La sonda LCROSS – seconda parte

Ecco la seconda parte dell’articolo sulla sonda LCROSS, la sonda della NASA che come noto ha permesso di scoprire la presenza di acqua sul suolo lunare. Questa appendice è nata a seguito del commento di un nostro amico.


Il sottotitolo di questo articoletto è: “questione di punti di vista“.

Devo davvero ringraziare il nostro amico Giovanni per avermi posto un’apparentemente banale domandina in un suo commento alla prima parte dell’articolo: il nostro amico si domandava “perché dopo il lancio, essendo passata così vicino, ha continuato ad orbitare facendo giri così lunghi”. Domanda che ha stimolato una ricerca da parte del sottoscritto: ebbene, la mia risposta era decisamente insufficiente, perché doveva essere accompagnata da un’altra simulazione, che spiegasse meglio la situazione.

Ecco svelato l’arcano: la simulazione riportata nella prima parte, come spiegato, era relativa ad una rappresentazione abbastanza atipica di quanto stava accadendo. In parole povere avevo preso come riferimento la Luna ed avevo analizzato quanto succedeva considerando la Luna fissa, con la Terra e la sonda LCROSS a muoversi intorno. Come dice il sottotitolo: questione di punti di vista. E alla fine vi spiegherò il perché di questa scelta.

Ho quindi scaricato dal sito Horizons del JPL (quello da cui prendo tutti i dati che uso nelle varie simulazioni) i dati della sonda e della Luna riferiti, come è più naturale, al centro della Terra, o più precisamente al baricentro del sistema Terra-Luna. A partire da questi dati, dunque, è nata un’altra simulazione, che potete vedere sempre con il nostro Simulatore 3D.

Lanciando il simulatore vediamo subito la Terra al centro, con a fianco la sonda che da questa sta partendo e più lontano la Luna (indicata con il nome “moon2”, non fateci caso! avevo l’esigenza di non sovrapporre file con lo stesso nome!).

Orbita LCROSS

In questo caso la simulazione è quasi banale: fate partire il “play” e se il tutto vi sembra molto lento, passate lo step a 30 minuti oppure anche di più: ora quello che si vedrà è una sonda sobria, per nulla ubriaca, che per raggiungere il suo obiettivo, ha percorso tre orbite una leggermente differente dalle altre, dopo essere passata in vicinanza del satellite ed aver ottenuta una correzione di rotta che le ha permesso di ottenere queste orbite fortemente inclinate (vedi immagine a fianco). Questo proprio perché la sonda doveva impattare la Luna nel suo emisfero australe, in un luogo che sappiamo essere vicinissimo al Polo Sud, il cratere Cabeus: se verso la fine della terza orbita abbassate di nuovo lo step a 10 minuti, allora magari passo passo potrete seguire l’avvicinamento finale con l’ineluttabile conclusione che conosciamo.

Come potete notare ora non è più tanto facile zoomare “dalle parti della Luna” ed era questo fatto che mi aveva spinto a cambiare il punto di vista con la simulazione della prima parte dell’articolo. In quel caso aver fissato l’attenzione ed i movimenti rispetto alla Luna, aveva comportato che la traiettoria venisse rappresentata in modo molto strano: come dicevo nella risposta al commento le tre orbite sono servite alla sonda per posizionarsi al meglio per essere puntuale all’appuntamento.

Dall’analisi dell’orbita in questa seconda simulazione, vediamo che sia dopo la prima che la seconda orbita la Luna era da tutt’altra parte e solo alla terza orbita sarebbe avvenuto l’incontro fatale ma così importante!

Infine, analizzando i primi momenti della traiettoria si vede uno strano incontro ravvicinato della sonda con la Luna stessa: francamente, anche osservando il tutto da altri punti di vista (spostando la scrollbar orizzontale), non riesco a capire il sobbalzo che la simulazione mostra. Un piccolo errore nei dati del JPL? Un’errata interpretazione degli stessi da parte del simulatore? Diciamo che possiamo chiudere un occhio e concentrarci poi sul prosieguo della missione fino al suo termine.

Buon divertimento!

Informazioni su Pierluigi Panunzi 538 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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5 Commenti

  1. @vito
    caspita! allora è stato veramente un movimento voluto della sonda!
    Beh, sono contento: temevo ci fosse qualche problema nel software!! 😳
    A proposito, la traiettoria del Simulatore 3D combacia quasi esattamente con quella della NASA… 😎