Tuttavia, dopo aver mostrato i documenti ed il diploma alla guardia forestale della sede del Parco, vicino allo spazioporto, aver subito un’attenta perquisizione, ed avere ottenuto il permesso valido per tre giorni, John si trovò quasi subito immerso nella intricata foresta di Gigantofelci, solo e senza aiuto, e sentì un lungo e profondo brivido freddo. L’unico posto abitato era il piccolo centro di accoglienza. Nessuno voleva certo andare molto più in là nel regno del Mastorex. John scrollò le spalle e disse tra se e se:”cominciamo male, amico mio! Non sei tu a dover avere paura, ma lui, la tua vittima, che ti sta aspettando in preda al terrore”.

E con questa convinzione, che era poi la sua vera forza, si inoltrò tra gli alberi ed i cespugli . Era ancora giorno e doveva trovare un posto adatto per aspettare la notte. L’ideale era una radura spoglia. Guai se il buio fosse arrivato mentre John era vicino a qualche albero. Uno di quelli poteva essere ben altro e per lui non ci sarebbe stata speranza. Trovò quello che cercava, si sistemò sul suo seggiolino portatile, mangiò qualche barretta energetica e prese due pillole eccitanti. Poi attese guardandosi attorno. La vita brulicava, ma lentamente ogni essere vivente sparì, mano a mano che il rosso sole andava a coricarsi dietro la foresta. Il buio arrivò in un silenzio innaturale: niente si muoveva e niente faceva rumore.
Tutto il pianeta sembrava aspettare il risveglio del suo re incontrastato. Poi udì l’urlo terrificante di un Mastorex. Una cosa era sentirlo registrato ed un’altra era sentirlo in diretta, nel suo ambiente. John avvertì le forze mancargli, ma riprese subito il controllo di tutti i suoi muscoli e nervi. Non poteva distrarsi nemmeno per una frazione di secondo.
Da un lato era stato fortunato. La sua preda doveva essere vicina e John non avrebbe dovuto fare molta strada per trovarne le tracce. Probabilmente sarebbe stata lei a cercalo e questo poteva essere un grande vantaggio. Gli occhiali a visione notturna (concessi per regolamento) scrutavano la foresta attorno in cerca di un minimo movimento. Niente di niente, ma John sentiva che il mostro era vicino e che l’aveva già visto. Non sarebbero passati molti minuti e tutto sarebbe finito. E il vincitore non poteva che essere lui. Si vedeva già accolto allo spazioporto di Cincinnati, con la folla di giornalisti che lo aspettava. Cominciò ad essere impaziente: “dai, esci, maledetta creatura! Hai paura?”. Ma si calmò subito, questa attesa era certamente voluta dal nemico, che cercava di innervosirlo. Fece un profondo respiro e cercò di ottenere il più perfetto collegamento tra il cervello ed ogni terminazione nervosa. Era in condizioni ideali per affrontare la sfida. Talmente pronto che volle giocare d’astuzia.
Si chinò appena, per simulare un momento di affaticamento, mentre invece era perfettamente bilanciato sulle gambe e la carabina in posizione ideale. Aveva scelto la strategia giusta! Le foglie delle felci alla sua destra sussultarono per un solo attimo. Ma era quanto bastava. John sparò immediatamente in quella direzione, mentre l’urlo del Mastorex si alzò improvviso e terribile. Il cacciatore si accorse subito di non aver colpito il bersaglio. Quella maledetta bestia aveva intuito la sceneggiata ed aveva mosso le felci con la sua zampa sinistra e poi aveva attaccato centralmente. John mostrò tutta la sua freddezza e pur avendo un’altra sola pallottola in canna, rimase immobile al centro della radura (quella era stata la scelta fondamentale) e fece nuovamente fuoco. Lo sparò risuonò nella foresta e poi fu solo silenzio. Il corpo cadde al suolo quasi istantaneamente, privo di vita.
Il piccolo e goffo Oryxhil era ebbro di felicità. Era stato il primo a riuscire nell’impresa. Corse a raccogliere il suo trofeo e già si vide nelle vesti dell’essere più famoso di Epsilon Tauri VI: aveva ucciso l’essere vivente più terribile della galassia nel rispetto completo delle regole di caccia. L’uomo di nome John era infatti armato ed aveva fatto $fuoco$ prima di lui, anche se in un’altra direzione…
Questione di punti di vista! Bravo, bel racconto..
Eheh…
Un finale che fa uscire un sorriso beffardo sul viso!! 😀
Il Prof. come al solito riesce a rallegrarmi la mattina con i suoi racconti unici 😉
Confesso che tifavo per il Mastorex. Ma il finale m’é piaciuto lo stesso, per il consueto senso di “giustizia” che abita nei suoi racconti (poi magari mi sbaglio…).
@Alex,
in effetti non dico niente della fine del Mastorex…probabilmente si è salvato….
😆
decisamente coinvolgente la descrizione delle emozioni del cacciatore stenton, finale a sorpresa superlativo!
in una parole: accattivante