Compagni diversi


Autobiografia di un Protone

Io sono un tipo che si adatta facilmente. Sto bene in compagnia, ma mi piace anche starmene in solitudine. Ci sono invece particelle che da sole proprio non vogliono stare. Colpa delle leggi della fisica, di quelle forze fondamentali che spesso ci obbligano ad interagire con gli altri, perfino quando ti stanno antipatici. Le forze della fisica…sono loro a regolare i comportamenti di tutto ciò che esiste, e a determinare gli avvenimenti che si susseguono nel cosmo. Beh, comportamenti degli esseri umani a parte…quella è tutta un’altra storia!

Ma andiamo per ordine. All’origine dell’Universo esistevano già tutte le particelle che in seguito, combinandosi tra di loro, daranno origine a tutto ciò che conoscete. E’ come dire che durante il Big Bang sono stati preparati tutti gli ingredienti necessari per cucinare i cibi cosmici.

Nonostante il mio orgoglio per la classe a cui appartengo, non riesco a stare troppo vicino ai miei simili. E’ più forte di me…infatti, è la forza elettromagnetica, una delle interazioni di cui parlavo, che porta particelle con la stessa carica a respingersi, e particelle di carica opposta ad attrarsi. Per questo noi protoni ci rispettiamo, ma non stiamo mai propriamente fianco a fianco.

Poi ci sono i neutroni, esseri simpatici, anche se un po’ insicuri, o paurosi, non so. Infatti, non riescono a vivere per conto loro, ma hanno la impellente necessità di unirsi proprio a noi protoni. Sono anch’essi barioni, con una massa solo di poco maggiore della nostra, ma senza carica elettrica. Tra protoni e neutroni esiste una potentissima attrazione, la forza nucleare forte, perciò quando un neutrone passa vicino a un protone, gli si appiccica.

Ci sono poi gli elettroni, esserini minuscoli e biricchini di carica negativa a cui ho già accennato. A causa della forza elettromagnetica, di cui parlavo sopra, gli elettroni sono fortemente attratti da noi, tanto che quando ci si avvicinano a una distanza sufficientemente piccola, iniziano a girarci intorno e noi dobbiamo portarceli dietro ovunque andiamo. Sono divertenti, solo piuttosto pazzerelli e irrequieti, facilmente irritabili e incapaci di starsene fermi.

Ci sono poi esseri molto diversi da noi, con cui i contatti sono rari e vaghi; sono loro a suscitare in me la maggiore curiosità, proprio perché il loro comportamento così estraneo a quello barionico porta con sé una fitta dose di mistero. Primi fra tutti ci sono i fotoni, queste entità peculiari che pur essendo particelle, non possiedono massa, e si muovono indisturbati per lo spazio alla velocità della luce. Come devono sentirsi leggeri…liberi…nessuna forza li obbliga a legarsi con altri. I fotoni percorrono distanze vertiginose portando a osservatori lontanissimi le immagini degli oggetti da cui sono partiti. Quando osservate una stella, ad esempio, quello che vedete sono i fotoni che hanno percorso miliardi di chilometri per raggiungervi. Poiché la velocità a cui i fotoni viaggiano è finita, se pur elevatissima, le immagini che giungono ai vostri occhi corrispondono all’aspetto che aveva la stella quando i fotoni sono partiti. Mi piace molto ascoltare le loro storie, li considero messaggeri di tempi lontani, e di luoghi lontani dove io forse non andrò mai, ma chi lo sa…

Altre particelle alquanto strane, di cui però non so molto, sono i neutrini. Si tratta di esserini elusivi, che non interagiscono con nessuno, e possono vagare indisturbati per anni e anni prima di avere contatti con altra materia. Gli esseri umani da tempo eseguono esperimenti per catturarne qualcuno, ma loro sono furbi, non so come non si fanno mai beccare.

Bene, credo di aver presentato a grandi linee i miei principali compagni primordiali. Ora posso continuare a raccontare la mia vita, riprendendo da quei primi istanti di quiete dopo la tempesta.