Quando il Sole fu abbastanza alto chiese ai genitori di poter uscire in strada per mostrare il suo regalo di Natale ai compagni di gioco. Lui li chiamava così, ma in realtà, solo perché i genitori stavano un po’ meglio dei suoi, erano maligni, cattivi e lo trattavano con disprezzo. A volte lo prendevano in giro in modo pesante o addirittura lo picchiavano. Ma lui sembrava non accorgersene e faceva finta di niente. E più lui era buono con loro e più veniva trattato male. Adesso era però talmente felice che doveva far partecipare anche gli altri alla sua gioia. Li trovò che stavano già giocando con varie pistole, robot, biciclette, ed altri balocchi nuovi di zecca. Quando videro lo splendido plastico che Paolo stava sistemando a terra si scambiarono occhiate poco rassicuranti e cariche di invidia. Il più alto tra loro, il capo indiscusso, col viso pieno di lentiggini, disse: “dove l’hai rubato? Finirai in prigione! I tuoi sono troppo poveri”. “No, no, me l’hanno portato Gesù Bambino e Babbo Natale: è proprio per me!”. Gli “amici” si misero a ridere a quelle parole. “Si vede che è stato tuo padre a rubare. Oppure tua madre in quella bellissima casa dove fa la sguattera. Lo dirò a mio zio che vi lavora come maggiordomo”. Ma Paolo non li sentiva più e li invitò a giocare con lui.
Iniziò una fantastica battaglia spaziale con le astronavi che scendevano in picchiata ed i raggi iperionici che sparavano a destra e a sinistra. Quel branco di odiosi bambini decise di passare all’azione. Cominciarono a prendere le varie parti del gioco. Quello rosso di capelli prese i ragni verdi e, facendo finta di inciampare li schiacciò contro una pietra. “Oh, scusami si sono rotti! Erano proprio costruiti male!”. Quello più piccolo, con gli occhiali, attraversò il plastico e calpestò violentemente una astronave. L’altra sfuggì “casualmente” di mano al capo banda ed andò a sbattere contro il muro di fronte rompendosi in mille pezzetti. Velocemente fecero la stessa fine i tre omini con i loro scafandri ed il mostruoso rettile giallastro. A quel punto gli “amici” decisero che era ora di andare a casa e lasciarono Paolo solo per terra con lo sguardo ancora incredulo. Anche lui così forte ed ottimista, non ne poté più. Aveva raggiunto il limite e si mise a singhiozzare con tutta la disperazione che aveva in cuore, ma silenziosamente per non farsi sentire dai genitori. Più che la perdita del gioco lo faceva soffrire l’idea che suo papà e sua mamma pensassero che lui non ne aveva avuto cura.

Mentre le lacrime gli scivolavano copiosamente sulle guance fino a cadere sui resti di quello che era stato per pochi attimi il più grande dono mai ricevuto, sentì una raffica di vento ed a pochi metri gli apparve un bambino poco più alto di lui, ma vestito come un vero signore. “Ciao! Gli disse. Sono il Piccolo Principe ed abito su un asteroide che gira intorno al Sole molto lontano da qui. Sono venuto a fare un giro per rivedere la Terra e speravo di incontrare solo persone contente il giorno di Natale. Cosa ti è mai successo?” Paolo non si stupì più di tanto: per lui tutto poteva succedere e quel bimbo così ben vestito che gli parlava insieme era già una cosa meravigliosa. “Stavo giocando con i miei amici e senza volerlo mi hanno rotto il regalo di Natale. Ho tanta paura che mamma e papà ci rimangano tanto male”. “Si da il caso che io conosca molta gente che vive nello spazio”, rispose il bambino venuto dal cielo, “e potrei chiamarli per stare un po’ qui con te. Che ne dici?”
Senza aspettare nemmeno la risposta, apparvero dal nulla due piccolissime astronavi da cui scesero tre omini con fucili iperionici dentro a curiosi scafandri. In cima alla collinetta di plastica erano invece arrivati dei ragni verdi con un potente cannone laser, insieme ad un mostruoso rettile giallastro. “Non ti preoccupare della loro apparenza”, disse il Piccolo Principe, “sono tutti buoni e simpatici. Gli piace fare un po’ di scena, ma in fondo sono tutti amici. Le loro armi fanno solo rumore e pizzicano leggermente. Non c’è nessun pericolo! Gioca pure con loro, mentre io vado solo per pochi minuti a salutare una persona”. Paolo rimase a bocca aperta guardando i suoi nuovi e strani amici che lo invitavano a giocare simulando una terribile lotta spaziale. Mamma mia! Quello sì che era un vero divertimento. Paolo era al settimo cielo e rideva come un matto.
