Il brutto anatroccolo

Una storia di pura astrofisica condita di speranza e buoni sentimenti


Il brutto anatroccolo

Cominciò ad agitarsi quando il numero di stelle già formate crebbe sempre di più e ormai quasi tutte le concentrazioni di gas, dapprima scure come lei, stavano ormai brillando per l’accensione del loro motore.

E lei? Perché non riusciva ad iniziare la sua tanto agognata vita di stella? Poi, mentre l’angoscia era diventata quasi insopportabile, ecco i primi bagliori di luce. Finalmente! Si sentì bellissima ed importantissima. Ma la gioia durò poco. Si accorse in fretta che stava solo bruciando il deuterio ed il litio e che li avrebbe consumati molto lentamente. Ma niente accadeva al suo idrogeno più semplice. Rimaneva inerte. Forse era troppo piccola. Oh no! Questo voleva dire una vita pressoché eterna, ma senza potere mai competere con le sue compagne. Aveva quasi paura di dire quella parola, ma sapeva benissimo ormai che quello era il suo destino: sarebbe rimasta una NANA BRUNA. Non c’era niente di peggio. Essere snobbata dalle altre stelle, ma essere troppo grande per essere accettata come un pianeta. Un destino atroce.

Avrebbe continuato a contrarsi lentamente per tutta la vita, senza mai accendere il suo motore, mentre la temperatura sarebbe lentamente diminuita senza alcuna speranza. La paura divenne certezza quando sentì le risate delle stelle che ormai brillavano attorno a lei; qualcuna lo fece con discrezione e sorrise appena, altre invece le sbandierarono con alterigia i loro sistemi planetari che si stavano formando. Addirittura sentì dire dalla più grande di quel paio di maledette ex-compagne alla sua sinistra “pensa che io ho tre pianeti grandi quasi come lei!!” Altre, poche in verità, mostrarono segni di pietà e sentì che la stavano compatendo. Era ancora peggio. Sentirsi così “diversa”, dopo aver sperato solo in un’esistenza normale. A quel punto doveva proprio rassegnarsi e smettere di illudersi. Ma era terribile sapere che questa sofferenza sarebbe stata lunghissima. Che avrebbe visto le sue compagne esplodere più o meno violentemente per poi diventare nane bianche, pulsar, buchi neri. E lei niente, sempre uguale, senza nemmeno sperare in una morte eclatante.

Passarono milioni e poi miliardi di anni. Molte delle sue ex-compagne erano già esplose, altre stavano diventando super-giganti e tra poco avrebbero espulso il loro gas sottoforma di fantastiche nebulose planetarie. Vedeva anche qualche buco nero che stava catturando con bramosia e quasi ingordigia la materia espulsa dagli astri limitrofi. Era ormai rimasta praticamente sola. Non riusciva però nemmeno a godere un poco della morte delle sue ex-compagne. Loro almeno aveva vissuto da VERE stelle. Lei era solo una NANA BRUNA e lo sarebbe stato ancora per molto, molto tempo!!

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5 Commenti

  1. Bello davvero. Anch’io spesso mi soffermo a pensare alle stelle come esseri ‘viventi’ e forse addirittura pensanti, dopotutto sono abbastanza complesse e ricche di fenomeni interni (combustione, fusione nucleare, magnetismo, correnti di plasma ecc.) assimilabili alle scariche elettriche e altri meccanismi nel cervello umano; avrebbero pensieri e ‘parole’ lente come quelle -fatte le dovute proporzioni- dei cetacei sulla terra: sappiamo tutti che il verso delle balene accelerato ricorda quello di alcuni uccelli. Le vedrei forse più come ‘vegetali’ che come ‘animali’ visto che non possiedono un moto autosufficiente.
    Per non parlare delle galassie…

  2. simpaticissimo! E qui affiora tutta la sete di protagonismo di noi “sapiens” eh?! Cosa non faremmo per far sorridere una stella! Complimenti!
    Mi è piaciuta l’idea dell’elisir di lunga vita escogitato dalla razza umana a beneficio dell’intero nostro Pianeta: una flebo di idrogeno!!! 😆 la tua fantasia si espande come l’Universo… 🙂

  3. Ciao Vincenzo,scusa se ti do del tu ,ma vedi io ormai sono vecchio e mi sto abituando a considerare gli altri più giovani di me,se le scuse sonio accettate proseguo: Trovo bellissimo questo racconto che unisce un racconto fiabesco all’Astronomia ,trovo sia un modo nuovo per avvicinare i ragazzi all’astrofisica senza rompicapo ,quasi ti appassioni a loro come esseri che abitano nello stesso universo,non voglio dilungarmi per non rendere noioso il mio commento,ma dicco ancora che mi piace ed è molto bello.Nel chiedervi scusa per aver occupato una parte della vostra pagina ,ti saluto cordialmente insieme a tutti gli amici della pagina ,grazie Efisio.