Povero uomo

Racconto scritto da: Lucio Emozioni
per il 1° Trofeo di Letteratura fantascientifica


Povero Uomo – di Lucio Emozioni

Uno dei grandi enigmi ancora insoluti della Fisica moderna riguarda l’antimateria. Sappiamo che dovrebbe esistere, anzi che dovrebbe essere abbondante come la materia. E allora perché non riusciamo a osservarla nel Cosmo? Sappiamo anche che se materia e antimateria venissero a contatto si annichilirebbero trasformandosi in pura energia. L’Universo sparirebbe. Invece, contro ogni teoria fisica, la materia è ovunque e sembra aver vinto la guerra. Forse la spiegazione è molto più semplice e meno scientifica di quanto si pensi.

No, l’uomo non riuscirà mai a capire perché l’antimateria sia così rara. I telescopi, gli esperimenti, le formule, non possono aiutarlo a risolvere il problema. Ci vuole ben altro. Qualcosa di molto più semplice, alla portata di tutti e perciò troppo difficile da comprendere. L’uomo cerca sempre lontano ciò che gli è vicino. Un alibi? Una rinuncia alla propria responsabilità? Paura? Vigliaccheria? Forse un po’ di tutto. Chi cerca l’antimateria nello Spazio lontano, nei buchi neri, ai confini dell’Universo, rimarrà sempre deluso.

Gli oggetti celesti, i loro atomi, non potevano e non possono mostrarla. Vengono da troppo lontano nello Spazio e nel Tempo. Non è nelle particelle elementari che si può scoprire come mai la materia ha vinto sull’antimateria. Il problema è completamente diverso e la battaglia decisiva sicuramente non è mai esistita. L’uomo avrebbe dovuto capirlo da molto tempo.

Povero uomo.

Pensiamoci un attimo. Può essere credibile che nessuna tra le innumerevoli stelle che circondano il Sole possieda un pianeta con una forma di vita in grado di contattarci? L’uomo cerca di nascondere la verità con menzogne: velocità della luce, distanze enormi, formule probabilistiche, acqua liquida, atmosfera, zone abitabili, … scuse, illusioni, fantasie. La verità è che nessuno vuole contattarlo. O, almeno, vuole fargli sapere che lo sta guardando e giudicando.

“Loro” hanno ovviamente capito cos’è e dov’è l’antimateria, ma non possono aiutarlo. La soluzione deve trovarla da solo, non vi è altra possibilità. L’unica “tecnologia” che l’uomo doveva sviluppare per risolvere quello che ha definito uno dei massimi problemi della Scienza, non è mai stata presa seriamente in considerazione. E’ stata lasciata in disparte, è caduta sempre più nell’oblio. Che tristezza. Eppure, sarebbe bastato riflettere un po’ più a lungo sulle due fondamentali domande mai risolte: “Perché è nato l’Universo? Perché l’antimateria non si trova?”.

Povero uomo.

Non ha mai capito che le risposte sono strettamente legate tra loro, anzi sono una sola. Senza una speciale “tecnologia”, la più naturale e istintiva, non poteva e non può rendersi conto che presto l’antimateria farà prepotentemente la sua comparsa, in modo violento, irrefrenabile e non sarà più possibile fermare né lei, né suoi effetti. Forse, quando l’uomo scomparirà in questo vortice mostruoso, si illuderà di averla finalmente trovata e nell’ultimo lampo di energia sarà convinto di avere finalmente risolto un grandioso problema scientifico. Magari sarà anche contento.

Povero uomo.

Non saprà mai che i suoi studi non potevano e non possono aiutarlo né a scoprire l’antimateria né a salvarlo. I telescopi dovrebbero essere girati al contrario: non per guardare fuori e lontano, ma dentro e vicino. Eppure l’antimateria (continuo a chiamarla così) ha già dato segni chiari e netti della sua esistenza e della sua potenza. Ha mostrato risultati che dovevano e che devono fargli capire la realtà. E, invece, l’uomo continua a non vedere, a non comprendere, a non intuire la legge su cui si basa L’Universo intero.

Povero uomo.

E’ così semplice dare una risposta ai suoi interrogativi: “Non si è mai scoperta l’antimateria perché non è mai esistita”. Essa è nata con l’uomo ed egli ha subito cercato di darle un posto tra gli oggetti che popolano lo Spazio, ha sentito il bisogno di classificarla tra le cose materiali, osservabili, riproducibili. La sua paura e la sua ignoranza si sono mascherate con i vestiti della Scienza. Un carnevale in costume per non accettare se stesso.

Povero uomo.

Non ha mai capito l’Universo, la sua componente essenziale, e quindi non ha potuto nemmeno capire la sua componente contraria e distruttiva. Lo Spazio-Tempo non è solo materia, ma anche energia. Esse sono la stessa cosa. Lo ha detto Einstein che forse era a un passo dall’illuminazione decisiva. L’energia si trasforma continuamente, può diventare luce, calore, suono, ecc. Ma essere anche qualcos’altro che l’uomo non mai scoperto. All’inizio, all’atto del Big Bang, esisteva un unica forma di energia, la prima, la più importante e l’unica che non può essere osservata nelle “normali” lunghezze d’onda.

