La stella più vecchia

Misurazioni del decadimento radioattivo di alcuni elementi chimici di una stella hanno permesso di scoprire che ha un’età di oltre 13 miliardi di anni.


Very Large Telescope

Il Very Large Telescope

Probabilmente non sarà la stella più vecchia della galassia, ma si può stare certi che è tra quelle più attempate. Anna Frebel (McDonald Observatory – Texas) e un team internazionale di ricercatori hanno infatti calcolato che HE1523-0901, una stella relativamente brillante scoperta nel corso della Hamburg/ESO Survey, ha la bellezza di 13,2 miliardi di anni. Una determinazione così accurata, pubblicata qualche giorno fa su Astrophysical Journal, è stata possibile grazie allo studio del decadimento di alcuni elementi radioattivi individuati nella stella.

Il meccanismo è identico a quello che gli archeologi utilizzano per le loro datazioni con il carbonio-14, solo che per indagare sull’età di una stella i tempi in gioco sono di gran lunga più estesi. Il problema principale è quello di trovare gli elementi radioattivi giusti e studiare accuratamente il loro decadimento, cioè quanti atomi originari si sono trasformati in un altro elemento. Più è corretta questa misurazione e più precisa è la determinazione dell’età. Notando che lo spettro della stella indicava una massiccia presenza di torio e uranio, la Frebel e i suoi collaboratori decidevano di effettuare accurate misurazioni utilizzando lo spettrografo UVES (Ultraviolet and Visual Echelle Spectrograph) di cui è dotato il telescopio Kueyen, uno dei quattro occhi da 8,2 metri che compongono il VLT.

L’elevata risoluzione degli spettri ottenuti nel corso di sette ore e mezza di osservazioni ha permesso di calcolare accuratamente le quantità degli elementi radioattivi e da queste risalire all’età di HE1523-0901. “Finora – ha commentato la ricercatrice – si era riusciti a utilizzare un solo orologio atomico alla volta. Ora ne abbiamo impiegati molti di più.” Una conferma dei risultati ottenuti, infatti, è venuta anche dall’analisi di altre tre elementi radioattivi: l’europio, l’osmio e l’iridio.

Se l’universo, stando almeno a quanto dicono le stime dei cosmologi, ha circa 13,7 miliardi di anni, HE 1523-0901 deve essersi accesa davvero molto presto. Rimane però un piccolo dubbio che mi rode. Visto che i materiali coinvolti nelle misurazioni non sono frutto di reazioni termonucleari bensì vengono sintetizzati nel corso delle esplosioni di supernova, il tempo per gli orologi atomici ha cominciato a scorrere da quel momento. E come si può determinare quanto tempo è passato prima che HE1523-0901 si accendesse?

Un dubbio di poco conto, sia chiaro. Ma non vorrei che l’età attribuita a questa stella fosse un po’ eccessiva. Insomma, d’accordo che HE1523-0901 è vecchia, ma non carichiamole altri anni in più sul groppone.

Fonte: Coelum

Informazioni su Stefano Simoni 644 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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1 Commento

  1. non mi è chiaro il perchè vengono utilizzati elementi come l’iridio o l’europio, i cui isotopi più stabili decadono in poche decine di anni.