Il buco della serratura

A volte, per trovare qualcosa di eccezionale, non c’è bisogno di andare troppo lontano


Tra un lavoretto e l’altro si fermava a guardare quella costruzione isolata. Se ne sentiva attratto come se contenesse una calamita. Il palpabile terrore degli altri lo sfiorava appena e decise che sarebbe andato a vederla prima o poi. Non certo di giorno o durante l’estate, quando c’era troppa gente in giro fino alle ore piccole. Sarebbe stato considerato da qualcuno al pari di un demonio se avesse osato rompere la catena di paura che la circondava. Venne l’inverno e la smania di sapere cresceva sempre più in Pietro. Una notte particolarmente fredda e piovosa gli sembrò l’occasione migliore. Tutti erano rintanati davanti al caminetto con gli usci ben sprangati. Ed altrettanto sembrava essere il vecchio portone di legno massiccio dalla casa.

Pietro girò tutt’attorno senza sentire alcun rumore. Ovviamente. Al limite ci sarebbero stati dei topi che avrebbero fatto scappare il più coraggioso dei gatti della cittadina. Tutte le finestre erano sbarrate e munite di inferriate supplementari. Non filtrava luce dalle poche fessure dovute ai secoli di abbandono. Lo stato generale era ancora ottimo. Non si sarebbe saputo valutare da quanti anni, secoli o forse più era stata edificata. Aveva quasi concluso il giro completo, quando i suoi occhi, che ormai si erano abituati completamente al buio, intravidero qualcosa di luminoso che proveniva dall’interno. Non una lampadina od una candela, ma un chiarore diffuso e azzurrognolo appena apprezzabile. Simile più alla luce di un’alba che a qualcosa di artificiale. Forse era solo un’impressione o forse anch’egli stava subendo il fascino malefico di quell’edificio? Si convinse di no. Era lucido e tranquillo come sempre. Non era il tipo da farsi influenzare. Distolse gli occhi dalla casa e guardò verso il buio assoluto delle colline che recingevano il paese a nord. Poi tornò a posarli sulle finestre. Non vi erano dubbi. Dentro non era buio, ma una luce tenue e debolissima, quasi romantica nella sua tonalità, filtrava dalle piccole fessure del legno.

Ma era poi legno? Lo toccò e gli sembro che fosse più resistente e lucido. Quasi metallico. L’antichità gioca brutti scherzi. Tornò al portone principale ed anch’esso aveva quella strana consistenza. Lo sfiorò a lungo e si accorse che non sentiva schegge e che la sua mano scorreva senza impedimenti. Se era legno, come aveva fatto a mantenersi così liscio per secoli e secoli? E se non era legno che cosa poteva mai essere? Il metallo si arrugginisce o ha un altro colore. Quello invece sembrava voler “simulare” perfettamente il legno, ma era sicuramente artificiale. Ormai ne era certo. Provò a scuotere il portone, ma non si mosse di un millimetro talmente era robusto e spesso. Non sembrava ci fosse possibilità alcuna di entrare o di sbirciare un poco all’interno.

Stava già rassegnandosi a dirigersi verso casa e magari tornare un’altra volta con degli attrezzi al seguito per scardinare la porta o una finestra. Probabilmente nessuno l’avrebbe notato vista la distanza considerevole che le persone lasciavano tra loro e la misteriosa casa. Poi se ne accorse. Che stupido era stato. C’era una grossa serratura, predisposta per un’enorme chiave. Ma la chiave non c’era ed il buco sembrava veramente invitante. Forse poteva guardare all’interno ed intravvedere qualcosa.

Avvicinandosi notò che il chiarore diffuso usciva anche dal foro: come aveva fatto a non notarlo prima? Si chinò leggermente e pose il suo occhio sull’unica apertura tra lui ed il luogo del mistero. E vide qualcosa di stranissimo e assurdo. Era un occhio, ma non il suo riflesso in qualcosa. Era completamente diverso: l’iride e la pupilla avevano contorni strani e tutta la forma era deformata. Qualcuno o qualcosa stava guardando verso l’esterno. Poi capì in un lampo e sorrise. Dette un colpetto alla porta quasi come fosse un saluto. No, non erano ancora pronti, né da una parte né dall’altra. Che l’uomo andasse pure in giro per l’Universo. La porta prima o poi si sarebbe aperta proprio lì, nella sua tranquilla e retrograda cittadina.

I commenti di questo post sono in sola lettura poichè precedenti al restyling del 2012. Iscriviti al Forum di Astronomia.com ed entra a far parte della nostra community. Ti aspettiamo! : )

1 Commento

  1. è vero, enzo. a volte ogni cosa è davanti ai propri occhi!
    basta “vedere” e non solo guardare!
    la capacità dovrebbe essere quella di entrare ed uscire da tutto ciò che il sensocomune impone
    no. non siamo ancora pronti! ma lo saremo mai?
    sorrisoprofondo
    daria