Il doppio vortice di Venere

I dati raccolti dai primi passaggi della sonda Venus Express indicano la presenza al polo sud di Venere di un intenso e inaspettato doppio vortice atmosferico.


Lo spettro di Venere

Vortice di Venere al polo sud

Lo scorso 11 aprile la sonda dell’ESA Venus Express veniva felicemente catturata dalla gravità di Venere e cominciava così la sua avventura scientifica. L’orbita non era ancora quella definitiva, ma poteva ugualmente essere un’ottima occasione per dare un’occhiata globale a Venere prima di dedicarsi al suo studio dettagliato. E i responsabili della missione non se la sono lasciata scappare.

Nel corso della prima orbita – la cosiddetta orbita di cattura – alcuni strumenti di bordo sono stati dunque puntati sul pianeta per alcune ore permettendo agli astronomi di raccogliere notevoli informazioni su alcune caratteristiche dell’atmosfera di Venere. La più strana e incredibile delle strutture atmosferiche osservate è senza dubbio quella individuata in prossimità del polo sud del pianeta: un curioso ciclone “a doppio occhio”.

Non è certo una novità la presenza di un vortice anche al polo sud. Sia Mariner 10 che Pioneer Venus avevano già trasmesso accurate immagini del tempestoso comportamento dell’atmosfera di Venere in prossimità del polo sud, ma si tratta della prima volta che si osserva una simile doppia struttura. Se mettiamo in conto i venti che trascinano a folle velocità l’atmosfera del pianeta – impiegano solo quattro giorni per fare il giro del pianeta – e il suo naturale movimento convettivo, non è certo una sorpresa che in prossimità dei poli si possano formare cicloni.

Più complicato, invece, ricostruire il meccanismo che origina il doppio vortice. “Sappiamo ancora troppo poco del legame tra la super rotazione atmosferica di Venere e i vortici polari – ammette Hakan Svedhem, Project scientist della Venus Express – ma la missione è solo agli inizi e siamo fiduciosi di poter risolvere sia questo sia gli altri misteri che da lungo tempo riguardano Venere”.

L’orbita di cattura ha portato anche altri risultati scientifici. Per esempio, si è sfruttata per la prima volta la “finestra infrarossa” dell’atmosfera di Venere, cioè la possibilità di rilevare – se si osserva a particolari lunghezze d’onda – la radiazione termica proveniente dagli strati più profondi dell’atmosfera. Un trucco che ci permetterà di scoprire quello che succede al di sotto dello spesso e impenetrabile strato di nubi che avvolge il pianeta.

Si sono inoltre raccolti alcuni dati riguardanti la composizione atmosferica, confermando la massiccia presenza di anidride carbonica. Poichè negli strati superiori i raggi solari dissociano questa molecola in monossido di carbonio e ossigeno molecolare, non stupisce che le strumentazioni della Venus Express abbiano rilevato la presenza di un alone di ossigeno nell’alta atmosfera.
Insomma, benchè non abbia ancora raggiunto la sua postazione di lavoro definitiva, Venus Express si sta dando già molto da fare.

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Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.