
Il giovanissimo tenente Wilkinson ansimava vistosamente mentre si arrampicava tra le rocce che l’avrebbero portato sull’altopiano. Era sicuro di trovarlo lassù ed era anche sicuro che lo stesse aspettando. La resa dei conti era vicina. Ed in fondo sarebbe stato meglio così. Che tutto quell’incubo finisse pure, non ne poteva più. E poi … a cosa sarebbe servito vivere?
Erano passati solo tre anni e sembrava un’eternità. Si ricordava ancora benissimo la sua spavalderia mentre stava terminando il corso all’Accademia militare. La guerra era diventata nuovamente, dopo secoli e secoli di pace apparente, il vero scopo dell’umanità. Tutti sembravano averne un bisogno assoluto. Politici, militari, scienziati, artisti, letterati, gente comune. Ognuno aveva voglia di sperimentare in prima persona la paura, l’odio, il sacrificio, il dolore. Non vi era una spiegazione logica, ma il mondo stava scivolando senza freni verso il più grande conflitto di tutta la sua lunga storia. Le armi erano talmente sofisticate e distruttive che le perdite sarebbero state gravissime in ogni punto della Terra. Nessuna nazione ne sarebbe passata indenne. Eppure non ci fu alcun tentativo di frenare questa corsa micidiale verso il baratro. E pensare che la tecnologia aveva ormai permesso di viaggiare in lungo e in largo nel Sistema Solare, di ampliare gli orizzonti della conoscenza e di uscire dal vecchio rifugio planetario che andava così stretto all’umanità. Niente da fare: si era ormai giunti al momento senza ritorno. Le prime timide incursioni cominciavano a registrarsi qua e là. Il grosso degli eserciti fremeva in attesa di scaricare verso il nemico la sua violenza devastante.
Poi, un pomeriggio di maggio, apparvero dal nulla nel cielo delle maggiori città del mondo. Erano centinaia e centinaia di astronavi, non molto diverse da quelle terrestri anche se sicuramente più sofisticate. Non ci fu alcun messaggio o avvertimento. La Terra venne attaccata dallo spazio. Il fuoco alieno era perfino superiore a quello che gli eserciti in trepida attesa avevano allestito negli ultimi concitati anni di armamento ossessivo. Nel giro di un niente l’umanità aveva trovato un nemico ancora più potente da fronteggiare e tutto l’odio che ormai stava per esplodere si riversò verso i nuovi avversari. Fu guerra terribile. Le grandi città divennero rovine fumanti ed il cielo fu solcato da continue lingue di $fuoco$ che portavano con loro morte e distruzione. Le perdite furono subito gravissime da ambo le parti. Bastarono pochi giorni a decimare i contendenti, ma il furore omicida non si placò. Anzi, divenne ancora più cruento ed ossessivo. Le astronavi scesero e si cominciò a combattere al suolo. Prima eserciti contro eserciti, poi drappelli contro drappelli ed infine uomo contro alieno. Non furono mai fatti dei prigionieri né si cercò un solo momento di tregua. Si combatteva e si uccideva senza sapere chi e perché. Sembrava di assistere ad una lotta tra automi.
Nessun alieno fu mai visto in faccia e lo stesso probabilmente accadde per i nemici. L’importante era massacrare senza alcun motivo apparente. Dopo tre soli anni il mondo divenne praticamente deserto e gli unici rumori erano le urla delle armi che mietevano le ultime vittime. I due eserciti e le due popolazioni in lotta non esistevano più, si erano distrutti a vicenda. Rimasero alla fine soltanto il tenente Wilkinson ed il suo nemico personale. Le ultime due menti pensanti in una distesa desolata.
😉 è assurdo questo racconto…..complimenti
Il sentimento che provo nel leggere questo racconto è quello che provo spesso quando vedo e sento l’energia negativa e “suicida” che ci circonda e l’eterna lotta tra il Bene e il male è ben visibile in questi nostri tempi; il presentimento che qualcosa di simile possa accadere anche nella realtà mi assale…salvo che credo fermamente che il Bene vincerà alla fine, nella battaglia finale, sul male!! 😆
@Ivonne,
in fondo -forse- il mio racconto ha una fine giusta ed il bene vince….si può sempre ricominciare! 😉
@Enzo
si è vero ma…..come diceva nonmiricordochì? che errare è umano perserverare è diabolico!
Comunque grazie dello stimolante raccontino, della serie:un pensiero al giorno
leva ………ops forse era qualcos’altro! 😳 😆
@ enzo. sarà perchè “anche” io ho una fervida fantasia, a tratti visionaria, 🙄 ma avevo intuito che ogni essere stava combattendo con il suo “se stesso”, ero certa che lo scontrofinale sarebbe stato “wilkinson contro wilkinson”.
le scene da te narrate mi fanno pensare a molti dei film di akira kurosawa, alle masse, agli uomini-pedina che infine hanno dimenticato il motivo e l’origine del conflitto. ho visto sventolare vessilli e alzare le lance, combattere figli contro padri, mi è passato davanti agli occhi il massacro di little big horne. i campi di sterminio, ho visualizzato l’ “urlo” di munch, solo vinti in un mondo di dolore.
che film triste, però!
dovremmo imparare -forse- a “scontrarci” più spesso con l’altra parte di noi? a governarci prima di arrivare alle estreme conseguenze? o non c’è scampo perchè i terrestri sono destinati, per scelta e per destino, a finire?
sorrisoinfuganellospazio
daria
di pietro direbbe “non ci azzecca”, ma dopo tutta questa cupezza, voglio condividere una gioia: una volpe viene, la sera, a mangiare da me, in campagna, -dove vado a cercare stelle-. tutto qui!
sorrisodesaint-exupéry
daria
@Daria,
non so se essre contento o no che tu abbia indovinato il finale…ma, conoscendoti un po’, me lo dovevo aspettare… Si, ho pensato anch’io a Kurosawa, all’Arpa Birmana (è anche suo mi sembra…)e cose del genere. Dici anche perfettamente che si sente il silenzio dell’urlo di Munch. Con te non c’è gusto… Sto scherzando ovviamente. Dalla prossima volta andrò più sul leggero. Ogni tanto bisogna ridere e vedere positivo.
Riguardo alla volpe è un evento straordinario e ci azzecca sempre. Circa un mese fa sono stato dieci giorni in campagna vicino Pienza. Alla mattina c’erano i caprioli ed anche una volpe che passava rapida e veloce. Oltre a molti fagiani e cinghiali. Una meraviglia e ti capisco benissimo! A volte ci vorrebbe così poco per essere felici e sereni… 😆
è ora di agggiore l’ora….a quella solaree!! 😳
Buona serata a tutti !! 😉
Hai ragione Ivonne, grazie! 😉
@ enzo. se non sbaglio l’arpa birmana -vecchissimo film che ha vinto non so in che anno il leone d’oro a venezia- non è di kurosawa. dovrebe essere di Ichikawa, conosciuto come il “capra nipponico”. anche in questo film morte e oblio ingoiano le vittime di una violenza insensata, al di là della guerra stessa.
attendendo un po’ di “allegria”, nel tuo prossimo racconto, ti porgo i sorrisi della mia volpe
sorrisoallegro
daria
@daria,
penso tu abbia proprio ragione. Mi ricordo il film ma avevo qualche dubbio. L’avevo trovato veramente angosciante. Si, si, questa volta vado sull’allegro.. 😀
@daria,
ops… 😳 . Dimenticavo! Porgi i miei più distinti saluti alla tua volpe!! 😉