I suoi schiamazzi e le scariche dei fucili richiamarono il gruppo dei malvagi compagni che tornarono a vedere cosa stava succedendo. Rimasero quasi impietriti davanti a quello spettacolo. Non solo Paolo giocava senza problemi con il suo plastico, ma i personaggi, nuovi di zecca, sembravano quasi muoversi da soli, combattendo veramente. Lo spilungone lentigginoso fu preso da rabbia ed invidia e si diresse quasi di corsa verso il piccolo che mai si era divertito tanto nella sua breve esistenza. Stava per calpestare violentemente i tre omini, quando essi, con una rapidità eccezionale, fecero fuoco colpendolo proprio sul naso. Mamma mia, che pizzicore! Il naso divenne rosso come un peperone e il capo banda si fermò di colpo, mettendosi ad urlare ed a piangere. Anche gli altri si fermarono vedendo i piccoli ragni verdi che puntavano il cannone nella loro direzione. Il mostruoso rettile giallastro stava digrignando i denti guardando fisso il più piccoletto, quello con gli occhiali. Lentamente e silenziosamente il gruppetto sconfitto sparì dietro l’angolo, leccandosi le ferite e non riuscendo ancora a capire cose era successo.
Paolo per la prima volta in vita sua si trovò a sorridere un po’ maliziosamente, ma se ne pentì subito. “Poverini che spavento si sono presi! E non mi hanno nemmeno dato il tempo di spiegargli la situazione”. In quel momento tornò il Piccolo Principe, che “probabilmente” non aveva visto niente di quella scena. “I miei amici hanno deciso di stare con tè un po’ di giorni per aiutarti a ricostruire il tuo plastico. Conoscono tutti i segreti della tecnologia del futuro e per loro sarà un gioco da ragazzi rimettere tutto a posto”. Paolo ne fu felicissimo ed abbracciò con trasporto il suo nuovo amico che veniva da tanto lontano. Anche lui sembrava commosso e continuò: “adesso devo proprio andare. Ho tanta strada da fare e tanta gente da incontrare. Posso però ancora esaudire un tuo desiderio. Uno solo, ma grande quanto vuoi”. Paolo rimase solo un attimo indeciso e poi fece la sua richiesta. Perfino il Piccolo Principe ne rimase sorpreso, ma poi sorridendo ed accarezzandogli i capelli lo salutò, scomparendo velocemente tra le poche nuvole che si rincorrevano nel cielo.
Il giorno dopo la mamma si meravigliò di essere trattata molto meglio dai suoi padroni, che le offrirono addirittura frutta fresca e carne per la cena della sua famiglia. Il papà ebbe un inaspettato e sostanzioso aumento di stipendio. Paolo giocò per ore e ore con i suoi amici venuti dallo spazio insieme ai cari compagni di quartiere. Lo spilungone era il più allegro e gli faceva quasi da fratello maggiore. Tutti avevano messo a disposizione degli altri i loro nuovi regali e se li scambiavano ridendo e scherzando.
Il Piccolo Principe pensava ancora a quel bambino ed al suo desiderio. Aveva chiesto soltanto di poter fare anche lui un piccolo, ma enorme regalo di Natale a tutti gli altri, un regalo davvero speciale. Un pezzetto del suo grande cuore … in fondo ne aveva così tanto a disposizione.

Bello 🙂 Poi il piccolo principe è sempre stato uno dei miei preferiti.
Un buon Natale spaziale ad enzo a a tutti i/le lettori/trici! 😀
Tanti auguri di Buon Natale a tutto lo staff di Astronomia! 🙂
Anche io voglio fare tantissimi auguri a tutto lo staff, in particolare al bravo enzo autore di racconti che lasciano sempre il segno ed al simpaticissimo stefano, il capitano di vascello di questo ottimo sito.
