Vite in fermento: La più antica favola della Terra

Ciao amici, è appena uscito il mio terzo libro sul vino, la sua storia e gli innumerevoli risvolti scientifici che lo formano e l’accompagnano.


La copertina del libro

La copertina

In questo volume ho voluto raccontare la favola della prima forma di vita della Terra e del metodo da lei usata per popolare il mondo: la fermentazione alcolica. Essa rappresenta il processo metabolico impiegato dalle prime cellule viventi (oggi li chiameremmo lieviti) per sopravvivere e riprodursi tre miliardi e mezzo di anni fa. Ho cercato di dirigermi verso i più giovani, con linguaggio semplice e comprensibile, in modo da stimolare a volerne sapere di più.

La Natura è sempre e comunque fantastica e il mondo del vino ha bisogno di riscoprire i valori più alti che l’hanno sempre accompagnato. Ciò che troverete sarà una favola, senza orchi e streghe, ma con un essere vivente (il primo) in balia di un pianeta ostile, alla ricerca di cibo senza sapere come fare a sfruttarlo per le sue necessità. Per merito di alcuni sinceri amici (gli enzimi) riuscirà a sopravvivere producendo l’energia necessaria.

Come residuo di un’opera meravigliosa e complicata lascerà al mondo due molecole fondamentali: l’anidride carbonica che servirà alle future piante per costruirsi il glucosio (il cibo) con l’aiuto del Sole e l’alcol etilico. La nostra cellula darà, in altre parole, il pane e il vino alla razza umana, le due sostanze più preziose che l’hanno accompagnata attraverso lo scorrere dei secoli.

Un ringraziamento enorme e di vero cuore va al nostro grande Red Hanuman, che mi ha messo a disposizione il suo bagaglio professionale di bio-chimica per permettermi di rendere comprensibile a tutti una complessa opera della Natura.

Grazie Red!!

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6 Commenti

  1. perfetto da biotecnologo e comunque appassionato di storia della vita non può che interessarmi questo libro. non è giusto che mi tenti cosi però :mrgreen:

  2. Grazie Peppe!!

    Avanti, allora, compratelo via email… Se andrà bene (io non ci guadagno una lira…ops…un euro) mi pubblicheranno anche il prossimo che sarà una specie di “brutto anatroccolo”, dal benzene ai polifenoli, dal veleno ai colori e ai profumi…

    😛 😛 😛

  3. Azz, Enzo! Non esagerare! Ho fatto poco o niente! 😳
    E per la parte biologica sono stato coadiuvato dalla splendida creatura che chiamo indegnamente “moglie”. :mrgreen:
    A proposito, se non ti spiace, appena riesco a mandarlo a Stefano, dai un’occhiata allo scritto sulla radiazione di Hawkins.
    Ora sono io che ho bisogno delle tue competenze in astrofisica… ❗

  4. Caro Enzo,

    conosci gli automi cellulari di Wolfram?

    http://it.wikipedia.org/wiki/Automa_cellulare#Automi_cellulari_in_natura

    E’ possibile riprodurre l’iter biochimico descritto qui, creando un algoritmo che abbia come unità elementi chimici e le relazioni tra essi? 😯

    Non porterebbe a capire meglio la nostra evoluzione, ponendo anche interessanti alternative?

    Scusa l’idea bislacca, ma sono anni che me la porto dietro 😕 😕

    Comunque sappi che t’invidio profondamente per la capacità picomirandolesca di produrre a 360 gradi 😈 COMPLIMENTI 😉

  5. caro Luca,
    ne ho solo sentito parlare… tuttavia, potrebbe anche funzionare. non so però se augurarmelo oppure no… 😕 Tu che ne dici?

  6. Caro Enzo,

    non dobbiamo aver paura dei cambiamenti quando sono necessari all’evoluzione stessa. I cambiamenti ne terminano la variabilità. La vita è essenzialmente un’assidua giocatrice d’azzardo che usa il gene e le sue infinite combinazioni per adattarsi ad ambienti spesso ostili. Essa ha tutto il tempo dell’universo a sua disposizione. Noi un po’ meno. 😕
    Richard Dawkins nel suo “L’orologiaio cieco” scrive:”L’essenza della vita è un’improbabilità statistica su scala colossale. Quale che sia la spiegazione della vita, quindi, essa non può essere il caso” ed è per questo che Wolfram mi pare appropriato. Il caso non esiste in quanto l’esistenza non è casuale. :mrgreen: