che si era appena avvicinato allo strumento. “Si vede anche con il rifrattore!” dice con entusiasmo “C’e qualcosa di nuovo su Marte!” E poi “No non è più visibile”, rivolto a Giuseppe “Aspetta un attimo!” e poi con eccitazione “Ma certo che c’è, anzi, sembra che aumenti”. Il puntino luminoso sembra prendersi gioco degli osservatori. Giuseppe azzarda: “Forse sono segnali dei marziani”. Qualcuno risponde “Si, fatti con una lampada da 500 watt”!

Marco abbandona lo strumento, subito preso d’assalto da tutto il gruppo, e si corica sul pavimento reso caldo dal sole del pomeriggio. Osserva il cielo per pochi secondi, e poi improvvisamente inizia a parlare a ruota libera. “Ma certo…, immaginiamo che vi siano esseri intelligenti, potrebbe essere che abbiano sviluppato le loro conoscenze in astronomia… grazie alla loro atmosfera molto rarefatta… può essere che loro conoscano esclusivamente le frequenze visibili. Anche noi… fino a cento anni fa non potevamo immaginare la radio…

Come comunicare a grandi distanze… la luce, certo, basta segnalare con un fuoco… ha sempre funzionato. E di giorno… uno specchio, il Sole ci dà la luce necessaria per fare segnalazioni. Loro ci osservano, vedono spesso le nostre notti con le città illuminate… loro vedono sempre una falce quando siamo vicini, ma il nostro diametro è il doppio del loro… certamente ci vedono, sanno che esistiamo.

Lo facciamo anche noi con i radiotelescopi… tanti specchi che si muovono contemporaneamente… Certo deve essere una superfice immensa… ma non è importante che sia lavorata perfettamente… Naturalmente è necessaria una tecnologia avanzata per orientare gli specchi senza vederci… o forse ne sono in grado… così, in pieno giorno, l’atmosfera rarefatta certamente li aiuta…
L’eccitazione aveva contagiato tutti.

Giuseppe finalmente impadronitosi del proprio strumento continuava a rilevare i segnali: “Sembrano segnalazioni fatte con l’alfabeto Morse, ma molto lentamente”. Marco riprende: “Non ci sono dubbi… da loro è giorno pieno… loro sanno che questo è il momento migliore… la distanza che ci separa è ridotta al minimo. Hanno adottato il miglior sistema a loro disposizione per segnalarci la loro presenza… e ci sono riusciti! Ora sappiamo di non essere soli!” Il telefonino di Giuseppe improvvisamente suona “Il volo del calabrone”. “Pronto”dice nel silenzio generale “si”, “certo”, “ma va’”, “ah, questa è bella”, “certo che l’abbiamo visto”, “ci vediamo domani”. Ripone il telefono lentamente sotto lo sguardo attento di tutto il gruppo

Poi comincia a ridere a crepapelle fino a che le minacce dei compagni lo convincono a raccontare. Con calma prende la parola: “Era Fabio, a casa con l’influenza ed il computer in navigazione. Sembra che tutto il mondo abbia visto… i marziani che giocano con gli specchi. Tutto questo è durato fino a che un astronomo si è inserito nella discussione dichiarando che Nix Olimpica, il vulcano alto 25 chilometri, è entrato in piena attività rendendosi visibile anche a strumenti amatoriali.

Pare che sia dovuto a tensioni interne preesistenti messe in movimento dalla vicinanza della Terra. Sarà meglio prendere tutte le foto possibili, non so se domani sarà ancora visibile la superfice del pianeta”.

di Ugo Ercolani – Pubblicato su Coelum N° 60 – Febbraio 2003

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Ugo Ercolani è stato una gran persona e un grande amico, oltre che un grandissimo astrofilo dedito alla divulgazione. Lo voglio ricordare così, come se fosse ancora presente fra noi, perchè con i suoi splendidi racconti ci ha commosso tutti, me per primo. Stefano Simoni