Tanti auguri vanno agli altri redattori, ai lettori e alle lettrici, tutti accomunati da una passione enorme per l’astronomia!
sorriso babbonatalizio
@tutti,
ribadisco una volta di più i miei carissimi auguri 😆
secondo me in questo capitolo si descrive benissimo la figura di Paolo
Piccolo Principe- capitolo 21
In quel momento apparve la volpe.
“Buon giorno”, disse la volpe.
“Buon giorno”, rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
“Sono qui”, disse la voce, “sotto al melo…”
“Chi sei?” domando’ il piccolo principe, “sei molto carino…”
“Sono una volpe”, disse la volpe.
“Vieni a giocare con me”, le propose il piccolo principe, sono così triste…”
“Non posso giocare con te”, disse la volpe, “non sono addomestica”.
“Ah! scusa”, fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
“Che cosa vuol dire ?”
“Non sei di queste parti, tu”, disse la volpe, “che cosa cerchi?”
“Cerco gli uomini”, disse il piccolo principe.
“Che cosa vuol dire ?”
“Gli uomini” disse la volpe, “hanno dei fucili e cacciano. E’ molto noioso! Allevano anche delle galline. E’ il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?”
“No”, disse il piccolo principe. “Cerco degli amici. Che cosa vuol dire “?”
“E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire …”
“Creare dei legami?”
“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.
“Comincio a capire” disse il piccolo principe. “C’è un fiore… credo che mi abbia addomesticato…”
“E’ possibile”, disse la volpe. “Capita di tutto sulla Terra…”
“Oh! non e’ sulla Terra”, disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
“Su un altro pianeta?”
“Si”.
“Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?”
“No”.
“Questo mi interessa. E delle galline?”
“No”.
“Non c’è niente di perfetto”, sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea:
“La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…”
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
“Per favore… addomesticami”, disse.
“Volentieri”, disse il piccolo principe, “ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose”.
“Non ci conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!”
“Che cosa bisogna fare?” domandò il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…”
Il piccolo principe ritornò l’indomani.
“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe.
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti”.
“Che cos’e’ un rito?” disse il piccolo principe.
“Anche questa è una cosa da tempo dimenticata”, disse la volpe. “E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza”.
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l’ora della partenza fu vicina:
“Ah!” disse la volpe, “… piangerò”.
“La colpa è tua”, disse il piccolo principe, “io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…”
“E’ vero”, disse la volpe.
“Ma piangerai!” disse il piccolo principe.
“E’ certo”, disse la volpe.
“Ma allora che ci guadagni?”
“Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”.
Poi soggiunse:
“Va’ a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto”.
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
“Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente”, disse. “Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo”.
E le rose erano a disagio.
“Voi siete belle, ma siete vuote”, disse ancora. “Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è piu’ importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa”.
E ritorno’ dalla volpe.
“Addio”, disse.
“Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
“L’essenziale e’ invisibile agli occhi”, ripete’ il piccolo principe, per ricordarselo.
“E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”.
“E’ il tempo che ho perduto per la mia rosa…” sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
“Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…”
“Io sono responsabile della mia rosa…” ripetè il piccolo principe per ricordarselo.
scusate per il commento così lungo, ma ci tenevo molto.
Auguri a tutti e buon Natale. grandissimo Enzo!
PS:Avete visto l’altro giorno verso sud quell’asteroide che è passato??
era stupendo
Tantissimi auguri e complimenti come al solito.
Non ci sono ulteriori parole
un regalo natalizio @tutti!
Credo di aver scoperto solo oggi 😳 😯 l’equivalente di Googlemap, per Marte e per la Luna!! (forse l’avevo già visto, ma non me lo ricordavo…)
Per chi non conoscesse questi siti, vi consiglio di andare su
“http://www.google.com/moon/”
oppure
“http://www.google.com/mars/”
e potrete vedere la luna e marte come mai l’avete visti! Sembra di stare al di sopra della loro superficie! E potete navigare, zoomare, ecc ecc
Visto che ci sono volevo segnalare anche questo articolo
“http://astrogation.blogspot.com/2008/11/visto-un-pianeta-extrasolare.html”
dove si parla della prima immagine di un pianeta extrasolare nell’ottico, in fotografia!
Ora vi saluto e me ne vado un po’ a zonzo tra le montagne del nostro satellite e del pianeta rosso.
sorriso lunatico-marziano
ATTENZIONE, ATTENZIONE !!