Povero uomo.

Essa esiste ancora dentro di lui, ma gli è trasparente e invisibile. Se l’uomo non lo capirà in fretta, molto in fretta, forse “troppo” in fretta, l’antimateria distruggerà questa energia per sempre, con conseguenze che probabilmente si estenderanno al Sistema Solare e poi alle stelle e alle galassie. Forse “qualcuno”, nello Spazio, se ne è reso conto e ha già pensato di cancellarlo inviandogli una fine indolore per il bene suo e degli “altri”. Questa “fine” è probabilmente già in viaggio verso l’uomo. Non poteva mandargli una medicina perché la malattia dell’antimateria e il suo antidoto deve crearli da solo.

Povero uomo.

Gli “alieni” hanno potuto solo regalargli qualcosa che lo facesse spegnere senza comprendere. Hanno avuto pietà? Forse sì: sarebbe troppo doloroso per l’uomo sapere la verità, capire che sarebbe stato facile intervenire in tempo, sconfiggere l’antimateria prima che si formasse. Probabilmente, però, la motivazione più importante era di non permettere al morbo dell’antimateria di infettare l’Universo e farlo scomparire.

Povero uomo.

Sarebbe insopportabile per lui chiamare finalmente le cose dello Spazio e del Tempo con il loro giusto nome, che non gli è estraneo ma che non riesce o non vuole comprendere. Meglio che viva fino alla fine nel teatro di cartapesta che si è costruito per recitare e non vivere veramente.

Perché è nato l’Universo? La risposta è ovvia e lampante: “Perché è buono e la sua unica forma di energia iniziale era la bontà”. Essa ancora permea tutto ciò che esiste, ma ha una lunghezza d’onda che l’uomo non è mai stato capace di percepire correttamente. La bontà si è propagata, si è trasformata nelle poche cose che egli pensa di comprendere, ma anche e soprattutto in calore, umanità, serenità, rispetto reciproco, altruismo, morte e nascita gioiosa. L’uomo ha cercato di misurare l’energia del Cosmo con la matematica e la fisica. Si è illuso di esserci riuscito, ma gli è mancato il collante per capire tutto ciò che osservava.

Povero uomo.

Perché è nata solo la materia e non l’antimateria? La risposta è semplice, troppo semplice per l’arroganza e la presunzione dell’uomo: “L’unica energia a disposizione era la bontà e non poteva esistere l’anti-bontà”. Nessun pianeta, stella, galassia ha mai pensato di crearla. Probabilmente anche nessun essere pensante alieno, se no avrebbe subito cercato di scatenarla contro l’uomo o insieme a lui.

La mente umana, la “stupenda” mente umana, è riuscita nella strategia che l’Universo non avrebbe mai pensato di attuare. L’uomo lo ha superato. Senza controllo, senza saper vedere e comprendere l’energia originaria, ha lentamente e progressivamente lavorato per creare l’energia opposta: l’anti-bontà, la cattiveria o -se ancora preferite- l’antimateria. Ormai ne è pervaso e non si accorge che si sta distruggendo. Essa cresce sempre di più, finché diventerà visibile, tattile, percepibile e sarà troppo tardi.

Povero uomo.

Può ancora salvarsi? Ne dubito. Dovrebbe distruggere le altre fonti di energia che ha fatto nascere dall’antimateria, dalla cattiveria: la paura della diversità (l’Universo non l’ha mai avuta e mai l’avrà), l’arroganza (nessuna galassia si sente superiore), l’invidia e la gelosia (le Nane Brune non sperano di diventare Giganti Azzurre), il potere (non esistono gerarchie nell’Universo, né soldi, né capi di stato), e mille altre energie, ancora più maligne.

No, temo che l’uomo non ce la farà e non capirà mai perché c’è così poca antimateria nello spazio. Arriverà un asteroide, esploderà una stella, si stravolgerà l’orbita terrestre, cambierà il clima… non posso prevederlo. Di sicuro questa tragedia nasconde una verità troppo dura e severa, probabilmente troppo semplice. Tutto finirà in un lampo di luce e poi tutto comincerà da capo.

Povero uomo.

La speranza, però, fa parte integrante della bontà. E’ una sua forma energetica potentissima. Può darsi che in questa battaglia decisiva la materia sia veramente più abbondante dell’antimateria, ossia la bontà sia in grado di superare la cattiveria. Forse qualcuno si salverà.

E speriamo che nessun altro uomo, cerchi mai più di fabbricare o di trovare l’antimateria…

Povero uomo…

Informazioni su Stefano Simoni 642 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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2 Commenti

  1. Troppo moralistico per essere un racconto fantascientifico. Ma il messaggio è quello giusto. 😉