Aveva di fronte una macchina da guerra collaudata e perfetta, sicura dei propri poteri acquisiti con la forza ed il denaro. Aveva dominato il mondo, aveva punito chi non la pensava come lei, aveva dettato le leggi universali. Come poteva mai pensare, lui, piccolo Davide, di sconfiggere Golia? E Golia all’inizio se ne curò poco, certo dell’apparato modernissimo, capillare e ricchissimo che lo sosteneva e lo appoggiava. Scese in $campo$ con la consueta strategia, fatta di luoghi comuni e di promesse ipocrite. Non si rese conto che molti, troppi avevano aperto gli occhi ed erano stufi di ingurgitare passivamente la solita minestra riscaldata, propinata fino all’ossessione dai Media. Erano stanchi di guerre sante, di violenze gratuite comandate dall’interesse economico, volevano aria pura e nuova; anche a costo di sbagliare.
I soldi a disposizione di Golia erano tanti, ma presero i soliti canali ben collaudati e stantii. Intanto però Davide, facendo leva sulla ribellione morale dei singoli, mise una moneta sopra l’altra fino a farne una montagna ancora più maestosa. Capì che non era necessario partire dall’alto, ma che si poteva ottenere lo stesso iniziando dalla base più umile e povera. La fortuna gli venne anche incontro. La società attuale ebbe un tracollo finanziario. Le sicurezze più declamate subirono una sconfitta terribile. Tutte le illusioni e le promesse crollarono per la ingordigia sempre più insaziabile dei falsi potenti che sulla debolezza della massa si erano costruiti un impero. Le roccaforti conservatrici caddero una ad una. I castelli di carta si sgretolarono al vento. La gente, finalmente indifferente al colore della pelle, si riversò come un fiume in piena verso una pianura in cui poteva ancora crescere il grano della lealtà e della speranza.
Fu un trionfo per il piccolo Davide, mentre Golia, leccandosi le ferite, ancora incredulo, abbassò il capo, capendo forse anch’egli finalmente che era venuto il tempo del cambiamento. Accettò la sconfitta senza rabbia e rancore. Ora si apriva una nuova era e lui ne diventava spettatore. Davanti all’enorme palco costruito in fretta e furia erano già giunte milioni e milioni di persone pronte ad acclamare il loro eroe, ma anche se stesse e la nuova forza che le aveva possedute. Anche molti ex nemici, rimasti tali fino all’ultimo, si inserirono in quella massa festante. Solo pochi gruppi di sconfitti piansero la loro superbia, sentendo sgretolarsi l’orgoglio insensato e ottuso che li aveva dominati.
Poi Davide apparve commosso, luminoso e sereno insieme alla sua famiglia. Il boato si sentì in tutta la nazione, la più grande e potente del mondo, la più ricca e moderna, la Congola, che occupava ormai l’intero continente africano. Il suo primo presidente “bianco” esclamò: “we did, ce l’abbiamo fatta!!”
@Enzo,
ti ringrazio per l’energia che traspira da questo bel racconto che ci (e mi!!) offri. Filnalmente il buon-pensiero viene liberato da pregiudizi su falsi cinici lettori(?) che hanno bisogno sempre del “catastofico finale” per assolvere le brutture umane e autoassolvere le loro. Senza paura di apparire irreale e gratuito questo racconto mi offre una possibile realtà che ha più di un’analogia con quello che è successo in questi giorni in America. La partita è aperta certo, e non vè certezza, ma apre prospettive nuove che possono mettere in forse anche le convinzioni più pessimistiche e Davide e Golia da te citati, sono un’esempio metafora da cui traggo insegnamento.
Che dire di più..?
Sono in sintonia con questo racconto e non finirei mai di ringraziarti per la tua benefica fantascentifica capacità di raccontare il mondo!!
Grazie di esserci!! 🙂
@Ivonne,
non adularmi, ti prego … seguo solo il mio pensiero (a volte pessimistico e a volte ottimistico, quindi non te la prendere se a volte sono catastrofico… è in fondo un modo per esorcizzare la paura). E mi rendete felici quando vedo che esiste ancora lo scambio culturale e la capacità di riflettere. Dopo una vita di ricerca (a volte fredda) questi momenti di esternazione con voi è come acqua pura (ed anche buon vino…perchè no?). Grazie a te, la passione che hai espresso l’altra volta mi ha “obbligato” a dedicarti il racconto, che d’altra parte sento anch’io, nella parte più infantile e quindi più bella e sincera che mi caratterizza (ogni tanto leggo il Piccolo Principe e mi immedesimo un po’….) 😳 😆
yes, we can!
arrivata alla “congola” ho molto riso. 😛
ma “golia” sono le caramelle?
anche io sono una fan del piccolo principe e, ancora di più, della volpe e dei suoi riti.
sorrisocongoliano
daria
@daria,
si, potrebbero essere anche le caramelle….Quante ce ne fanno mangiare di quel tipo!!
Viva la rosa del principino!!
😛