Anche la televisione (RAI 3) ci ha fatto un bel regalo di Natale!!
Stamani, durante la trasmissione “cominciamo bene” è stato invitato l’esimio Prof. Vacca (che è ??), il quale si è lamentato della scarsa divulgazione scientifica in TV. Perfetto? Nemmeno per sogno… Hanno fatto subito vedere una sua lezione di astronomia trasmessa anni fa (e quindi registrata e controllata, direi…). Ebbene era sugli asteroidi ed il grande scienziato diceva a chiare lettere: “nel 1801 è stato scoperto l’asteroide CERERE, un oggetto estremamente piccolo, pensate, di solo un chilometro di diametro …”. FANTASTICO! Peccato che Cerere abbia un diametro di 1000 km (leggermente più grande…). Ho subito telefonato ed alla fine ho preso la linea. Una gentile signora mi chiede cosa volevo e chi ero. Io ho detto che ero disponibile ad un faccia a faccia in diretta. Mi chiedono subito il numero telefonico dicendo che mi chiameranno. Risultato? Nessuna chiamata, ovviamente, e le idiozie del prof. Vacca sono rimaste quelle che erano e adesso qualcuno in più saprà una delle tante falsità scientifiche in più. E parlava proprio di cattiva divulgazione….Proprio lui!!!!
Grazie mamma RAI, un bel regalo di Natale!!!
@enzo
sono senza parole!
Comunque conoscevo già Roberto Vacca per averlo visto in altre trasmissioni. Ho trovato il suo sito ed un interessante (e lungo) articolo del 2005 sul presunto riscaldamento globale…
http://www.robertovacca.com/serra.html
non male…
Esimi professori:
1) lasciate stare vacca e vaccate, oramai la tv -come del resto la vita- è in mano a “furbi” e ignoranti, e solo agli ammiratori di questi è destinata, non ad altri; non ne caverete un ragno (verde…) dal buco. Il nuovo spazio di comunicazione è il web, e qui voi state facendo un lavoro egregio!
2) continuo a leggere anche se ho pochissimo tempo per commentare (preoccupati, eh? 😎 )
3) a voi e a tutti i lettori astrofilimanonsolo i miei auguri di buon natale (qualunque idea abbiate del natale) e buon anno.
Cià.
@pierluigi,
penso che Stefano sia un po’ inc…to in questo periodo. Era successo anche a me tempo fa. Hai mica sbagliato a scrivere l’indirizzo email o il nome (ogni tanto a me lo richiedono …)? Riguardo a Vacca ho visto…In realtà la pensa come me, ma questo non basta a salvarlo da altri errori. So che ha ragione Alex a dire che è inutile…ma io ogni tanto provo a stuzzicarli (se no magari dicono che nessuno glielo ha detto…).
@Alex,
mi interessa il ragno “verde”…Noi ne abbiamo uno in cucina che lasciamo vagare per i muri: è bellissimo e molto educato (oltre che molto piccolo….)ed ha un colore verde brillante ed allegro. Forse è proprio per questo che inconsciamente ho parlato di ragni verdi nel racconto … 😛
un regalo natalizio @tutti!
Credo di aver scoperto solo oggi 😳 😯 l’equivalente di Googlemap, per Marte e per la Luna!! (forse l’avevo già visto, ma non me lo ricordavo…)
Per chi non conoscesse questi siti, vi consiglio di andare su
http://www.google.com/moon/
oppure con “mars” al posto di “moon”
e potrete vedere la luna e marte come mai l’avete visti! Sembra di stare al di sopra della loro superficie! E potete navigare, zoomare, ecc ecc
Visto che ci sono volevo segnalare anche questo articolo
http://astrogation.blogspot.com/2008/11/visto-un-pianeta-extrasolare.html
dove si parla della prima immagine di un pianeta extrasolare nell’ottico, in fotografia!
Ora vi saluto e me ne vado un po’ a zonzo tra le montagne del nostro satellite e del pianeta rosso.
sorriso lunatico-marziano
vediamo se ora funziona!
Auguri!
