I blazar sono tra i fenomeni più energetici dell’Universo. Essi sono buchi neri supermassicci galattici che si stanno alimentando con materiale che gli orbita attorno. Mentre la materia cade verso di loro, parte dell’energia viene rilasciata sotto forma di “getti” che raggiungono velocità prossime a quella della luce. Essi appartengono alla più grande famiglia degli AGN (Nuclei Galattici Attivi), ma hanno la caratteristica di puntare i loro getti esattamente verso di noi.
Vedere un blazar non è quindi facile e ci vuole una buona dose di fortuna. Tuttavia, a causa della moltitudine di galassie attive esistenti nell’Universo, sono anch’essi molto numerosi. Poter studiare i getti galattici, sotto questa favorevole direzione, aiuta molto a capire la loro origine e l’intera evoluzione delle galassie.
WISE ha svolto una ricerca capillare infrarossa sull’intera volta celeste nel 2010, creando un catalogo di centinaia di milioni di oggetti di tutti i tipi. Da circa un mese sono a disposizione di tutti gli astronomi.
La strumentazione non appariva certo la più adatta per scovare i blazar, dato che la loro enorme energia non sembrerebbe accoppiarsi con la lunghezza d’onda dell’infrarosso, utilizzata solitamente per oggetti deboli e freddi. Tuttavia, si era ipotizzata una speciale “segnatura” infrarossa nei getti iperveloci. E questa si è confermata in pieno.

Questa rappresentazione artistica mostra un buco nero supermassiccio galattico che sta lanciando un getto iperveloce nello Spazio. Essi sono molto comuni nelle gigantesche galassie ellittiche che spesso rappresentano l’unione di galassie precedenti. I nuclei galattici attivi non presentano sempre i getti, ma quando lo fanno essi possono essere diretti in ogni direzione, secondo la configurazione geometrica della galassia. Se la direzione è propria quella della Terra, prendono il nome di blazar. (Fonte: NASA/JPL-Caltech)
La lista ottenuta da questa campagna osservativa è stata confrontata con le centinaia di sorgenti gamma che la missione FERMI ha individuato come “oggetti energetici misteriosi”. Di 300 sorgenti gamma ritenute non facilmente spiegabili, il confronto ne ha identificate poco più della metà come blazar.
In altre parole, un metodo che sembrava inutile allo scopo sta invece dando una mano incredibile alle scoperte poco decifrabili dei telescopi che guardano nelle alte energie. Il “debole” infrarosso può aiutare i “potenti” raggi gamma. Non solo per dare conferme, però. WISE ha rivelato altri 50 blazar non ancora identificati nei gamma e osservato almeno altri 1000 già scoperti precedentemente. Vi è grande entusiasmo per i risultati che questa “nuova” tecnica potrà fornire nel futuro.
Sembre affascinante, soprattutto perchè sono ignorante, mi chiedo se quando si parla di antimaterie, buchi neri, si possa pensare a come uno squacio nello spazio infinito dove esiste parallelamente al nostro un altro universo, con un’altra vita parallela. Ciao e grazie
caro Luca,
no, le due cose non sono assolutamente collegate. L’esistenza di antimateria non tocca minimamente l’esistenza di altri Universi. Ci dice solo che particelle di un certo tipo, se interagiscono, si trasformano in pura energia. Ma, sappiamo benissimo che energia e massa sono la stessa cosa.
I buchi neri sono situazioni limite per essere descritte con la fisica. Come tali, comportano condizioni ambigue e non interpretabili completamente. E nemmeno possono essere ossservati o donarci informazioni, per loro stessa definizione. Alcune teorie pensano che essi possano essere “buchi” verso altri punti dell’Universo o verso altri Universi. Tuttavia, è solo un’estrapolazione teorica di limiti non investigabili. In quel senso potersti anche aver ragione: strappi nel tessuto spazio-temporale, finestre aperte su altri universi o sul nostro stesso. Tuttavia, i misteri del nostro Cosmo sono ancora così tanti che non vale la pena di mettere come carne al fuoco anche le teorie su universi molteplici. almeno, per lo scopo divulgativo di questo sito…