Classi spettrali e classi di luminosità


La classificazione più usata per dividere le stelle si basa sulla temperatura, ossia sul loro spettro, dato che sono parametri strettamente collegati. Originariamente chiamato sistema di Harvard, è ora allargato a ulteriori suddivisioni e prende il nome di sistema di Morgan-Keenan. Si sono identificate sette classi spettrali che coprono il 99% delle stelle conosciute. Ogni classe corrisponde a una lettera dell’alfabeto (per motivi storici precedenti): O, B, A, F, G, K, M (per ricordare la sequenza basta tenere a mente la frase “Oh, Be A Fine Girl, KISS Me!”), dove le stelle O sono le più calde e le K le più fredde. Seguendo la tradizione comune a ogni classe viene associato anche il colore relativo: le O sono dette “blu”, le B “bianco-blu”, le A “bianche”, le F “bianco-gialle”, le G “gialle”, le K “arancioni” e le M “rosse”.

Ecco un semplice schema che riassume le classi e la loro temperatura:

  • O 28000 – > 50000 K
  • B 10000 – 28000 K
  • A 7500 – 10000 K
  • F 6000 – 7500 K
  • G 4900 – 6000 K
  • K 3500 – 4900 K
  • M < 3500 K

Per suddividere meglio ogni singola classe, sono stati introdotti dei numeri aggiuntivi, da 0 a 9, che dividono ogni classe in decimi. Ad esempio, una stella A5 indica una stella a mezza strada tra una A0 e una F0, mentre una A2 indica una stella di classe A che è due decimi più fredda di una A0. Numeri più bassi indicano, infatti, stelle più calde, all’interno di una data classe. Il nostro Sole è di classe G2.

Tuttavia, questa classificazione considera soltanto la temperatura di una stella e non dice niente riguardo alla loro luminosità o se volete le loro dimensioni o ,ancora meglio, la larghezza di certe linee spettrali (che abbiamo visto sono parametri correlati). Nello stesso sistema di Morgan-Keenan si sono allora introdotti dei numeri romani da I a V, in grado di indicare, a parità di classe spettrale, la luminosità e/o le dimensioni dell’astro. La classe I è detta anche delle “supergiganti”, luminosissime. La II delle giganti luminose, la III delle giganti, la IV delle sub-giganti e la V delle nane, o di sequenza princincipale (ci torneremo dopo). Meno frequentemente si usano anche la VI (sub-nane o nane piccole) e la VII (nane bianche). A volte si aggiunge anche la 0 (numero) relativa alle ipergiganti, ma il simbolo crea un po’ di confusione, dato che una stella di classe O (lettera) può anche diventare O0 se è al massimo della temperatura (vedi classificazione spettrale). Si usano anche sotto classi di luminosità. La I si sdoppia in Ia e Ib per dividere ulteriormente le supergiganti. A questo punto, il nostro Sole diventa una G2V, che si traduce in “stella gialla, di due decimi verso l’arancio, nana di sequenza principale”. Riassumiamo anche le classi di luminosità:

  • Ipergiganti – 0
  • Supergiganti – Ia,Ib
  • Giganti luminose – II
  • Giganti – III
  • Sub-giganti – IV
  • Nane o di $sequenza principale$ – V
  • Sub-nane – VI
  • Nane bianche – VII

Avremmo poco da dire di più. Tuttavia, vale la pena cercare di rappresentare in grafico le varie classificazioni. Le classi spettrali, però, rappresentano una suddivisione a una sola dimensione, essendo basata solo sulla temperatura. Le classi di luminosità possono invece inserirsi in un grafico bidimensionale, in cui siano correlate temperatura (o se volete tipo spettrale) e la luminosità (o la magnitudine assoluta o indirettamente il diametro). Possiamo facilmente mostrarvelo, ma sarà immediato il richiamo a un diagramma ben più famoso e fondamentale: il diagramma di Hertzsprung – Russel, noto anche come diagramma HR.

Ejnar Hertzsprung e Henry Norris Russell lo idearono indipendentemente intorno al 1910, inserendo in un grafico la temperatura delle stelle e la loro magnitudine assoluta. Ciò venne fatto ovviamente solo per gli oggetti di cui si avevano a disposizione sia lo spettro che la distanza. Tuttavia, fu sufficiente per comprendere fin dall’inizio le enormi potenzialità di esso: le stelle non si posizionavano a casaccio, ma seguivano linee e raggruppamenti precisi e ben individuabili.

Il diagramma H-R è uno strumento essenziale per comprendere l’evoluzione e le caratteristiche fisiche delle singole stelle e degli agglomerati stellari: ammassi aperti, ammassi globulari e galassie. Grazie al diagramma H-R è possibile confrontare le predizioni teoriche dei modelli di evoluzione stellare con le osservazioni per verificare l’accuratezza delle prime; determinare l’età, la composizione chimica e la distanza di una popolazione stellare; derivare la storia della formazione stellare di un agglomerato di stelle etc.

