Quest’anno, nel mese di luglio, si è tenuto a Montreal in Canada il congresso Cospar che si occupa di tutto quello che riguarda la ricerca nello spazio. Potevo non accompagnare il marito ad un tale appuntamento? Oltre tutto si preannunciava epocale per via dello svelamento dei dati provenienti da Gravity Probe-B, una missione spaziale che si proponeva di verificare una previsione della Relatività Generale tramite un satellite in orbita polare attorno alla Terra. Questi risultati erano particolarmente attesi, sia per l’importanza della verifica, inedita almeno alle precisioni che ci si attendeva, sia perché avrebbe costituito il coronamento di cinquant’anni di ricerca, dato che le prime idee sulla sua realizzazione risalgono addirittura agli anni ’50!
Purtroppo le notizie che trapelavano da un po’ davano ad intendere che la missione aveva incontrato delle difficoltà inaspettate, ed infatti, arrivando nella hall del centro congressi e cercando nel libro che raccoglieva gli orari e le sessioni degli interventi, si è notato che tutta la sessione su questa missione era stata cancellata, a parte un intervento isolato inserito altrove.
Pazienza, pare che questo genere di cose capitino, ad ogni modo ho pensato che altri interventi fossero interessanti e con questo spirito ottimista mi sono accreditata presso il desk della stampa, proprio perché se non si è un congressista, o non si paga l’ingresso come famigliare, l’accesso alle sale del congresso è completamente interdetto al pubblico.
Superato il controllo, esibendo il badge ad un addetto con un bel farfallino arancione, una scala mobile porta comodamente al livello superiore, dove avvengono gli interventi e gli altri comuni mortali non vi possono accedere. Ma qui effettivamente cosa si perdono? Per prima cosa noto l’incessante vagare, in tutte le direzioni, di gruppetti o di singoli alla ricerca della sala giusta dove si terranno certi interventi, perché qui funziona che i vari argomenti astronomici ed attinenti ad altre discipline vengano discussi ad orari prestabiliti ed in determinate giornate in apposite salette.
Come primo istinto decido di seguire la sessione sulla divulgazione astronomica, la saletta non è gremita, ma tutti i partecipanti sembrano degli addetti ai lavori, infatti si alternano a turno nell’illustrare progetti molto interessanti di divulgazione astronomica realizzata nelle scuole di ogni ordine e grado, ma soprattutto nelle superiori. Eh sì … il problema pare sia sempre lo stesso: suolo americano o europeo che sia, si va a caccia di vocazioni scientifiche, cercando di avvicinare il più possibile le giovani menti all’astronomia.
Terminata questa sessione mi dirigo verso il coffe break durante il quale da tutte le sale i congressisti convergono nelle zone dove sono allestiti tavoli con i generi di conforto: caffè lungo o the, i biscotti o i muffin sono tutti a pagamento… La velocità con la quale si muovono mi sorprende. Capisco subito che vige la regola che chi primo arriva, meglio si serve, allora mi conservo la bustina da the e lo zucchero per il prossimo intervallo, sperando di arrivare prima che termini l’acqua calda. Ad ogni modo queste pause sono studiate non solo per interrompere i lavori e riscaldarsi un pochino dalla gelida aria condizionata, ma anche per potersi confrontare con altri ricercatori, leggere i poster contenenti i risultati di ricerche presentate al congresso che appesi fanno bella mostra nel salone principale, creando una curiosa tappezzeria, e magari collegarsi in internet, dormire un poco per recuperare il fuso orario, o, perché no, litigare con la moglie dall’altra parte dell’oceano. Miracoli di Skype…
In questa babele di lingue, di colori e di portatili sono colpita da questa popolazione di menti, tra le quali, bisogna ammetterlo, quelle asiatiche spiccano per l’età media molto più bassa; il tutto pare una grande fiera di idee e non potevano mancare anche gli stand dell’editoria scientifica e perché no pure quello dove si terrà il prossimo convegno che per pubblicità ha organizzato una lotteria. Così per gioco decido di partecipare e per la prima volta vinco qualche cosa: un bel puntatore laser!
I giorni del congresso volano e si discute di tutto, dalle future missioni spaziali ai dati provenienti da Marte e persino di futuribili coltivazioni nello spazio, ma ovviamente anche di supernovae o di pianeti extrasolari e tanto altro, ma la medicina spaziale che riguarda le donne mi ha personalmente attirato, riservandomi anche una gradita sorpresa. La prima relatrice era la prima donna astronauta giapponese che guarda caso è medico; al termine del suo intervento non ho resistito e le ho chiesto un autografo. Per ora mi sono accontentata del suo nome in giapponese scritto sul retro del badge, ma la prossima volta le chiederò un’intervista!
Box Astroturismo
Montreal offre vari musei scientifici, ma per chi volesse fare un po’ di turismo astronomico consiglio il science center che sorge nel porto vecchio, pulitissimo e super sorvegliato. Su un quai si estende l’intera costruzione, con installazioni permanenti e temporanee come una curiosa mostra sugli alieni. In realtà è preso d’assalto per la presenza dall’IMAX che offre spettacoli sia in francese che in inglese. Invece se volete vedere un planetario ottico meccanico Zeiss recatevi nella zona nuova di Montreal, quella costellata di grattacieli, per la maggior parte occupati dalle solite catene alberghiere. In una zona spaziosa e verdeggiante sorge dagli anni sessanta ed anche qui esistono spettacoli bilingue e per vari fasce d’età; nel giardino si può ammirare la statua dedicata a Copernico fatta erigere dagli emigranti polacchi.
cavolo! vedi cosa mi sono persa separandomi? 😐
gioco, ovviamente
sorrisoviaggiatore
daria