Lanciata la sonda Proba-3 dell’ESA

In realtà si tratta di …


… due piccole sonde che verranno poste ad una certa distanza in modo da creare eclissi di Sole artificiali.

Si tratta di un’assoluta novità in campo aerospaziale : finora ci siamo accontentati delle eclissi di Sole naturali che durano al massimo meno di 10 minuti, mentre ora grazie a queste due piccole sonde si potranno creare eclissi solari artificiali grazie alla loro orbita combinata che permetterà uno studio di sei ore continuative della corona solare.

Ma tutto questo ha richiesto grandi studi tecnologici che porteranno a breve le due sonde in un’orbita molto eccentrica : ogni volta che le due sonde si troveranno in prossimità dell’apogeo, verranno posizionate ad una distanza prefissata di 150m con la precisione di 1 mm in modo tale che una della due proietti la sua ombra sul telescopio presente sull’altra : roba da fantascienza…

l’orbita eccentrica delle due sonde intorno alla Terra, non in scala – credit : ESA

Ma ora lascio la parola ad alcune immagini tratte dal sito dell’ESA (a cui rimando per maggiori dettagli) ed in particolare dal pdf di presentazione della missione.

Due sonde legate da un filo invisibile

Il 5 dicembre la coppia di sonde Proba-3 è stata lanciata da una base spaziale in India, con lo scopo di testare possibilità che potranno essere sfruttate in missioni future : le due mini sonde infatti voleranno in formazione ad una distanza fissa e precisa al millimetro, come se si trattasse di un’unica sonda gigante, lunga 150m.

Il momento del lancio della sonda doppia

La dimostrazione di questo tipo di risultato avverrà facendo compiere alle due sonde un qualcosa di veramente innovativo (ndr: alla fine i miei commenti) creando una serie di eclissi solari artificiali in orbita, fornendo una visione prolungata della corona solare.

Intanto c’è da dire che le due sonde sono piccole per modo di dire

le due sonde componenti, quando erano in sede di montaggio e test nei laboratori – credit : ESA

e lo sono se comparate alla distanza che le separerà.

caratteristiche principali della missione – credit : ESA

In questa prima immagine dell’ESA vediamo le caratteristiche principali della missione che prevedono :

  • un’orbita fortemente ellittica intorno alla Terra con apogeo a 60.000 km, con periodo di 19.7 ore
  • la prima sonda, il coronografo, un parallelepipedo di 1 x 1.5 m
  • la seconda sonda, l’Occulter, dal diametro di 1.4 m
  • 6 ore di studio di un’eclissi (artificiale), 50 volte in un anno, paragonate ai 10 minuti di un’eclissi totale reale, in media una volta e mezza l’anno
  • separazione di 150 m tra le due sonde con la precisione di 1 mm

L’orbita delle due sonde è invece rappresentata in questa immagine

l’orbita eccentrica delle due sonde che trasmetteranno i dati a centri di raccolta in Belgio e Germania – credit : ESA

dove si vede, sempre non in scala, che le due sonde produrranno un’eclissi artificiale ponendosi a 150m di distanza nel punto più lontano della Terra (apogeo) a 60000 km dalla superficie terrestre, ed i dati saranno raccolti da alcune stazioni riceventi, principalmente a Redu in Belgio (presso il Royal Observatory of Belgium) e a Darmstadt in Germania (presso l’ESA’s European Space Operation Centre).

Le eclissi artificiali

In questa immagine

la creazione delle eclissi artificiali – credit : ESA

vediamo la configurazione delle due sonde (sempre non in scala!) quando creeranno le eclissi artificiali posizionandosi come detto più volte, a 150m di distanza.

E come d’abitudine ereditata dagli americani

che cos’è 1 mm : la spiegazione per chi non sa valutare questa misura – credit : ESA

ecco tradotta la precisione di 1mm, sulla distanza di 150m, paragonandola allo spessore delle unghie.

Considerazioni personali

C’era bisogno di paragonare la precisione di 1mm con lo spessore delle unghie? Come detto è tipico degli articoli americani paragonare sempre qualcosa di artificiale, spaziale con qualcosa di più terreno : abbiamo alcune sonde grandi come un’autobus oppure una vela spaziale grande come un campo di football (americano ovviamente).

Perché allora non paragonare queste due (povere) sonde ad una coppia di lavatrici, così chiunque può capire cosa sia un metro o un metro e mezzo?

Ma un millimetro? siamo in grado di capire quant’è? io immagino di sì, senza tirare in ballo le unghie…

Piuttosto… 150 metri sono una volta e mezzo i 101 metri di altezza del razzo Saturno 5, quello delle missioni Apollo e qualcosa in più dell’oramai famosa Starship della SpaceX, qui messe a confronto.

quanto sono 150 metri nella vita di tutti i giorni?

Dell’apparato iniziale del Saturno 5 , alla fine rimaneva solamente il modulo in cui alloggiavano gli astronauti, evidenziato dalla freccia rossa : i 150 metri invece sono più o meno rappresentati da quella linea blu tracciata tra i due mostri.

E la famosa unghia? nemmeno si vedrebbe con un buon microscopio…

Gli americani invece…

… cosa hanno detto della missione?

Ne parla giustamente ed ovviamente il sito Spaceflight Now, che quotidianamente segnala tutti i lanci avvenuti da parte di qualsiasi ente spaziale e quelli ancora da effettuarsi nel prossimo futuro.

In questi giorni successivi al lancio ho monitorato i siti che di solito offrono pagine e pagine di immagini e diagrammi di sonde lanciate dalla NASA e che generalmente traduco poi nei miei articoli : SpaceWeather e soprattutto UniverseToday. Niente di niente.

Spero di sbagliarmi, proprio perché la mia non è stata una ricerca certo esaustiva, ma sono rimasto un po’ deluso del fatto che non ne sia apparsa traccia.

Sarà come al solito il principio che è noto con la sigla NIH (Not Invented Here) tanto caro agli americani, che non vedono più in là del loro … oceano?

Se così fosse, sarebbe ancora una volta molto deludente : accetto ovviamente smentite con segnalazioni di altri siti puramente americani. Wikipedia non conta, visto che è un sito praticamente mondiale.

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 537 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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1 Commento    |    Aggiungi un Commento


  1. forse qualcuno mi legge anche oltre oceano...
    oppure è solo un caso...
    su spaceweather è apparsa una nota che parla della sonda Proba-3 e delle sue eclissi artificiali!

    bene bene!