
Secondo i piani della missione Cassini, il fly-by di Titano del 23 settembre avrebbe dovuto vedere all’opera soprattutto lo spettrometro di massa, dunque c’era poca speranza di avere novità sui possibili laghi rilevati nei sorvoli precedenti. Questo però non ha impedito che i responsabili, nonostante la ridotta quantità di dati radar, rimanessero nuovamente sbalorditi.
Nell’immagine diffusa dal JPL (latitudine 73° Nord – longitudine 46° Ovest) si possono vedere chiaramente due strutture morfologicamente molto simili ai laghi terrestri. Ciascuna di esse misura 20-25 chilometri e quella di destra mostra una trama meno uniforme, caratterizzata dalla presenza di piccole chiazze più chiare. Prendendo per buona l’idea che si tratti di laghi di etano e metano, quelle macchie potrebbero essere la traccia di un lento prosciugamento dovuto all’avanzare della bella stagione su Titano.
Quello che colpisce maggiormente, però, è la presenza di una sorta di stretto canale che unisce i due laghi. Per questa caratteristica al JPL li hanno battezzati molto poeticamente Kissing Lakes – Laghi che si baciano. Smancerie a parte, dalle immagini si può comunque notare come molto probabilmente in origine la struttura lacustre fosse unica e quello stretto collegamento sia ormai l’ultimo passaggio attraverso il quale i due bacini di idrocarburi rimangono uniti tra loro.
Insomma, la curiosità per questi misteriosi laghi che punteggiano le regioni settentrionali di Titano cresce sempre più e l’attesa per il sorvolo di ottobre diventa ancora più snervante.
Fonte: Coelum