Vi sarebbe sempre piaciuto costruire un astrolabio come quelli usati un paio di secoli fa? Avreste mai pensato di divertirvi con il problema della parallasse? Per non parlare delle lenti gravitazionali: per vedere i loro effetti basta un bicchiere a calice colmo di vino rosso, ma badate bene, non da assaporare…
Tutto questo e tanto altro si è svolto lo scorso luglio durante l’XI Summer School dell’EAAE presso il quartier generale dell’ESO a Garching. Ma che cos’è l’EAAE?
Ogni estate un nutrito gruppo di insegnanti di matematica, fisica o scienze provenienti da tutta Europa si ritrova in una località europea non solo per ritemprarsi dalle fatiche scolastiche, ma per trovare stimoli ed apprendere nuovi spunti nel $campo$ astronomico. Le lezioni, o meglio, i vari seminari si susseguono per una settimana sia al mattino che al pomeriggio, offrendo a tutti suggerimenti su come spiegare, soprattutto praticamente, un determinato argomento astronomico ai propri studenti.
Sì lo so, vi state chiedendo dove e quando si studia astronomia a scuola? La scorsa estate è emerso che non solo in Italia, ma in generale in Europa, l’astronomia è una cenerentola scientifica. Anche considerando le tre leggi di Keplero inserite nel corso di Fisica o la Geografia Astronomica o Scienze alla fine, purtroppo, le ore dedicate sono veramente esigue. L’assurdo che emerge è che l’astronomia è maggiormente considerata durante il ciclo delle scuole primarie (le classi elementari per intendersi) quando il programma da svolgere è più libero e si trovano dei docenti sensibili e volenterosi che accettano di essere affiancati per realizzare progetti innovativi e di sicuro successo fra gli alunni.
Per saperne di più ho pensato di intervistare direttamente a Barcellona la direttrice del corso, la prof.ssa Rosa Ros che ha risposto alle mie curiosità nel suo ufficio, presso il dipartimento di ingegneria.
L’intervista
Come nasce l’idea di creare una scuola di astronomia a livello europeo e perché?
Nell’anno 1995 ad Atene ci fu una riunione per fondare una scuola di astronomia con cadenza annuale a livello europea: l’EAAE (http://www.eaae-astro.org). Mi proposero subito di organizzarla e l’idea mi piacque molto, ma all’inizio non fu un lavoro facile. Ad ogni modo, la qualità della passata edizione svoltasi all’ESO, alla quale hai partecipato, è stata eccellente sia per l’organizzazione sia per le lezioni generali offerte dai ricercatori stessi dell’ESO.
Perché si è pensato di creare una scuola internazione specifica in astronomia e non di fisica o di matematica?
Probabilmente perché l’astronomia è una materia multidisciplinare che coinvolge vari ambiti della scienza come la matematica, la fisica, la chimica, la biologia, in grado di coinvolgere diversi scienziati di varie nazionalità e bagagli culturali differenti.
Da quanti anni si occupa dell’organizzazione di questo evento, e qual è stata la soddisfazione più grande e la maggior difficoltà?
Da quando è stata fondata ad Atene la maggior soddisfazione è vedere quando gli “studenti”, impegnati nei laboratori, si divertono, fanno fotografie che poi una volta tornati a casa mi spediscono via posta elettronica! Questa è una bella soddisfazione, dove si capisce che si può insegnare una materia coinvolgendo tutti e divertendosi. In più, secondo te, perché degli insegnanti, sono ormai diventati degli assidui frequentatori della scuola che viene organizzata ogni anno?
Perché saranno rimasti soddisfatti e contenti?
Certo proprio così, questa è la più bella soddisfazione. Perché gli insegnati sanno che è utile e che è servita ad approfondire o conoscere aspetti nuovi dell’astronomia.
Passando alle difficoltà riscontrate, quest’anno non ce ne è stata nessuna, perché il supporto dell’ESO è stato fantastico, invece negli anni passati non sempre ho avuto le stesse condizioni.
Quindi l’esperienza del 2007 a Garching presso l’ESO è stata positiva?
