Sarà una cometa a fermare il riscaldamento globale?

In un periodo di alta temperatura sul pianeta, una cometa frammentatasi in migliaia di pezzi potrebbe aver invertito l’andamento del clima terrestre. Dobbiamo aspettare un evento del genere per rompere la “tragica” catena del riscaldamento globale (anche se sempre meno visibile e sempre più controverso) ?



Perchè pubblichiamo quasi soltanto articoli contro il GW


Il prof. Napier dell’ Università di Cardiff ha spesso idee un po’ al limite, ma esse danno sempre stimolo a studi che alla fine molte volte si rivelano giusti e sicuramente innovativi. Le sue teorie vanno quindi considerate con molta serietà. Avendolo conosciuto personalmente posso assicurarvelo, fidatevi! La sua nuova ricerca dice che circa 13000 anni fa la Terra fu investita da una miriade di frammenti cometari delle dimensioni di parecchie decine di metri ciascuno nel giro di non più di un’ora. Questa caduta di blocchi cometari avrebbe innescato un drastico raffreddamento dell’intero pianeta (simile all’inverno nucleare).

Il raffreddamento sarebbe stato dell’ordine di 8°C, interrompendo il riscaldamento che stava dominando la Terra al termine dell’ultima era glaciale e innescando il rinvigorirsi dei ghiacciai che si stavano ritirando. Come potere affermare che questo cambiamento di tendenza sia stato di origine extraterrestre? Analogamente al famoso strato di iridio collegato alla scomparsa dei dinosauri, anche in questo caso si è notato un strato nero di pochi centimetri, scoperto in molti siti americani tra i sedimenti geologici relativi proprio a quel momento temporale. Questo strato nero è composto da cenere (indicativa di incendi avvenuti su scala continentale) e contiene un gran numero di microscopici diamanti esagonali (nanodiamanti) che vengono prodotti dallo shock delle collisioni e sono normalmente trovati solo nelle meteoriti e nei crateri da impatto. Questa scoperta ha portato alla teoria della caduta di un oggetto dell’ordine di 4 km sul ghiaccio che copriva a quei tempi il Canada e parte degli USA. La nube di polvere avrebbe velocemente raffreddato la temperatura del globo e tale periodo di freddo sarebbe durato per migliaia di anni, coincidendo proprio con la rapida estinzione di 35 generi di mammiferi del Nord America e della stessa cultura Paleoindiana.

Vi è però una forte obiezione a questa teoria. La probabilità di un urto di tale importanza solo 13000 anni fa ha una probabilità di uno su mille. Ma c’è di più. Il calore generato dall’impattore avrebbe dovuto rimanere circoscritto dalla curvatura dell’orizzonte e non potrebbe spiegare gli incendi sviluppatisi invece su scala continentale.

Ecco allora l’ipotesi di Napier. La Terra non avrebbe impattato un singolo oggetto (che aveva un probabilità minima di avvenire), ma la nube di frammenti creatisi nella distruzione di una gigantesca cometa. In questo caso le probabilità sarebbero ben più grandi. Ne abbiamo la prova tutti gli anni. L’impatto con una cometa capita ben raramente nella storia della Terra, ma i detriti di una di esse, dispersi su gran parte della sua orbita, causano ogni anno una ben definita pioggia meteorica. D’altra parte la distruzione di una cometa causata dal passaggio ravvicinato rispetto a un pianeta è un fenomeno che tutti conosciamo molto bene ricordando quanto capitato alla Shoemaker Levy 9 nel 1993.

Un bellissimo esempio di disintegrazione di una cometa: la 73/P Schwassmann-Wachmann 3 ripresa dallo Space Telescope il 18 aprile del 2006.

Un bellissimo esempio di disintegrazione di una cometa: la 73/P Schwassmann-Wachmann 3 ripresa dallo Space Telescope il 18 aprile del 2006.

Gli studi dinamici di Napier hanno trovato chiare prove che una grande cometa entrò nel sistema solare interno tra i 30000 e i 20000 anni fa, disintegrandosi e producendo probabilmente quello che oggi viene chiamato Taurid Complex. Al momento della disintegrazione, I frammenti erano ben più numerosi e massicci e la Terra fu costretta ad attraversare uno di questi micidiali sciami. I modelli eseguiti al computer indicano che nel giro di un’ora migliaia di impatti sarebbero avvenuti sul nostro pianeta, ciascuno con una energia stimata pari a circa una bomba nucleare dell’ordine di qualche megatone. I singoli impatti avrebbero generato gli incendi così estesi osservati a livello continentale. Una recente meteorite potrebbe essere un fossile di questo gigantesco progenitore: quella del Lago Tagish, che colpì il territorio dello Yukon nel gennaio del 2000. Essa mostra la più alta abbondanza di nanodiamanti mai osservata.

Speriamo di non dover subire questo “aiuto” esterno per fermare il riscaldamento globale… Sono convinto che si “smonterà” da solo quando i grandi finanziamenti prenderanno altre strade…

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3 Commenti

  1. Ah l’Universo. Che posto magnifico.
    e pensare che siamo solamente delle minuscole forme di vita che dipendono da quello che viaggia nella nostra galassia :mrgreen:

  2. Caro Enzo, scoperta interessante e penso plausibile. Se non erro scontri con parti cometarie non sono poi così rari , purtroppo, mi pare di ricordare che vi è una importante ipotesi anche sull’esplosione di Tunguska che ha limitato la sua attività distruttiva solo per la zona che era praticamente priva di vita umana.
    Per il resto preferirei comunque vedere gli eventi ed affidarmi ad altri metodi piuttosto che dovermi riparare inventando un improbabile “ombrello”.

  3. Questa ipotesi, se rispolveriamo gli archivi, non è l’unica, sono numerose altre simili, tra cui l’ipotesi Vela F, tutte per dare spesso una scientificità al presunto “diluvio universale”, che secondo alcuni pescivendoli dovrebbe essere avvenuto proprio in quel periodo tormentato della preistoria umana.
    Sta di fatto che qualcosa di devastante deve davvero essere avvenuto, forse il mito è un riecheggiare di un inspiegabile e antichissimo cataclisma planetario che si è tramandato oralmente nelle culture primitive di tutto il mondo.
    Interessante studio che andrebbe allargato alla stratigrafia di più continenti per verificarne l’eventuale globalità su scala planetaria.