A differenza dell’altro gigante gassoso (Urano) incontrato nella scorsa puntata, Nettuno si presenta decisamente di un colore più vivo, un bell’azzurro intenso, tanto da sembrare un pianeta dotato di un immenso oceano con qualche rara e mutevole conformazione di nuvole che si spostano velocemente per la presenza di venti fortissimi: in realtà la sua atmosfera è composta da idrogeno ed elio e riguardo ai suoi venti, la sonda Voyager 2 (che la visitò nel lontano 1989) ne misurò la velocità, ottenendo un valore maggiore di 2000 km/h. In quell’epoca la sonda osservò e fotografò un’enorme Grande Macchia Scura, simile in qualche modo alla Grande Macchia Rossa di Giove, ma che da allora si è sgretolata, scomparendo del tutto.
Nettuno presenta uno stuolo di 14 satelliti, il più grande dei quali, Tritone, fu osservato per la prima volta dall’astronomo Lassel qualche giorno dopo la scoperta del pianeta stesso nel 1846. Per arrivare al secondo satellite, Nereide, bisogna aspettare un centinaio di anni, per opera del famosissimo astronomo Kuiper: dei rimanenti satelliti, oltre al sistema di anelli, molti sono stati scoperti a partire dalla fine degli anni ’80 (del secolo scorso, come si legge molto spesso…), analizzando le foto della sonda Voyager 2.
I satelliti più vicini hanno orbite complanari all’equatore di Nettuno ed alcuni di questi (come succede dalle parti di Saturno) contribuiscono al mantenimento degli anelli, dei quali fungono da satelliti pastore.
Vivecersa i due satelli più antichi, Tritone e Nereide, posseggono orbite molto più disordinate: Tritone è tra tutti i satelliti maggiori del Sistema Solare, l’unico ad avere un moto retrogrado (infatti ha un’inclinazione orbitale di 156°), ma come vedremo presenta una rotazione sincrona. Nereide invece detiene il record dell’eccentricità maggiore nel Sistema Solare (0.75).
Ma veramente strani e caratteristici sono i satelliti più lontani, quelli che si trovano subito dopo Nereide nella lista.
Satelliti lontanissimi
Avevo già affrontato in un articolo di qualche anno fa la questione della lontananza dei vari satelliti del Sistema Solare dal loro pianeta: ritorno volentieri sull’argomento proprio perché Nettuno presenta delle situazioni particolarissime.
Tanto per avere una minima idea numerica, la Luna dista dalla Terra in media 384 mila km, mentre Callisto, il più lontano dei satelliti maggiori di Giove dista 1 milione e 800 mila km dal pianeta gassoso ed infine Titano, il più grande $satellite$ di Saturno , orbita attorno al Signore degli Anelli ad una distanza leggermente inferiore, 1 milione 221 mila km. Phobos invece orbita ad appena 9 mila km da Marte: notate che comunque ho scritto tutte queste distanze in modo da favorirne la leggibilità.
Parlando dei satelliti di Nettuno, il più vicino (Naiade, che incontreremo a breve) viaggia a 48 mila km, mentre già Tritone ha una distanza praticamente pari a quella della nostra Luna. Ma i satelliti successivi si trovano invece a distanze allucinanti: Nereide ha una distanza media di 5 milioni di km (milioni, non migliaia!) e progressivamente arriviamo a Neso che solo in media arriva a 50 milioni di km, con valori minimi e massimi pari a 21 milioni e 77 milioni di km rispettivamente a causa della sua grande eccentricità orbitale (0.57).
Riflettiamo su queste cifre: ricordate quanto vale un’Unità Astronomica e cioè la distanza media della Terra dal Sole? Facile: 150 milioni di km. Questo significa che Neso, alla massima distanza da Nettuno (wikipedia dice che si trova all’apoposeidio) dista un po’ più di mezza UA da Nettuno! Allucinante.
So già che parecchi di voi storcono il naso davanti a cifre anche se scritte a lettere: ho perciò creato un diagramma in cui cerco di paragonare queste immense distanze con altre più o meno note, relative ai due pianeti interni del Sistema Solare, Mercurio e Venere.
Nella parte superiore ho riportato sulla sinistra il Sole e nella parte centrale, in rigorosa scala di distanza, i due pianeti: Mercurio, a causa della sua alta eccentricità (pari a 0.2056), ha un’orbita marcatamente ellittica che lo portano da circa 46 a 70 milioni di km dal Sole mentre Venere ha un’orbita quasi circolare a circa 102 milioni di km. Mentre Venere l’ho rappresentato con un cerchietto non in scala, per Mercurio ho messo un segmento con frecce che vanno proprio dal valore minimo a quello massimo di distanza dal Sole.
Ora guardiamo la parte $inferiore$ del diagramma, la cui scala è esattamente la stessa di quella della parte superiore: ora a sinistra c’è Nettuno mentre procedendo verso destra troviamo altri segmenti con frecce che rappresentano le distanze minime e massime da Nettuno raggiunte dai vari satelliti indicati: Tritone, con la sua orbita circolare (seppur retrograda) è vicinissimo, mentre Nereide è già un po’ più lontano.
Ma sono gli altri cinque satelliti a stupire! Ad occhio già si vede che si muovono intorno a Nettuno a distanze assolutamente insolite ed enormi: la parte del leone ce l’ha Neso.
Pensate: un $satellite$ che si allontana da Nettuno ad una distanza maggiore di quella di Mercurio dal Sole! Chissà se in un lontano futuro qualcuno penserà mai di affrontare il viaggio così lungo da Nettuno verso i suoi satelliti lontani: in particolare Neso è solo una roccetta di circa 60 km di diametro, ma sappiamo bene che la Natura ha sempre in serbo sorprese enormi, inimmaginabili e chissà cosa potrebbe mostrarci questo piccolo $satellite$, una volta annesati sulla sua superficie.
Tutto questo è sempre più a riprova che lo spazio, anche qui in casa nostra, nel Sistema Solare, è sterminato, con distanze assolutamente inimmaginabili: se volessimo mettere anche Nettuno della parte $superiore$ del diagramma (largo un migliaio di pixel), dovremmo disegnare il pianeta gassoso sulla destra estendendo il disegno per quasi 45 volte!
Molto affascinanti le animazioni, impressionante la vista da Naiade