@ tutti. come sempre! in ritardo per il natale ed in anticipo per il capodanno. sempre leggera ed urticante come un palloncino alla deriva…ma molto simpatica
!
un sorriso particolare a stefano -capitano mio capitano-. ad enzo, il nostro affabulatore. a pierluigi, alex, ad andrea, che da un pò ci snobba, un sorriso donnasolidale ad ivonne, ed a tutti, vecchi e nuovi compagni di cielo
millesorrisiaugurali
daria
@Daria e tutti,
il 2008 se ne va tra la neve (ne abbiamo avuta tanta da poter fare gelati per un anno ), convinti una volta di più che la maligna CO2 ci abbia fatto un altro scherzo ignobile! Ci farà patire il freddo per nascondere il riscaldamento globale che avanza sempre più (mi sono accorto che il ghiaccio che ho sulla strada è in realtà caldo, molto caldo!). Un augurio anche agli stambecchi che dovranno patire tanta neve in montagna e che forse saranno decimati… (ma non dicevano che in montagna non si vedeva l’ora di tornare ai vecchi bianchi inverni?). Boh… E se si dicesse come Grillo dei tempi migliori, quando parlava del cibo a 5 stelle per i gatti (un saluto al dariagatto):”scatolette che fanno impazzire di gioia il vostro gattino che costano più del cibo di una settimana dei congolesi… Ma io voglio sentirmelo dire dai gatti se sono buoni o no!!!”. Ed io vorrei che parlassero gli stambecchi e non le cassandre televisive (se il 2008 se le portasse con lui in qualche mondo alieno, molto alieno?). Decidiamoci: vogliamo il caldo o il freddo? Meno male che ce lo diranno gli astrologi tra oggi e domani…e magari anche il grande Giacobbo!!!
Buona anno a tutti e adesso a sciare!!!!! Dal 3 al 19 sarò irreperibile, per cui non potrò dialogare con voi (sig! sig! 🙁 😥 )
😛
Troppo forte prof.! 🙂 Le auguro un fantastico 2009 all’insegna anche della scienza vera, visto che sarà l’anno dell’astronomia! 😎
Professori: a proposito di riscaldamento globale e CO2, avete letto l’ultimo Coelum? Si parla della “affidabilità” del Sole, e si dice che è responsabile delle variazioni climatiche terrestri solo per percentuali mediamente inferiori all’uno per cento, per il resto il vero responsabile è l’uomo. Questa è l’opinione -più o meno- di gente come Vincenzo Andretta, Alessandro Bemporad, Francesca Zuccarello, David Hathaway (sarà parente della protagonista di Contact? 🙄 ) ecc.
Mi piacerebbe sentire anche la vostra. Quando tornerà dalla neve… a proposito, si diverta!
@Alex,
come ho già altre volte detto su questo sito io la penso all’opposto. Ho letto che per altri studiosi il Sole può influire fino al 40-50%. Ne sappiamo ancora troppo poco. Ma no credo alla colpa dell’uomo ( è anche questo un modo di sentirsi al cenrtro dell’Universo…). La Francesca Zuccxarello mi fa tornare indietro di tanti anni. C’incontravamo spesso in vari congressi ed era considerata la “star” dell’astronomia!! Una bellissima ragazza. Non la vedo più da tanti anni, ma sarà sempre una bellissima signora. Gli altri non li conosco personalmente, ma sono sicuramente persone più che serie. Il guaio è che tutti ne parlano, ma si conosce ancora troppo poco della climatologia terrestre… E’ un vero CAOS, in tutti i sensi…
Buon anno e a presto!!!
@Sivia
anche a te e a tutti gli altri!!!!!
Mi complimento per i bei racconti, il preferito è “Buon Natale” anche se una persona come Paolo è un po’ una mosca bianca su questa terra,,,ma è bello sognare.
Ho apprezzato il collegamento col “Piccolo Principe” sempre pieno di riferimenti e spunti.
Ho avuto veramente piacere d’averla conosciuta.
rosanna/mammarosy
@Enzo
sono in ritardo, in ritardissimo…(x forze maggiori) ma grazie di cuore per questo racconto, mi sono mancati e mi siete mancati.
Auguro un buon anno a te, a tutta la redazione, contraccambio gli auguri a Daria e insomma..un buon anno a tutti tutti.
Un grandissimo abbraccio!
Con gioia e pace nel cuore
cara Ivonne,
è un vero piacere risentirti e cerca di non abbandonarci più così a lungo … 😥
In ogni modo anch’io sono stato via per 15 giorni …. 😳
ricambio l’abbraccio e azzardo anche un … bacione!!
😆