Suicidio

Il racconto è sicuramente molto triste ed amaro. Ma resta in fondo solo un assurdo gioco di prestigio.


Che senso aveva vivere? Che si trovassero in fretta e che la facessero finita una volta per tutte. Il giovane giunse sull’orlo dell’altopiano e si guardò intorno quasi con bramosia. Non fu necessario cercare molto. Proprio lì, a non più di cento metri, ben saldo sulle gambe c’era l’ultimo alieno. E lo aspettava senza cercare di nascondersi. A Wilkinson scappò quasi un sorriso. Gli sembrava di vivere una scena di quei vecchissimi film di centinaia di anni prima. Solo che qui non c’era un “buono” e un “cattivo”. C’erano i due ultimi residui di due grandi civiltà che senza scopo si erano volute annientare. Il giovane tenente si avvicinò lentamente al suo nemico ed alla sua morte. Era quello che temeva e che in fondo voleva ardentemente. Ma per un brevissimo momento, quell’antica voglia di sapere che l’odio puro aveva ormai cancellato dalla mente umana, riaffiorò per un attimo. E per la prima volta in quella guerra tra mondi qualcuno parlò con l’avversario. “Chi sei? Chi siete? Perché tutto questo?” esclamò quasi singhiozzando Wilkinson.

Il nemico non rispose, col volto sempre coperto dalla sua maschera antigas. Stette immobile senza alcun segno di voler passare all’azione. Il giovane lo guardò attentamente. Aveva una corporatura scattante e nervosa, anche se le spalle e la curvatura della schiena denotavano un’età molto più avanzata della sua. Wilkinson ebbe un pensiero irrazionale, ma lucidissimo: “è sicuramente vecchio e forse anche ferito. Potrei abbatterlo facilmente e vincere l’ultimo duello”. Ma fu solo un attimo di pazzia. E poi? Sarebbe stato il trionfatore, anzi il SOLO trionfatore, senza più nessuno attorno a lui. La disperazione lo colse in tutta la sua violenza e urlò ancora più forte: ”chi siete? Perché ci avete attaccato? Perché ci siamo ridotti in questo stato? Rispondi, maledizione!”. Malgrado la maschera gli coprisse il volto, l’alieno sembrò quasi sorridere e Wilkinson tornò con la mente a pochi anni prima. A quando faceva l’Accademia e non vedeva l’ora di iniziare ad uccidere. Perché incolpare gli alieni di una catastrofe che in fondo si sarebbero costruiti comunque da soli? C’era stato solo uno spostamento di programma, ma la fine sarebbe stata sicuramente molto simile. Forse l’agonia ancora più lunga.

Ed ebbe pietà e odio, rabbia e compassione, per se stesso e per la sua razza distrutta e sciagurata. Abbassò la testa e si augurò di essere ucciso al più presto. A quel punto l’alieno estrasse il laser a neutroni che gli pendeva al fianco e prese la mira. Per la prima volta parlò: “avanti giovane tenente estrai la tua arma e compiamo il nostro destino”. Wilkinson ebbe un sussulto, ma non per aver sentito parlare l’alieno, bensì per il timbro della VOCE. Era sicuramente quella di un vecchio, ma l’emozione fu enorme. Quasi senza accorgersene estrasse la sua arma proprio mentre il nemico si levava lentamente la maschera dal volto. Non fu più nemmeno una sorpresa per il giovane: l’alieno che lo fronteggiava era “lui” stesso, molto, molto più anziano. Le ultime parole del “vecchio” Wilkinson furono appena udibili ma chiare: ”non potevamo vivere nello stato in cui ci avevate ridotti. Siamo dovuti tornare indietro nel tempo per sterminarvi e di conseguenza per sterminarci, prima della terribile ed insopportabile agonia che stavate creando”.

Poi si sentirono soltanto le due scariche laser.

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12 Commenti

  1. Il sentimento che provo nel leggere questo racconto è quello che provo spesso quando vedo e sento l’energia negativa e “suicida” che ci circonda e l’eterna lotta tra il Bene e il male è ben visibile in questi nostri tempi; il presentimento che qualcosa di simile possa accadere anche nella realtà mi assale…salvo che credo fermamente che il Bene vincerà alla fine, nella battaglia finale, sul male!! 😆

  2. @Ivonne,
    in fondo -forse- il mio racconto ha una fine giusta ed il bene vince….si può sempre ricominciare! 😉

  3. @Enzo
    si è vero ma…..come diceva nonmiricordochì? che errare è umano perserverare è diabolico!
    Comunque grazie dello stimolante raccontino, della serie:un pensiero al giorno
    leva ………ops forse era qualcos’altro! 😳 😆

  4. @ enzo. sarà perchè “anche” io ho una fervida fantasia, a tratti visionaria, 🙄 ma avevo intuito che ogni essere stava combattendo con il suo “se stesso”, ero certa che lo scontrofinale sarebbe stato “wilkinson contro wilkinson”.
    le scene da te narrate mi fanno pensare a molti dei film di akira kurosawa, alle masse, agli uomini-pedina che infine hanno dimenticato il motivo e l’origine del conflitto. ho visto sventolare vessilli e alzare le lance, combattere figli contro padri, mi è passato davanti agli occhi il massacro di little big horne. i campi di sterminio, ho visualizzato l’ “urlo” di munch, solo vinti in un mondo di dolore.
    che film triste, però!
    dovremmo imparare -forse- a “scontrarci” più spesso con l’altra parte di noi? a governarci prima di arrivare alle estreme conseguenze? o non c’è scampo perchè i terrestri sono destinati, per scelta e per destino, a finire?

    sorrisoinfuganellospazio
    daria

  5. di pietro direbbe “non ci azzecca”, ma dopo tutta questa cupezza, voglio condividere una gioia: una volpe viene, la sera, a mangiare da me, in campagna, -dove vado a cercare stelle-. tutto qui!
    sorrisodesaint-exupéry
    daria

  6. @Daria,
    non so se essre contento o no che tu abbia indovinato il finale…ma, conoscendoti un po’, me lo dovevo aspettare… Si, ho pensato anch’io a Kurosawa, all’Arpa Birmana (è anche suo mi sembra…)e cose del genere. Dici anche perfettamente che si sente il silenzio dell’urlo di Munch. Con te non c’è gusto… Sto scherzando ovviamente. Dalla prossima volta andrò più sul leggero. Ogni tanto bisogna ridere e vedere positivo.
    Riguardo alla volpe è un evento straordinario e ci azzecca sempre. Circa un mese fa sono stato dieci giorni in campagna vicino Pienza. Alla mattina c’erano i caprioli ed anche una volpe che passava rapida e veloce. Oltre a molti fagiani e cinghiali. Una meraviglia e ti capisco benissimo! A volte ci vorrebbe così poco per essere felici e sereni… 😆

  7. @ enzo. se non sbaglio l’arpa birmana -vecchissimo film che ha vinto non so in che anno il leone d’oro a venezia- non è di kurosawa. dovrebe essere di Ichikawa, conosciuto come il “capra nipponico”. anche in questo film morte e oblio ingoiano le vittime di una violenza insensata, al di là della guerra stessa.
    attendendo un po’ di “allegria”, nel tuo prossimo racconto, ti porgo i sorrisi della mia volpe
    sorrisoallegro
    daria

  8. @daria,
    penso tu abbia proprio ragione. Mi ricordo il film ma avevo qualche dubbio. L’avevo trovato veramente angosciante. Si, si, questa volta vado sull’allegro.. 😀

  9. @daria,
    ops… 😳 . Dimenticavo! Porgi i miei più distinti saluti alla tua volpe!! 😉