… e come Icaro viene definitivamente bruciata e sgretolata.
Iniziamo dalla cometa viva e vegeta
Si tratta della cometa interstellare 3I/ATLAS, scoperta il 2 luglio e di cui ho parlato in questo articolo introduttivo e poi in quest’altro di aggiornamento (dove con il mio programma mostro l’orbita dell’oggetto interstellare in 3D interattivamente): in breve è una cometa con un’orbita iperbolica che proviene a grande velocità dagli spazi siderali (inbound in inglese), attraverserà il Sistema Solare per qualche mese e poi fuggirà via proseguendo il suo folle viaggio.
Si tratta del terzo oggetto interstellare dopo Oumuamua e la cometa Borisov ed il fatto notevole in questo caso è che è stata scoperta tre mesi prima del suo passaggio al perielio (il punto della sua orbita più vicino al Sole), che avverrà ad ottobre. Nel caso dei due precedenti oggetti interstellari invece, la scoperta era avvenuta quando i passanti frettolosi si trovavano già sulla via della fuga (outbound in inglese).
In questo caso dunque la cometa 3I/ATLAS può essere osservata per un tempo maggiore del solito, anche se per ora si mantiene con una luminosità molto bassa, di magnitudine intorno a 15-17, ma in evoluzione: c’è bisogno dunque di strumentazione abbastanza potente per poterla immortalare nei campi stellari del Sagittario.
L’invito dell’M.P.C. (Minor Planet Center) di effettuare il più possibile osservazioni è stato favorevolmente accettato da tantissimi osservatori (sia con la “o” stretta che aperta) di tutto il mondo e prova ne sono i bollettini emessi dal solerte M.P.C. giorno per giorno in cui sono segnalate tutte le osservazioni: dal 2 luglio ad oggi sono state più di un centinaio al giorno, raggiungendo la rispettabile cifra di poco più di 500 osservazioni in totale.
Più osservazioni vengono compiute e meglio si possono conoscere le caratteristiche orbitali della cometa, permettendo un computo preciso delle effemeridi dell’oggetto nei prossimi giorni, con dati di posizione nel cielo che a loro volta permetteranno un maggior numero di osservazioni in questa ottima situazione di cane che si morde la coda… (involontariamente ho fatto perfino una battuta, parlando di coda!)
A questo proposito nei prossimi mesi la cometa avvicinandosi al Sole mostrerà sicuramente una coda, che potrà essere così immortalata e soprattutto si potrà stimare con migliore approssimazione la grandezza fisica del nucleo cometario.
Direi che a questo punto dobbiamo tutti rimanere sintonizzati!
Ed ora una cometa che non esiste più…
… ma che è stata immortalata dalla sonda SOlar and Heliospheric Observatory (SOHO) durante la sua continua osservazione del Sole.
Dal sito SpaceWeather leggiamo infatti che il Sistema Solare ha una cometa di meno: la palla di neve sporca si è dissolta ieri tuffandosi nella fornace del Sole: il coronografo di bordo della sonda SOHO ha potuto testimoniare gli ultimi istanti di vita della cometa.
Nel filmato un disco opaco copre il Sole, bloccando la sua luminosità e producendo così un’eclissi di Sole artificiale: ciò ha permesso alle fotocamere digitali a bordo di vedere la cometa a meno di 500 mila km dalla superficie del Sole.
La cometa fa parte della numerosa famiglie di comete “Kreutz sungrazer”, che passano vicino al Sole e studiate dall’astronomo tedesco: si tratta di tantissimi frammenti di una singola cometa gigante che si è sgretolata circa 1000 anni fa, frammenti che in continuazione si tuffano sul Sole, a causa della fortissima attrazione gravitazionale della nostra stella, che non lascia scampo.
Basti pensare che la sonda SOHO ne ha scoperte a migliaia, la maggioranza delle quali si sono disintegrate in prossimità del Sole: in un articolo della NASA del 27 marzo 2024, viene riportato che due giorni prima la sonda SOHO ha raggiunto il traguardo di ben 5000 comete.
In effetti la gloriosa sonda SOHO, in orbita da circa 30 anni, non era nata con lo scopo di cacciare le comete, ma di studiare istante per istante il nostro Sole: le comete sungrazing vengono di solito scoperte da astronomi che osservano attentamente le immagini fornite dalla SOHO ed è così che un “citizen scientist” polacco (secondo una curiosa dizione di cui ho parlato in precedenza nei due articoli e che contraddistingue gli osservatori amatoriali e con la “o” stretta da quelli professionisti) ha individuato la cometa numero 5000.
Cieli sereni!
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