Lo Space Telescope ha ottenuto una splendida immagine della nebulosa planetaria Hen 3-1333. Ricordiamo che le nebulose planetarie non hanno niente a che vedere con i “pianeti”, ma sono associate agli ultimi istanti di vita di stelle di media grandezza come il Sole. Le stelle, ormai morenti, lanciano nello spazio i loro strati superficiali che creano una nebulosità tutt’attorno all’astro che, quando furono osservate per la prima volta con piccoli telescopi, le fecero assomigliare a pianeti.
La stella nel “cuore” di Hen 3-1333 ha una massa pari a circa il 60% di quella solare. Tuttavia, la sua luminosità varia notevolmente nel tempo. Probabilmente, questa variabilità è causata da un disco di polvere che orbita attorno alla stella, visto quasi di taglio dalla Terra, che periodicamente la oscura.

Fonte: ESA/Hubble & NASA
Essa è una stella tipo-Wolf-Rayet, una fase molto tarda di evoluzione delle stelle simili al Sole. Sono chiamate così perché assomigliano esteriormente alle stelle Wolf-Rayet, che sono però oggetti molto più grandi. Come mai questa somiglianza tra due stelle così diverse per dimensioni? Entrambe sono estremamente calde e luminose. Le giganti perché producono un vento stellare molto violento, le piccole perché hanno portato allo scoperto il proprio nucleo di elio, a seguito dell’espulsione degli strati superficiali di idrogeno.
Un nucleo di elio esposto significa una temperatura molto più alta di quella del Sole, 25 000 – 50 000 °C contro i 5 500 della nostra stella. Insomma, il Sole al suo confronto è veramente freddo!
In conclusione, benché siano veramente piccole e indifese, le stelle tipo-Wolf-Rayet (come quella al centro della Hen 3-1333) simulano l’apparenza delle loro omonime ben più grandi ed energetiche. Un po’ come fa l’innocuo bombo che con i suoi colori cerca di assomigliare al terribile calabrone.
Insomma, sono proprio “pecorelle in pelle di Wolf-Rayet”.
Tra quanto morirà questa stella?
caro Tommy,
tra poco… questione di centinaia o al più migliaia di anni… Però più che morire, preferirei dire “trasformare…” 🙂
Già, perché da essa nascerà una nuova stella, una nuova meraviglia da osservare 😉
Senti Enzo, non te la prendere, ma stavolta hai sbagliato il paragone. Il bombo non imita il calabrone perchè non è per niente innocuo e i suoi colori sono veri colori di avvertimento: il bombo è un imenottero aculeato proprio come il calabrone, è vero che è piuttosto docile ma ti assicuro, per averlo provato direttamente, che punge anche lui e fa male. Tra l’altro il calabrone non è così aggressivo come si dice, è grosso ma di solito si fa gli affari suoi, la comune vespa germanica è molto più nervosa. C’è un altro imenottero, il sirice, che imita molto bene , lui sì, il calabrone, pur essendo totalmente innocuo per noi ma non per gli abeti al cui interno depone le uova.
ops Mario….
chiedo venia! Avevo letto questa favola metropolitana e l’avevo fatta mia… D’ora in poi starò attento anche ai bombi… Non si finisce mai di imparare…
😳 😳
Io non sapevo esistessero le stelle tipo – Wolf – Rayet, in questo sito tutti si impara sempre qualcosa. Comunque non preoccuparti troppo dei bombi, basta non prenderli in mano, al contrario delle vespe non entrano nelle case per cercare roba zuccherina, volano solo sui fiori. E al contrario delle api domestiche non hanno un perimetro difensivo attorno al nido da cui costringono a sloggiare chiunque lo superi.
Se vai qui http://www.linnea.it/hymenoptera-api-vespe-formiche/urocerus-gigas.php troverai le foto del sirice, somiglianza notevole no?
c’è anche il sirfide…
http://www.paolobeneventi.it/mostra_web/page27.html
Si, ma è molto più piccolo. Adesso basta insetti se no Enzo e Stefano ci sgridano! 🙂