Magnifica, per me e penso per tutti!
Se vogliamo proprio trovare una cosa negativa era il tempo, nel senso che le lezioni si susseguivano in moto serrato, proprio per rispettare le tempistiche, ma non ci potevamo fare molto.
Il prossimo appuntamento dove si terrà, e dato che posso fare un po’ di pubblicità chi può iscriversi?
Nel 2008 si terrà in una magnifica città spagnola: Granada, dal quattro al nove luglio, per tutte le informazioni basta consultare la seguente pagina. Tutti quelli che sono interessati possono iscriversi, anche se credo molto nel passaparola: chi ha partecipato ne parla in modo entusiasta e questo aiuta a superare il freno quando si legge del programma di corsi molto denso e serrato ed in lingua inglese!
Per l’Anno Internazionale dell’Astronomia nel 2009 hai in progetto qualche cosa di speciale?
Il 2009 per l’astronomia sarà un anno veramente speciale e come tale ci stiamo organizzando…per fare qualche cosa di veramente speciale. Ci stiamo pensando.
L’astronomia può aiutare ad avvicinare i giovani alle scienze, in particolare alla fisica ed alla matematica?
Sicuramente. Proprio la Scuola di Astronomia Estiva avvicina persone che non hanno particolari bagagli astronomici. La EAAE-ESO, ad esempio, da anni organizza un concorso per i giovani che si chiama Catch a star (cattura una stella). Lo scopo del concorso, suddiviso in tre categorie, è avvicinare i giovani alla scienza attraverso l’astronomia, scegliendo un tema, ad esempio un satellite, un pianeta o una stella o una galassia. Si possono inserire anche foto, anche quelle trovate su internet, ma non si deve fare il classico copia incolla da testi che si trovano in rete…
Il primo premio è un bellissimo viaggio per visitare l’Osservatorio Astronomico del Paranal in Cile per un professore e tre studenti [guardate il video realizzato dai vincitori dell’edizione del 2007 ]
Il secondo e terzo premio sono un viaggio ad all’Osservatorio Astronomico di Calar Alto vicino Granada ed un Osservatorio in Germania o Austria e poi tanti altri, basta controllare sul sito.
La tua esperienza di professoressa universitaria al politecnico coincide con i dati forniti da una ricerca dell’ESO, dalla quale emerge che i giovani dei paesi industrializzati in Europa tendono a non interessarsi alle materie scientifiche rispetto agli altri adolescenti dei paesi emergenti. Lo confermi?
Sì lo confermo anche se qui la mi esperienza ad ingegneria è rivolta a giovani interessanti alla scienza. Credo che in diversi paesi europei l’interesse per la scienza stia scemando, forse perché richiede un certo sforzo. Facendo anche un paragone tra la Spagna e l’Italia rispetto ai paesi dell’America latina, ho notato che chi studia materie scientifiche effettua anche una scalata sociale, cosa che nei nostri paesi non avviene. Da noi ormai non c’è più il concetto che un professore sia considerato con prestigio, come colui che tiene in mano il futuro del paese. Dovrebbe essere visto come una persona con parecchia responsabilità, ma non viene affatto considerato. Economicamente e socialmente non viene apprezzato il suo lavoro, per me è un grosso problema.
Se vivesse in un mondo ideale senza problemi di organizzazione e di fondi, cosa farebbe (quali sarebbero) i suoi progetti nel cassetto per la divulgazione astronomica?
Per la Scuola Astronomica? Mi piacerebbe poterla organizzare in Cile! In generale mi piacerebbe far innamorare la gente con l’astronomia. La scienza è un’avventura. Mi piacerebbe che la gente potesse osservare il cielo, senza il problema dell’inquinamento luminoso, certo non sarebbe mai come il cielo che ci si presenta stando in un deserto, ma almeno apprezzabile, per osservare Giove, poter vedere la Via Lattea da una città. Sono emozioni, come di vertigine che dovrebbero essere condivise da tutti: dai bambini agli anziani.
Grazie
De nada.