Dopo aver visto nella prima parte le principali informazioni sulla sonda Comet Interceptor (che a volte abbrevierò con CI), proseguiamo il discorso su questa bella missione da parte dell’ESA in collaborazione con la JAXA, l’agenzia spaziale giapponese.
Nell’altra puntata abbiamo visto che a fronte di tante scelte da parte dei progettisti ci sono altrettante coperte corte, inevitabili dal momento che la CI nascerà per intercettare eventuali oggetti interstellari che prima della scoperta non si conoscono nemmeno.
Una delle tante coperte corte…
… è che la CI viene posizionata in L2, in ibernazione, pronta ad essere risvegliata e successivamente diretta verso l’incontro con un eventuale oggetto interstellare, che in inglese è denominato pristine, incontaminato.
Ma dato che prima della scoperta non sono note né la posizione né la velocità di questo oggetto proveniente dallo spazio profondo, non è poi detto che queste caratteristiche orbitali siano compatibili con quelle raggiungibili partendo da L2.
Infatti la Comet Interceptor potrà raggiungere una cometa solo se questa avrà valori orbitali compresi all’interno di un certo intervallo prestabilito: ad esempio non potrà essere intercettata una cometa avente un’orbita molto inclinata rispetto al piano dell’orbita terreste (eclittica) oppure una velocità molto elevata (come nel caso della 3I/ATLAS). Una bella coperta corta…
Dato che la dotazione di propellente della CI non potrà ovviamente essere infinita, i progettisti hanno previsto che se dopo un certo tempo dall’inserimento in L2 (passati almeno due anni) non verrà scoperto nessun oggetto interstellare, allora la sonda verrà diretta verso una cometa del Sistema Solare, appartenente ad un gruppo di 10 comete (backup comets) prescelte stavolta in base a caratteristiche orbitali opportune.
Questa non sarà una soluzione di ripiego, ma una degna conclusione della missione: dobbiamo infatti ricordare che le comete del Sistema Solare sono degli obiettivi molto importanti da visitare e studiare da vicino. Infatti, anni fa grandi successi si sono ottenuti con la missione Giotto verso la cometa di Halley (incontrata nel 1986), oppure con la missione Rosetta verso la famosa 67P/Churyumov-Gerasimenko (la cometa paperella), incontrata nel 2014 e studiata dall’orbita fino al 2016.
Le comete di backup, possibile bersaglio della CI, sono indicate in questa tabellina
Come si vede alcune di queste comete sono molto famose e scoperte nei secoli scorsi.
Davvero interessante sarebbe la 73P/Schwassmann-Wachmann 3 che qui vediamo in un’immagine tratta da Wikipedia

nel periodo in cui si era frammentata in più parti a causa del riscaldamento del nucleo, quando la cometa si stava avvicinando al perielio.
Piuttosto, osservando la colonna “data possibile sorvolo” si vede che, supponendo che l’inserimento in L2 sia alla fine del 2029, i 10 potenziali obiettivi potrebbero essere raggiunti solamente tra il 2031 ed il 2037, con una durata della missione tra i due e gli otto anni!
Concludo questo paragrafo pieno di nomi, numeri e date, pensando eventualmente ad una terza parte dell’articolo in cui proporrei la visualizzazione delle 10 orbite delle comete di backup in modalità interattiva 3D: non sarà molto facile, visto che sarebbe una novità rispetto ad analoghi programmi su sonde spaziali e asteroidi, ma (se possibile) vedrò come organizzare il tutto. Rimanete sintonizzati!
Il modello della LEGO
Siamo arrivati ad un momento divertente, ludico, che a me piace molto ed infatti è oggetto di una serie di articoli dedicati ai modelli 3D realizzati con i famosi mattoncini.
Navigando nel sito dell’ESA ho trovato infatti una pagina da cui è possibile scaricare il modellino creato con i mattoncini LEGO: si tratta di un’ottima consuetudine da parte del team dell’ESA, per quanto riguarda le decine di sonde lanciate nel corso di decenni di attività, quella di fornire almeno il modello 3ds per poterlo eventualmente sfruttare con una stampante 3D e crearsi il proprio oggetto.
Nel caso della Comet Interceptor, viene fornito quanto necessario per la costruzione del modello LEGO vero oppure virtuale (cosa che io ho fatto prontamente!) e cioè il pdf con le istruzioni di montaggio, la lista delle parti occorrenti ed il file in formato io.
L’autore è Robin Courson, un tecnico che lavora per la missione Comet Interceptor, presso la OHB in Svezia (azienda produttrice di sistemi spaziali, satelliti e componenti di sonde, da oltre 30 anni): immagino si sia divertito parecchio a creare i tre modelli delle parti componenti la sonda (A, B1 e B2) ovviamente separabili.

Partendo dunque dal file io, ho seguito il consueto percorso dei molti modellini LEGO presentati finora: ho subito generato 3 file in formato standard mpd, relativi ad altrettanti modelli.
Il primo è quello completo (in volo nello spazio), il secondo prevede un’apposita basetta (per poterlo mettere nella nostra libreria) ed infine il terzo presenta le tre parti componenti distaccate (una volta in volo verso il bersaglio).
Da questi tre file ho successivamente creato i corrispondenti file in formato 3ds, che ho poi trasformato in glb, per poterli leggere con il mio visualizzatore interattivo 3D.
Il primo modello (quello completo) si può analizzare semplicemente cliccando l’immagine seguente

con il che si aprirà un’altra pagina del browser laddove potremo vedere il modello da tutte le angolazioni, zoomando a piacere.
Il modello dotato del supporto invece si può vedere cliccando questa immagine

Infine i tre moduli separati A, B1 e B2 si vedranno cliccando questa immagine
Buon divertimento!
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