Un mondo nuovo

Ricordando “la fattoria degli animali”, il racconto prende però una piega diversa …


Uscirono di corsa da casa e notarono che sulla strada si era già radunata una folla notevole. E tutti sembravano intontiti ed increduli: gli animali si erano messi a parlare ovunque. Tutte le specie, dalle più grandi alle più piccole, chiacchieravano, litigavano, chiedevano e rispondevano con estrema semplicità e correttezza. Addirittura i microbi delle malattie infettive avvisavano i futuri contaminati con la loro tenue vocina: “stiamo arrivando … mettetevi a letto!” Il mondo “umano” non sapeva più che fare e qualsiasi soluzione sembrava ridicola ed insensata. Intervenire con la forza? Sarebbe stata una fatica impensabile e poi chi ne avrebbe avuto il coraggio? Una cosa è sparare ad un vitello che muggisce lamentosamente ed un’altra è uccidere un essere che ti chiede: “perché non mangi una torta di nocciole?”. Il caos divenne generale, aiutato in questo dal rumore continuo di sottofondo dovuto alle discussioni tra animali di terra, di aria e di mare.

Non ci volle molto che la crisi alimentare divenne il maggior problema del mondo. Dai supermercati e dai negozi era sparita la carne di ogni tipo e rimanevano solo uova e formaggio, concessi con grande gentilezza dal pollame, dai bovini e dagli ovini. Qualcuno era riuscito a far finta di niente ed aveva continuato a macellare, ma i clienti erano ormai spariti. Chi avrebbe mai mangiato il figlio di quella mucca con cui aveva chiacchierato a lungo sulle condizioni del tempo?

Anche se nessuno avrebbe potuto prevederlo, la popolazione mondiale si adattò molto in fretta alla nuova situazione. C’erano dei risvolti positivi enormi: i bambini avevano una compagnia continua ed inoltre molti animali eseguivano benissimo il compito di babysitter. Gli anziani che vivevano la loro pensione in solitudine, vedevano le giornate riempirsi finalmente di discussioni e chiacchiere con il gatto di casa, i piccioni del parco o addirittura con la famigliola di ragni che viveva nel soffitto della cucina. E non parliamo poi delle informazioni importantissime che si ottenevano dalle nuove creature parlanti. Gli animali avevano conoscenze impressionanti ed erano estremamente disponibili ad insegnare: le capacità degli uccelli nel volo, dei pesci nel nuotare, degli erbivori nel cercare le migliori piante, dettero risultati fantastici.

In fondo una dieta che escludeva la carne non era poi così male ed i governi di tutto il mondo vararono leggi atte a proteggere ogni specie vivente da qualsiasi forma di violenza. Nel giro di pochi mesi il mondo aveva cambiato radicalmente la propria esistenza, ma nessuno sentì veramente il bisogno di tornare indietro. Sembrava di vivere in un paradiso terrestre. In quel turbinio continuo di voci, di urla, di scambi di impressioni, di domande e risposte, l’uomo non tardò molto a sentirsi a proprio agio. A volte non si riusciva più a capire se chi parlava era un essere umano oppure un animale. Furono aperte scuole libere a tutti e ci si rese conto che spesso e volentieri i primi della classe non appartenevano alla razza una volta dominante. I cavalli, i cani, le aquile cominciarono ad occupare posizioni di rilievo in vari governi terrestri.

Non ci si accorse nemmeno, all’inizio, che mentre gli animali miglioravano sempre più la qualità del proprio linguaggio, l’opposto capitava agli uomini. Le loro frasi erano sempre più semplici ed a volte poco comprensibili. Poi cominciarono ad usare con maggiore frequenza i gesti e poco alla volta le parole iniziarono ad uscire solo casualmente e con risultati pietosi. Le altre creature facevano sempre più fatica a capire cosa volevano gli esseri umani e ne discussero a fondo tra di loro, senza trovare però alcuna soluzione. Alla fine, nessuna persona riuscì più a comunicare con la voce se non emettendo grugniti, muggiti, fischi e cose del genere. Gli animali li guardavano con grande pietà e sincera commozione. Per venirgli incontro, radunarono molti umani in zone ristrette dove poterli controllare ed aiutare al meglio. Fu infine nella cittadina di Lungoto, nella Namibia, che il sindaco da poco eletto, un bellissimo leopardo di mezza età, decise di aprire il primo “macello”.

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11 Commenti

  1. Anzi, sono spesso più sensibili, amorevoli e autentici……degli “onorevoli colleghi”!!
    Se l’energia è un boomerang….prima o poi chissa?!!

    Ivonne

  2. @ enzo orwell
    così la storia finisce lì dove era iniziata, in africa!
    p.s. il mio gatto ha sempre parlato! 😳 . pensavo fosse normale!
    sorriso
    daria

  3. @danilo,
    sei “quel” Danilo di Genova o qualche altro Danilo? Se è vera la seconda, sappi che ho un amico fraterno che si chiama così …. In ogni modo ti ringrazio per l’accostamento!!