Come già detto precedentemente, da un primo esame del diagramma H-R si osserva immediatamente come le stelle tendano a posizionarsi in regioni ben distinte: la struttura evolutiva predominante è la diagonale che parte dall’angolo in alto a sinistra (dove si trovano le stelle più massicce, calde e luminose) verso l’angolo in basso a destra (dove si posizionano le stelle meno massicce, più fredde e meno luminose), chiamata $sequenza principale$. In basso a sinistra si trova la sequenza delle nane bianche, mentre sopra la sequenza principale, verso destra, si dispongono le giganti rosse e le supergiganti.

Vediamo allora come si posizionano le classi di luminosità nel grafico temperatura-magnitudine e già capiremo molto del diagramma HR. Anzi, ancora meglio: al posto della temperatura inseriamo le classi spettrali (che sappiamo essere strettamente collegate) e avremo una rappresentazione garfica di entrambi le divisioni introdotte precedentemente (Fig. 6)

la magnitudine assoluta e le classi spettrali permettono di individuare molto bene le zone delle varie classi di luminosità

Figura 6. la magnitudine assoluta e le classi spettrali permettono di individuare molto bene le zone delle varie classi di luminosità. Si noti che sono state aggiunte anche le classi spettrali L e T. Non sono le sole classi che spesso si trovano in aggiunta a quelle classiche. Sono legate a speciali gruppi stellari, ma rappresentano una piccola minoranza di oggetti celesti e possiamo tralasciarli. Per curiosità, le L e T si riferiscono a nane molto fredde. Le T sono le ben conosciute nane brune, oggetti intermedi tra stelle e pianeti.

Per concludere, non ci resta che inserire al suo interno le stelle in prima persona e avremo una delle tante possibili rappresentazioni del diagramma HR (Fig. 7)

Il diagramma HR costruito per 22000 stelle osservate dalla missione Hipparcos

Figura 7. Il diagramma HR costruito per 22000 stelle osservate dalla missione Hipparcos – ingrandisci


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9 Commenti

  1. caro enzo
    grazie per questa sezione
    un modo per fare un pò di ripetizione di alcuni concetti fondamentali :mrgreen:

  2. Caro Enzo,
    come al solito, un’ottimao articolo!! 🙂
    Impressionanti le analogie che si possono fare tra il diagramma H-R e la tavola periodica degli elementi di Mendeleev.
    Ero rimasto un po’ preplesso nell leggere di “molecole” nell’atmosfera delle stelle, visto che mi risultava che nell’atmosfera delle stelle, a causa della temperatura, ci fosse solo plasma. Ma avevo dimenticato le stelle delle classi dalla M in poi!!! ❗
    Non riesco però a capire il legame tra la gravità e la grandezza – intensità delle linee spettrali…. La gravità ha effetto diretto sulle linee spettrali? Modifica i livelli energetici degli atomi? ❓ Puoi soddisfare questa mia curiosità?

    P.S.: Nella descrizione della classe V manca un pezzo: ” la V delle nane, o di ncipale” …. :mrgreen:

  3. ho trovato questa spegazione red per quanto riguarda gravità vs linee spettrali

    Più elevata è la gravità, maggiore è la pressione nell’atmosfera, e maggiori pressioni producono un allargamento delle righe spettrali e riduce anche il grado di ionizzazione dell’atmosfera.

  4. @Red,
    peppe è stato ottimo maestro… 😉

    @Stefano!!!
    puoi modificare il testo come notato da Red?

    cambiare la riga:

    …delle sub-giganti e la V delle nane, o di ncipale (ci torneremo dopo). Meno…

    in

    …delle sub-giganti e la V delle nane, o di sequenza principale (ci torneremo dopo). Meno…

    grazie Red, peppe e -ovviamente- Stefano…. ah…se non ci foste voi!!! :mrgreen:

  5. Grazie a voi, Enzo e Peppe!! 🙂
    Se ho capito bene, completo la spiegazione di Peppe: i livelli energetici degli elettroni sono leggermente distorti dal campo elettrico generato dagli ioni presenti nel plasma. Se aumenta la pressione, aumenta il numero di ioni che circonda un singolo atomo, e dunque aumenta la distorsione. Il che comporta dei livelli energetici non ben definiti, e dunque uno spettro di assorbimento allargato.

    Non so come ringraziarvi…. Mi sto divertendo un mondo!!! 😆

  6. Salve a tutti e grazie per quanto fate.
    Non essendo ancora presente un forum non ho trovato migliore spazio per scrivere questa mia richiesta di aiuto a voi esperti.

    Sono anni che non riesco piu’ a praticare l’astronomia. Ho un po’ piu’ di tempo in questo periodo e vorrei riprendere lo studio approfondito della fisica stellare, la loro evoluzione e l’evoluzione delle galassie. Sono rimasto indietro molto e vorrei riaggiornarmi. Sto spulciando al sito della Hoepli ma i testi piu’ belli sono in lingua inglese.

    Sapreste indicarmi un testo che approfondisca la fisica stellare e galattica in lingua italiana che sia autorevole ed aggiornato?

    Mi sto ristudiando “Corso di Astrofisica” di Bruno Cester ma credo sia un po’ vecchiotto 🙂 e’ del 1984, la 4° edizione.

    Vi ringrazio anticipatamente.

    Gian Claudio